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Il garzone con la carriola, Umberto Saba: parafrasi e commento

Di cosa parla la poesia Il garzone con la carriola di Umberto Saba? Quali sono le figure retoriche contenute nel testo? Eccovi testo e spiegazione.
carriola

Il garzone con la carriola è una poesia di Umberto Saba contenuta nella raccolta "La serena disperazione", scritta tra il 1913 e il 1915.





Il garzone con la carriola: scheda poesia

Titolo Il garzone con la carriola
Autore Umberto Saba
Genere Poesia onesta
Raccolta La serena disperazione
Corrente letteraria Nessuna
Data 1913 - 1915
Temi trattati Sofferenza per un amore perduto e come reagire alla situazione
Personaggi Il garzone, la folla
Frase celebre «Egli più grande fa il fracasso e l'ira, più si dimena e canta»




Testo

È bene ritrovare in noi gli amori
perduti, conciliare in noi l'offesa;
ma se la vita all'interno ti pesa
tu la porti al di fuori.

Spalanchi le finestre o scendi tu
tra la folla: vedrai che basta poco
a rallegrarti: un animale, un gioco
o, vestito di blu,

un garzone con una carriola,
che a gran voce si tien la strada aperta
e se appena in discesa trova un'erta
non corre più, ma vola.

La gente che per via a quell'ora è tanta
non tace, dopo che indietro si tira.
Egli più grande fa il fracasso e l'ira,
più si dimena e canta.



Parafrasi

È bene ritrovare dentro di noi, il senso dell'amore che abbiamo perduto,
perdonando chi ci ha offeso;
ma se ti risulta opprimente tenerti i sentimenti dentro,
cerca di esternarli (portarli al di fuori).
Puoi spalancare le finestre o scendere (in strada) tra la gente:
vedrai che basta davvero poco per rallegrarti: un animale, un bambino che gioca
oppure un garzone (un ragazzo di bottega) vestito di blu, che portando una carriola,
grida per far sì che la gente si scansi al suo passaggio
e non appena trova una discesa con un improvviso dosso,
non corre, ma vola.
A quell'ora di gente ce n'è molta per strada
e dopo essersi scansati hanno da inveire (contro il garzone)
ed egli (il garzone) più crea scompiglio e più si diverte,
dimenandosi e cantando.



Analisi del testo

Schema metrico: 4 strofe costituite da 4 versi (quartine). In tutto sono presenti 16 versi di endecasillabi e settenari.
La rima segue lo schema: ABBA CDDC EFFE GHHG.

La prima strofa è caratterizzata dalla sofferenza causata da un amore perduto. La presenza del "ma" al v.3 anticipa ciò che viene scritto nella seconda strofa, ovvero il passaggio dalla vita interiore che è tormentata a quella esteriore che si contraddistingue per la sua spensieratezza.
La seconda strofa abbandona l'uso del più generico "noi" e prosegue con un più informale "tu", usato però in forma impersonale, cioè non verso una persona specifica. Ed è qui che vengono elencate le piccole cose che si possono apprezzare nell'ambiente esterno.
Nella terza strofa si evince che il protagonista di questa poesia è un garzone che trasporta una carriola gridando e facendo spazio tra la folla con tanta energia e spensieratezza.
Nella quarta e ultima strofa vi è il contrasto fra la gente infastidita dalla presenza del garzone e quest'ultimo che, invece, è divertito.



Figure retoriche

  • Antitesi = "all'interno / al di fuori" (vv. 3-4).
  • Metonimia = "gioco" (v.7). Si intende la presenza di bambini che giocano.
  • Anastrofe = vv. 8-9 "o, vestito di blu, un garzone" (vv. 8-9). Cioè: "un garzone vestito di blu".
  • Iperbole = "non corre più, ma vola" (v. 12).
  • Allitterazione della F = "fa il fracasso" (v.15).
  • Climax ascendente = l'umore della persona cambia in positivo: triste e abbattuto a causa di un amore perduto, in fase di miglioramento grazie al suggerimento di uscire tra la folla, visione di un giovane spensierato incurante di ciò che pensano gli altri e questa è la rappresentazione della felicità.
  • Enjambement = "amori / perduti" (vv. 1-2); "scendi tu / tra la folla" (vv. 5-6); "basta poco / a rallegrarti" (vv. 6-7); "è tanta/non tace" (vv. 13-14).



Commento

Questa poesia poesia descrive il cambiamento dell'umore di una persona, da infelice a felice. Per fare ciò inizia da uno dei momenti più tristi che possono capitare nel corso della vita, nel caso in questione si tratta di un amore perduto. Forse alcuni di voi sono ancora troppo giovani per capire cosa significa soffrire per amore ed è un'esperienza molto brutta, che ti toglie il respiro e ti fa perdere la voglia di andare avanti. Tuttavia, è una fase temporanea, che ha un'inizio e una fine. Infatti l'autore suggerisce che a questo tipo di infelicità c'è rimedio, ed è anche molto semplice. Quando non basta più trattenersi le emozioni dentro di sé per continuare la propria vita, allora si deve cambiare metodo: smettere di stare chiuso in casa e cominciare a cambiare aria, aprendo le finestre e osservando ciò che c'è intorno, ma è ancora meglio uscire di casa, andare nelle strade e camminare nei luoghi affollati. C'è sempre qualcosa da vedere, che sia un animale, un bambino che gioca, o qualche "personaggio" un po' mattacchione come il garzone con la cariola. Egli sta svolgendo un lavoro che consiste nel trasportare qualcosa con la sua carriola, ma lo fa in un modo inusuale: andando veloce, gridando a chi gli sta intorno di scansarsi, e questo modo di comportarsi mette in agitazione chi gli è vicino al punto che arrivano anche a rimproverarlo. Il garzone si disinteressa di ciò che dicono, dal momento che le regole dettate dalla gente così come le loro lamentele non gli fanno alcun effetto, egli è felice e, anzi, più, lementele e rabbia riesce a scatenare in loro e più piacere ci trova a scorrazzare con la sua carriola. Egli pur svolgendo un attività umile mentre gli altri passeggiano, si sente libero di trasgredire le regole che la società ci impone e in questa poesia è questo personaggio è la rappresentazione della felicità.
Pur essendo il garzone come un pesce fuor d'acqua, egli non solo si sente a suo agio ma addirittura si sta divertendo e sono invece gli altri, che dovrebbero essere spensierati in quanto non stanno lavorando, a sentirsi a disagio. Cioè con la sua allegria e spensieratezza è riuscito a ribaltare la situazione.

Questa poesia trasmette il messaggio che troppe volte ci abbattiamo ritenendo gli altri migliori o più fortunati di noi (invidia), ma la verità è che valiamo molto più di quello che crediamo e ci sentiamo infelici solo perché cerchiamo di somigliare agli altri, quando in realtà è imparare a essere se stessi e imparare ad apprezzare se stessi il vero trionfo della felicità. La felicità è dentro di noi e si può ottenere attraverso le piccole cose della vita, e qualche volta dobbiamo fare come il garzone, ovvero pensare più a noi stessi e meno agli altri.



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