Scuolissima.com - Logo

12 settembre 1966 - Ungaretti: analisi e commento

Appunto di letteratura riguardante la poesia "12 settembre" di Giuseppe Ungaretti: testo, spiegazione, analisi del testo, figure retoriche e commento.

La poesia "Lontano" è stata scritta da Giuseppe Ungaretti, pubblicata nel 1968 fa parte della raccolta Dialogo, nella sezione Ungà.



Indice




Testo

Sei comparsa al portone
in un vestito rosso
per dirmi che sei fuoco
che consuma e riaccende.

Una spina mi ha punto
delle tue rose rosse
perché succhiasse al dito,
come già tuo, il mio sangue.

Percorremmo a strada
che lacera il rigoglio
della selvaggia altura,
ma già da molto tempo
sapevo che soffrendo con temeraria fede,

l'età per vincere non conta.

Era di lunedì,
per stringerci le mani
e parlare felici
non si trovò rifugio
che in un giardino triste
della città convulsa.



Analisi del testo e commento

Pochi anni prima della sua morte, Ungaretti incontrò in modo casuale una giovane poetessa italo-brasiliano, Bruna Bianco: l'amaro declino della sua vita si trasformò in una rinascita di forza ed entusiasmo grazie all'amore inaspettato (lei molto giovane, lui molto vecchio) quanto intenso che si era venuto a creare tra i due. 
Si conobbero a San Paolo del Brasile, un luogo in cui Ungaretti era già stato: nel 1936, gli venne offerta la cattedra di Letteratura Italiana presso l'Università di San Paolo, che tenne fino al 1942 e durante questo periodo morì suo figlio Antonietto di nove anni per un'appendicite malcurata. Ungaretti e Bruna andarono a trovare insieme la tomba di Antonietto.
Questo amore iniziò nel 1966 durò fino al 1969; fu lo stesso Ungaretti a interrompere all'improvviso questa relazione e nel 1970 morì. L'amore fra i due, nonostante tutto, "Non finisce. Arderà per l’eterno", come dirà la stessa Bruna e come direbbe anche, il suo Ungà.


La poesia in questione parla dell'amore che Bruna aveva accesso in lui, di quando la vide per la prima volta davanti al portone di casa vestita di un colore rosso acceso come se fosse rivestita di rose rosse e questa visione gli faceva ribollire il sangue: il suo desiderio amoroso che sembrava fosse ormai sepolto si era risvegliato.
La paragona a una rosa con le le spine, e quando sente la spina che lo punge è il momento esatto in cui cede alla fase di innamoramento, che è una sensazione di gioia e di dolore: gioia perché è una sensazione bellissima, dolore perché sa di essere arrivato al capolinea della sua vita.



Figure retoriche

Sei fuoco = metafora (v. 4).

Perché succhiasse al dito ... il mio sangue = iperbato (vv. 7-8).

Il rigoglio / della selvaggia altura = enjambement (vv. 10-11).

Giardino triste / della città convulsa = enjambement (vv. 19-20).



🧞 Continua a leggere su Scuolissima.com
Cerca appunti o informazioni su uno specifico argomento. Il nostro genio li troverà per te.




© Scuolissima.com - appunti di scuola online! © 2012 - 2024, diritti riservati di Andrea Sapuppo
P. IVA 05219230876

Policy Privacy - Cambia Impostazioni Cookies