Indice
Testo
Dolce declina il sole.Dal giorno si distacca
Un cielo troppo chiaro.
Dirama solitudine
Come da gran distanza
Un muoversi di voci.
Offesa se lusinga,
Quest'ora ha l'arte strana.
Non è primo apparire
Dell'autunno già libero?
Con non altro mistero
Corre infatti a dorarsi
Il bel tempo che toglie
Il dono di follia.
Eppure, eppure griderei:
Veloce gioventù dei sensi
Che all'oscuro mi tieni di me stesso
E consenti le immagini all'eterno,
Non mi lasciare, resta, sofferenza!
Analisi del testo e commento
Quando Ungaretti scrisse questa poesia aveva 53 anni: è iniziata la stagione dell'autunno della sua vita in cui sopraggiungono gli anni "vecchi" che rendono il poeta più saggio e pacato e meno concentrato al tema del dolore.Le voci che si sentono a gran distanza (cioè non si sentono chiare) servono ad alimentare il senso di solitudine.
Dice che fa male (è un'offesa) questa fase della sua vita (quest'ora) perché gli fa credere quello che non è più, la definisce un'arte strana perché ha la capacità di incantare.
Al termine della poesia Ungaretti dice a gran voce (griderei) che nonostante le sofferenze (non solo legate alla guerra), preferisce sempre la gioventù alla vecchiaia. Secondo Ungaretti la giovinezza ci tiene all'oscuro e ci impedisce di conoscerci a fondo, infatti da giovani si è impulsivi e perciò si è imprevedibili anche a noi stessi.
Nonostante tutto il poeta vuole questa sofferenza anche se non conduce alla verità assoluta, la sofferenza è vita.
Figure retoriche
Si distacca / un cielo = enjambement (vv. 2-3).
Muoversi di voci = sinestesia (v. 6). Sfera sensoriale tattile e uditiva.
Offesa se lusinga = antitesi (v. 7).
Primo apparire / dell'autunno = enjambement (vv. 9-10).
che toglie / il dono di follia = enjambement (vv. 13-14).
Eppure, eppure = anadiplosi (v. 15).