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Purgatorio Canto 14 - Figure retoriche

Tutte le figure retoriche presenti nel quattordicesimo canto del Purgatorio (Canto XIV) della Divina Commedia di Dante Alighieri.

Qui di seguito trovate tutte le figure retoriche del quattordicesimo canto del Purgatorio. In questo canto Dante e Viriglio incontrano due invidiosi nella seconda Cornice: Guido del Duca e Rinieri da Calboli. Questi si chiedono come possa essere ancora vivo e con gli occhi aperti e, meravigliati di ciò, gli chiedono da dove egli proviene. Danto gli risponde con una perifrasi per non nominare il fiume Arno. Per una migliore comprensione del testo vi consigliamo di leggere la parafrasi del Canto 14 del Purgatorio.


Le figure retoriche

Non è solo = litote (v. 4). Cioè: "è in compania".

Fitta / nel corpo = enjambement (vv. 10-11).

Quanto vuol cosa che non fu più mai = similitudine (v. 15). Cioè: "ci fai meravigliare quanto ci meraviglia una cosa mai accaduta prima".

‘l nome mio = anastrofe (v. 21). Cioè: "il mio nome".

Pur com’om fa de l’orribili cose = similitudine (v. 27). Cioè: "come fa l'uomo quando parla di cose orribili".

Di ciò domandata era = anastrofe (v. 27). Cioè: "di cui ci fu domandato".

Dal principio suo = anastrofe (v. 31). Cioè: "dalla sua sorgente".

De la marina asciuga = anastrofe (v. 35). Cioè: "fa evaporare dal mare".

Vertù così per nimica si fuga da tutti come biscia = due similitudini (vv. 37-38). Cioè: "la virtù è schivata da tutti come nemica, quasi fosse una serpe".

Per sventura / del luogo = enjambement (vv. 38-39).

Che par che Circe li avesse in pastura = similitudine (v. 42). Cioè: "tanto che sembra che Circe li abbia trasformati in animali".

Uman uso = anastrofe (v. 44). Cioè: "per uso umano, per gli uomini".

Maladetta e sventurata = endiadi (v. 51).

La carne loro = anastrofe (v. 61). Cioè: "la loro carne".

Poscia li ancide come antica belva = similitudine (v. 62). Cioè: "poi le uccide come una besta primitiva".

Com’a l’annunzio di dogliosi danni si turba il viso di colui ch’ascolta, da qual che parte il periglio l’assanni, così vid’io l’altr’anima, che volta stava a udir, turbarsi e farsi trista, poi ch’ebbe la parola a sì raccolta = similitudine (vv. 67-72). Cioè: "Come all'annuncio di eventi dolorosi il viso di chi ascolta si turba, da qualunque parte lo assalga il pericolo, così io vidi l'altra anima, che ascoltava con attenzione, turbarsi e rattristarsi, dopo che ebbe sentito quelle parole".

Il sangue mio = anastrofe (v. 82). Cioè: "il mio sangue".

D’invidia sì riarso = anastrofe (v. 82). Cioè: "così ardente d'invidia".

Visto m’avresti = anastrofe (v. 84). Cioè: "mi avresti visto".

‘l pregio e l’onore = endiadi (vv. 88).

L’onore / de la casa da Calboli = enjambement (vv. 88-89).

Nullo / fatto = enjambement (vv. 89-90).

Tra ‘l Po e ‘l monte e la marina e ‘l Reno = enumerazione (v. 92).

Ripieno / di venenosi sterpi = enjambement (vv. 94-95).

Venenosi sterpi = anastrofe (v. 95). Cioè: "sterpi velenosi".

Le donne e ‘ cavalier, li affanni e li agi = chiasmo (v. 109). Cioè: "le donne e i cavalieri, le fatche e i piaceri".

‘l demonio / lor = enjambement (vv. 118-119).

Il nome tuo = anastrofe (v. 122).

Mi diletta / troppo = enjambement (vv. 124-125).

Del cammin confidare = anastrofe (v. 129). Cioè: "confidare nel cammino".

Folgore parve quando l’aere fende = similitudine (v. 132). Cioè: "ci venne incontro come un fulmine quando fende l'aria".

E fuggì come tuon che si dilegua = similitudine (v. 134). Cioè: "e si allontanò con la velocità del tuono che si dilegua".

Che somigliò tonar che tosto segua = similitudine (v. 138). Cioè: "come un tuono che ne segue immediatamente un altro".

Chi tutto discerne = perifrasi (v. 151). Cioè: "chi vede tutto, per indicare Dio".



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