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X Agosto - Pascoli: parafrasi, analisi e commento

Appunto di letteratura riguardante la poesia "X Agosto" di Giovanni Pascoli: testo, parafrasi, analisi del testo, figure retoriche e commento.
San-Lorenzo-poesia-famosa

La morte del padre, ucciso in circostanze mai chiarite segna profondamente la vita del poeta. In questa, che è la più famosa delle poesie ispirate a questo tragico evento, Giovanni Pascoli vede nelle stelle cadenti della notte di San Lorenzo (10 agosto) il pianto del cielo sulla malvagità degli uomini. Fu pubblicata sul “Marzocco” il 9 agosto 1896 e poi inclusa nella quarta edizione (1897) di Myricae, nella sezione Elegie.






Testo

San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.

Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.

Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.

Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.

E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!



Parafrasi

San Lorenzo, io sono a conoscenza del perché
così numerose stelle nell'aria serena
si incendiano e cadono, perché le tue lacrime
brillano nella volta celeste.
Una rondine stava ritornando al suo nido:
fu uccisa: cadde tra i rovi spinosi;
nel becco aveva un insetto:
era la cena per i suoi rondinini.

Ora è la, con le ali spalancate e senza vita come se fosse stata crocifissa,
con il verme rivolto verso il cielo lontano,
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
e pian piano smettono di cinguettare.

Anche un uomo stava tornando a casa:
fu ucciso: disse perdono per gli assassini;
e restò con gli occhi sbarrati come se avesse voluto gridare (ma la morte non gli diede il tempo)
portava due bambole in dono alle figlie.

Ora là, nella casa solitaria,
lo aspettano, aspettano inutilmente
egli immobile, stupefatto, indica
al cielo lontano le bambole.

E tu, oh Cielo infinito e immortale,
dall'alto dei mondi sereni
inondi la Terra dominata dal male
di un pianto di stelle."



Analisi del testo

Schema metrico: 6 quartine di decasillabi e novenari con rime alternate (ABAB, CDCD)

Nella prima strofa della lirica il poeta descrive la notte di San Lorenzo, una notte famosa per le stelle cadenti. Tuttavia, anziché essere viste come qualcosa di meraviglioso, si accenna a esse come se fossero un "pianto dell'universo". Il poeta si rivolge direttamente a San Lorenzo, il santo martire festeggiato il 10 agosto, la cui morte ha un significato personale per Pascoli, in quanto suo padre fu ucciso proprio in quel giorno. Durante questa notte, il cielo è solcato da stelle cadenti, interpretate dalla tradizione popolare come le lacrime di San Lorenzo.
Nella parte centrale della poesia, che va dalla seconda alla quinta strofa, c'è una perfetta simmetria tra la figura della rondine e di Ruggero. Due strofe parlano della rondine: tornava al suo nido con un insetto catturato per nutrire i suoi piccoli rondinini. Le altre due strofe affrontano il tema dell'assassinio del padre, avvenuto in modo ingiusto mentre portava a casa due bambole come regalo.
La strofa finale, che è simmetrica rispetto alla prima, chiude la poesia sottolineando e rendendo più drammatica quanto già anticipato al verso 3, con l'immagine del pianto dell'universo.

Il motivo centrale di questa lirica è la malvagità umana che per interesse o per soddisfare un capriccio crudele, uccide creature innocenti, in questo caso un uomo e una rondine. E queste due creature accomunate nel segno della morte diventano qui simbolo dell'ingiustizia e del Male presenti sulla Terra, un piccolo pianeta sospeso nell'immensità dell'universo, circondato da innumerevoli stelle luminose. La poesia ci introduce in questo mondo cosmico, nel quale il poeta Pascoli colloca la Terra: pur appartenendo al cielo, è unica tra i mondi splendenti ad essere contaminata dal male a causa delle azioni perverse dei suoi abitanti. Così, la tragica morte del padre assume una dimensione cosmica, coinvolgendo persino il cielo distante che, con il suo pianto, condivide il dolore degli infelici.

  1. TANTO DI STELLE: così numerose stelle.
  2. NEL CONCAVO CIELO: nella volta celeste.
  3. SPINI: rovi.
  4. COME IN CROCE: la posizione della rondine morta e con le ali spalancate ricorda quella di Gesù messo in croce.
  5. NELL'OMBRA: è l'ombra della sera, ma simboleggia anche il buio della sofferenza e della morte.
  6. PIGOLA: il verso dei pulcini ma anche degli uccelli nel nido è detto pigolare, mentre gli uccelli adulti cinguettano. Il poeta si sofferma sul loro pigolare sempre più piano perché sono così affamati che non hanno nemmeno le forze per pigolare. Un altro motivo potrebbe essere che pigolavano alla vista della loro "madre", che adesso non vedono più e quindi i loro richiami si fanno man mano sempre più deboli.
  7. PERDONO: il padre che muore ha solo parole di perdono per i suoi assassini.
  8. UN GRIDO: il grido rimane negli aperti occhi perché non può uscire dalla bocca; la morte fu immediata, ma fissò nello sguardo dell'ucciso quel grido di stupore.
  9. ROMITA: solitaria, abbandonata. Così rimane la casa-nido, disfatta dalla solitudine e dalla pena.
  10. ATTONITO: stupefatto.
  11. MONDI SERENI: fa riferimento agli antichi dei, che vivevano felici nei loro regni celesti e erano completamente indifferenti al destino e alla sofferenza degli esseri umani.
  12. QUEST'ATOMO: il pianeta Terra, minuscolo, se confrontato alle stelle.



Figure retoriche

  • Apostrofe = "San Lorenzo" (v. 1). Il poeta si rivolge al santo celebrato il 10 agosto, anniversario dell'assassinio del padre.
  • Sineddoche = al tetto (v. 5) = invece di dire al suo nido.
  • Allitterazioni = della L (vv. 1-2); della R e N (v.5); della P (v.12), della A e T (v.19), della A e O (v.24).
  • Personificazioni = - "Cielo" (v. 21)
  • Anastrofe = "ritornava una rondine al tetto" (v. 5), il sostantivo è posizionato dopo il verbo.
  • Similitudini = come in croce (v.9).
  • Metonimia = il suo nido che pigola (v. 11); al suo nido (v. 13).
  • Metafore = perché si gran pianto (v. 3) e "d'un pianto di stelle" (v. 23), per indicare la pioggia di stelle, come se il cielo stesse piangendo; "quest'atomo opaco del Male" (v.24), per indicare la Terra.
  • Sinestesia = restò negli aperti occhi un grido (v. 15). La sfera visiva (occhi) e la sfera uditiva (grido).
  • Assonanza = arde e cade (v.3). Le vocali sono identiche, cambiano solo le consonanti.
  • Anafora = Ora è là (vv. 9 e 17) = evidenziano il parallelo tra le due morti, quella della rondine e quella del padre.
  • Anadiplosi = lo aspettano, aspettano in vano (v. 18). La ripetizione del verbo indica l'angoscia causata dall'attesa.
  • Enjambement = - tanto / di stelle (v. 1-2) - tende / quel verme (vv. 9-10) - addita / le bambole (vv. 19-20) - mondi / sereni (vv. 21-22) - inondi / quest'atomo (vv. 23-24)



Commento

Ecco un esempio di trasfigurazione della realtà in "simbolo": le stelle cadenti non sono viste nella loro realtà scientifica di meteore che s'infiammano a contatto con l'atmosfera, ma come pianto del cielo. Il dieci agosto, giorno di San Lorenzo, per Pascoli è una data dolorosa perché gli ricorda la morte del padre Ruggero, assassinato mentre tornava dal mercato di Cesena. È questo il motivo centrale della lirica. Nella notte di San Lorenzo una strana pioggia cade dal cielo: una pioggia di stelle. Il poeta, quasi rispondendo alla sorpresa di chi non sa spiegarsi il meraviglioso fenomeno, afferma con sicurezza: «Io lo so perché»; ma prima di rivelarlo, racconta una favola allegorica (apologo), quella della rondine innocente uccisa da un malvagio, e l'assassinio di un uomo. Chi conosce il fatto luttuoso che gravò sull'adolescenza, anzi su tutta la vita del Pascoli, comprende subito a che cosa vuole alludere; anzi, a questo punto, il riferimento è tanto evidente che quasi si potrebbe considerare superflua la rievocazione della morte tragica del padre; ma per il poeta il fatto è troppo grave per non ritornarvi con precisione di minuti e toccanti particolari. Egli, ora che ha rivelato la malvagità degli uomini, può spiegare apertamente il significato del pianto di stelle, che fin dall'inizio della lirica ha detto di conoscere: piange il Cielo sul male che rende buia la terra, e piange con lacrime di luce perché si uccidono gli innocenti: una rondine che aveva nel becco un insetto la cena dei suoi rondinini e un padre che portava alle sue bambine due bambole in dono.
Vi sono anche riferimenti religiosi: la rondine che muore con le ali aperte come in una croce è il padre che perdona coloro che lo hanno ucciso, la croce è presente anche nella lettera "X" nel titolo della poesia.
Il fenomeno naturale che si verifica nella tranquilla sera estiva finisce per denunciare la legge di sofferenza e d'ingiustizia che sconvolge l'umanità.


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