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Descrizione: Didone (Eneide) - Riassunto

Storia della vita in breve di Didone e la sua descrizione fisica e caratteriale.

Didone era la figlia primogenita di Belo, re di Tiro, ed aveva sposato Sicheo, uno degli uomini più ricchi della fenicia. Di questa ricchezza divenne geloso il fratello di Didone, Pigmalione, il quale a tradimento mentre era nel tempio fece uccidere il cognato. L'assassinio rimase nascosto fino a quando il fantasma di Sicheo non apparve alla vedova esortandola a fuggire e svelandole il luogo in cui teneva il suo tesoro. Didone fugge insieme a degli amici che come lei temevano Pigmalione. Approdata con le sue navi in Africa chiese a Iarba, il re dei Getuli, un po di terra per costruire una città. Iarba, per spregio verso colei che credeva una debole donna, ne concesse tanta quanto ne avrebbe potuto coprire con una pelle di bue. Allora Didone tagliò la pelle in strisce sottilissime che, unite, raggiunsero 22 stadi quadrati (uno stadio equivale a circa 185,27 m) e con quella poté circondare un bel pezzo di terra e da lì nacque Cartagine. Didone si innamora di Enea, ma quando quest'ultimo è costretto a partire per l'Italia (secondo il volere del Fato per fondare Roma), lei lo maledice e poi disperata si uccide con la stessa spada che Enea le aveva donato, gettandosi poi nel fuoco di una pira sacrificale.

Il giuramento di Didone, una sorta di maledizione (vv. 607-629), è ripreso come si trattasse di un suggerimento diretto, da un poeta dell'età dei Flavi, Silio Italico (25-101 d.C.) che compose un poema epico dedicato alla storia della seconda guerra punica, le Puniche, in cui Annibale, presentato come il discendente di Didone, è chiamato a vendicarla scatenando una guerra contro i Romani. Il poema di Silio Italico, che si colloca nel solco dell'imitazione virgiliana, dimostra come, a distanza di anni, la guerra contro i Cartaginesi rievocasse un periodo difficilissimo per i Romani, messi a dura prova dall'abilità strategica di Annibale, che sembrava giustificare un precedente mitico tanto significativo come il personaggio di Didone, eroina tragica e disperata.

Il drammatico destino di Didone e il fascino della sua figura di donna, regina coraggiosa del suo popolo e vittima della passione, senza possibilità di scampo e di salvezza, ne fanno un personaggio di particolare forza. In lei si concentrano alcuni temi fondamentali: la sventura del tradimento, da parte del fratello Pigmalione che le uccide il marito, la solitudine della donna rimasta vedova in una realtà ostile, l'astuzia con cui riesce a ricostituire un suo dominio e la tenacia con cui fonda una nuova città; quindi la debolezza di fronte alla passione, l'infelicità dell'abbandono, la disperazione di una nuova solitudine, aggravata dalla consapevolezza che tutto, anche il buon nome, è perduto.


Aspetto: era giovane e molto bella, era vestita molto sontuosamente.

Carattere: Una donna che ci viene presentata forte (la regina di Cartagine) e intelligente, ma quando si trova davanti ai sentimenti diventa quasi bambina, sentendosi sola e vedendo scomparire ciò che amava (Enea) reagisce come una ragazza insicura e sceglie la morte. Una personalità controversa, ma allo stesso tempo indice che mendicanti o regine, davanti all'amore, siamo tutti uguali!



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