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Odissea Libro VI - Analisi temi e personaggi

Analisi dei temi trattati, il tempo, lo spazio, il narratore e descrizione dei personaggi del sesto libro dell'Odissea.
Ulisse e Nausicaa, di Jean Veber

Tema centrale

Con il sesto libro inizia la cosiddetta Feacide, cioè la narrazione degli eventi che segnano la permanenza, assai breve, di Odisseo nel paese dei Feaci. Odisseo approda nuovamente, solo e privo di mezzi, in una terra sconosciuta e si domanda dove sia capitato, se avrà civile ospitalità e soprattutto se potrà riprendere il viaggio verso casa. I temi del naufragio e della terra sconosciuta introducono quello dell’ospitalità.
Il paese dei Feaci, tuttavia, è un approdo particolare: è la prima tappa del viaggio di ritorno iniziato dall’isola di Calipso, segna il primo incontro con esseri umani, dopo la lunga permanenza presso la ninfa e, nello stesso tempo, è un mondo di favola, dove regnano pace e prosperità e dove è rispettato il rituale dell’ospitalità: ancor prima che Odisseo abbia rivelato la sua identità, è accolto benevolmente da Nausicaa e poi dal re. È giunto in un mondo che conosce le regole del vivere civile e le rispetta, in una sostanziale condivisione dei valori della società cui lo stesso Odisseo appartiene.
Nell’atmosfera di pace che aleggia nel mondo dei Feaci si collocano le figure femminili graziosamente delineate e il tema delle nozze, collegato al tema più generale dei buoni rapporti familiari e civili. Questo tema, sotteso all’incontro fra il naufrago e la fanciulla, si riflette anche sulla coppia regale Alcinoo-Arete che incarna l’accordo coniugale. L’armonia che regna tra i Feaci per contrasto allude alla situazione di Itaca, dove la convivenza civile è profondamente turbata dalla prepotenza dei Proci che attenta quotidianamente alle leggi dell’ospitalità in un continuo banchetto disordinato e “stravolto”, e le nozze sono una minaccia per Penelope. Tuttavia il lettore sa che Odisseo deve partire, e perciò fin dall’inizio i sentimenti di Nausicaa e le parole di Odisseo sono segnati da questa consapevolezza: tutto l’episodio acquista quindi il fascino doloroso di un breve sogno.


Il narratore

Nel libro vi sono molti discorsi, sapientemente orchestrati (mimesi); la voce del narratore segnala l’intervento dei personaggi, senza introdurre un particolare punto di vista. Anzi, con una più diretta messa a fuoco, sono i personaggi stessi che, ormai dotati di una loro individuale capacità di analisi interiore, esprimono i propri sentimenti: in particolare Odisseo esprime la sua angoscia e i suoi dubbi, dialogando con se stesso, secondo un procedimento in lui abituale: rivolgendosi poi con parole ammirate a Nausicaa, ne descrive l’aspetto lasciando trapelare lo stupore per la grazia e la leggiadria.


Lo spazio

Due sono gli spazi dominanti: quello naturale, cui Odisseo approda nudo e privo di mezzi (anticipazione dell’ultimo approdo a Itaca), e quello del palazzo di Alcinoo, solo intravisto nella scena iniziale del risveglio di Nausicaa. Attraverso la descrizione fatta dalla fanciulla prende forma l’immagine della città, animata da alacre operosità e tutta rivolta alle attività della marineria. Lo spazio occupato dai Feaci è molto significativo dal punto di vista simbolico: innanzitutto i suoi abitanti sono i primi uomini “veri” che l’eroe incontra dopo la sua partenza dall’isola di Calipso e dopo le vicende che racconterà dal libro nono in poi: qui egli comincia il suo ritorno alla vita normale, di cui ha inizio il viaggio conclusivo, verso la riconquista della sua identità.
La terra dei Feaci è ricca di prodotti tipici dell’agricoltura (olio, vino, cereali), ma è anche luogo di lavoro tecnico: il palazzo di Alcinoo è ricco di mirabili opere d’arte; essi sono abilissimi costruttori di navi, onorano gli dèi con ricchi sacrifici e sono ospitali verso gli stranieri; il re governa un popolo pacifico e ossequioso delle leggi, in armonia con altri capi, senza traccia di ostilità.
Per le caratteristiche di pace e di prosperità la terra dei Feaci è in contrapposizione con il mondo selvaggio dei Ciclopi (libro nono) e con ltaca, che, all’arrivo di Odisseo, è una sorta di mondo imbarbarito. Questo luogo di passaggio dalle avventure “magiche” al mondo degli uomini, che avvia Odisseo a ritrovare la sua famiglia e la sua patria, è ideale, mitico, immerso in un’età dell’oro, in cui la vita non conosce tensioni e conflitti. Ma il mondo dei Feaci è destinato a scomparire: secondo una profezia, la scorta accordata a un supplice (Odisseo appunto) scatenerà l’ira di Posidone, che li punirà coprendo la città con un gran monte, come è narrato nel libro tredicesimo. Dunque il mondo della pace e del buon governo è destinato a finire e la nuova realtà che si afferma è quella della vita difficile, in cui la tranquillità è riconquistata a fatica, anche con il sangue, come farà Odisseo per ristabilire il suo potere: il destino dei Feaci è la fine di un sogno, quello dell’età dell’oro e dell’armonica convivenza fra gli uomini e della felicità nella natura.


Il tempo

La narrazione è lineare e copre un arco di tempo breve, parte del 27° giorno, ampiamente occupato dai discorsi dei protagonisti.

Tre sono i momenti fondamentali:
  • un breve excursus (digressione) storico-mitico sul regno dei Feaci, che fornisce le informazioni indispensabili su di essi; 
  • il sogno di Nausicaa e la sua andata al fiume; 
  • la scena del gioco con il risveglio di Odisseo: durante questo periodo l’eroe è in un certo senso dimenticato, dormiente, sul letto di foglie sotto il cespuglio che lo ha accolto e nascosto dopo il naufragio. All’interno di questa linea narrativa un interessante elemento di curiosità è introdotto dal racconto di Odisseo, il quale accenna in modo fugace le sue avventure precedenti, che verranno narrate ben oltre (a partire dal nono libro).


Personaggi

La prima nota caratteristica di Odisseo è la prudenza: egli è reduce da terribili avventure, che narrerà successivamente, e mostra di aver imparato a essere cauto; il suo discorso a Nausicaa, inoltre, è un capolavoro di eloquenza, soppeso fra amabilità, ricerca di benevolenza e sincera ammirazione: in equilibrio fra la disperazione e la speranza, esso è il primo di una serie di discorsi in cui Odisseo darà notizie di sé, più volte ingannevoli, ma sempre accortamente mirate a destare sentimenti di solidarietà e di rispetto negli ascoltatori.
Quando approda alla terra dei Feaci egli è ridotto in uno stato di penia, cioè di indigenza e di difficoltà, come egli stesso afferma; tuttavia, le esperienze accumulate e le sue doti personali sono una risorsa che altre volte l’ha salvato (come si verrà a sapere dal suo stesso racconto) e in esse confida. Il momento critico dopo la tempesta e il naufragio coincide con la fiducia nel futuro. E con questo stato d’animo si rivolge a Nausicaa. La fanciulla è un personaggio pieno di grazia e di fascino femminile: appare solo in questo libro e poi di sfuggita in un ultimo saluto all’eroe (libro VIII). Nelle sue parole e nel suo comportamento si rispecchiano gli ideali di bellezza e di serenità del mondo in cui vive, e il pudore che domina il suo discorso all’ospite sconosciuto ne caratterizza il profilo riservato ma non insensibile a un primo sentimento d’amore. Inoltre è l’unico personaggio femminile che non riesce a trattenere Odisseo: più debole di Calipso o della maga Circe, il suo sogno di matrimonio è fragilissimo, subito consegnato a un lieve rimpianto.

Gli dei
Atena mantiene la regia degli avvenimenti: organizza l’incontro fra Odisseo e Nausicaa con il sogno ingannevole e rende ancor più efficace la sua opera con una sorta di intervento di “cosmesi” sul suo protetto, reso più affascinante. La sua azione è continua, ma non invadente e lascia spazio all’inventiva dei personaggi, soprattutto di Odisseo, suo degno emulo per accortezza e astuzia.



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