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Il lupo e l'agnello


Il lupo e l'agnello è una favola di Fedro e di Esopo.

Testo (Fedro):
Un lupo e un agnello, spinti dalla sete, erano venuti allo stesso ruscello.
Il lupo stava più in alto e, un po' più lontano, in basso, l'agnello.
Allora il malvagio, incitato dalla gola insaziabile, cercò una causa di litigio.
"Perché - disse - mi hai fatto diventare torbida l'acqua che sto bevendo?
E l'agnello, tremando:
"Come posso - chiedo - fare quello di cui ti sei lamentato, o lupo? L'acqua scorre da te alle mie sorsate!"
Quello, respinto dalla forza della verità:
"Sei mesi fa - aggiunse - hai parlato male di me!"
Rispose l'agnello:
"Ma veramente... non ero ancora nato!"
"Per Ercole! Tuo padre - disse il lupo - ha parlato male di me!"
E così, afferratolo, lo uccide dandogli una morte ingiusta.
Questa favola è scritta per quegli uomini che opprimono gli innocenti con falsi pretesti.


Testo (Esopo):
Un lupo vide un agnello vicino a un torrente che beveva, e gli venne voglia di mangiarselo con qualche bel pretesto. Standosene là a monte, cominciò quindi ad accusarlo di sporcare l'acqua, così che egli non poteva bere. L'agnello gli fece notare che, per bere, sfiorava appena l'acqua
e che, d'altra parte, stando a valle non gli era possibile intorbidire la corrente a monte.
Venutogli meno quel pretesto, il lupo allora gli disse: «Ma tu sei quello che l'anno scorso ha insultato mio padre !»
E l'agnello a spiegargli che a quella data non era ancora nato.
«Bene» concluse il lupo, «se tu sei così bravo a trovare delle scuse, io non posso mica rinunciare a mangiarti.»


Analisi del testo


Tipologia: favola.

Personaggi: il lupo, l'agnello.

Luogo: vicino a un torrente.

Spiegazione: Il lupo è un predatore e l'agnello una preda, avrebbe potuto mangiarsi il tenero animale senza nemmeno rivolgergli la parola ed invece ha cercato un pretesto, credendo di avere la meglio anche verbalmente oltre che sul piano fisico. In realtà l'agnello si è saputo difendere bene, anche perché non poteva essere accusato di nulla, ma questo non gli è mica servito a salvarsi la pelle. La favola dimostra che contro chi ha deciso di fare un torto non c'è giusta difesa che valga.

Morale: I prepotenti calpestano i deboli con falsi pretesti. Chi è dalla parte del giusto talvolta non può nulla contro chi è più forte.


Interessante è anche la lirica "Caino" scritta da Giuseppe Ungaretti, che ricorda parecchio questa favola, nella quale paragona Caino a un pastore di lupi per aver ucciso il fratello Abele e perché è il capostipite di un'umanità aggressiva.



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