Testo:
Io vi doto, del mese di gennaio,corti con fumo al modo montanese,
letta qual’ ha nel mare il genovese,
acqua e vento che non cali maio,
povertà [di] fanciulle a colmo staio,
da ber aceto forte galavrese
e star[e] come ribaldo in arnese,
con panni rotti senza alcun denaio.
Ancor vi do così fat[t]o soggiorno:
con una vecchia nera, vizza e ranca,
catun gittando [de] la neve a torno;
apresso voi seder in una banca,
e resmirando quel so viso adorno;
così riposi la brigata manca.
Parafrasi
Io vi fornisco, nel mese di gennaio: saloni affumicati come nelle baite di montagna; letti quali possiede in mare il marinaio genovese; acqua e vento che mai non si calmino; siate assolutamente privi di ragazze che vi facciano compagnia; da bere [abbiate] aceto aspro di Calabria, e stiate come un poveraccio malandato, con le vesti rotte e senza un soldo. E vi procaccio ancora questo bel vivere: con una vecchia nera, avvizzita e zoppa, ciascuno gettando intorno della neve, si segga poi sopra una panca; e rimirando il bel viso della vecchia, così si risposi la compagnia squattrinata.Commento
Descrive una squallida brigata costretta a soffrire il fumo, la pioggia, la povertà e a contemplare un volto di donna vecchio, nero e vizzo. Se il mondo di Folgore era un paradiso laico e terreno, questo di Cenne è un inferno dove il poeta si diverte a far da diavolo.