Rustico di Filippo fu poeta d'amore e sonettista politico; di lui ci sono stati tramandati cinquantotto componimenti: era ghibellino e agli avversari guelfi tornati in forze dopo la battaglia di Benevento (1266), vinta da Carlo d'Angiò contro Manfredi, dedica questo sonetto.
Siete fuggiti per paura - scrive -; ora potete tornare a far guerra.
Manca a Rustico, il distacco: l'ira è la sua forza, sorniona e allusiva; schernisce l'arroganza di chi è rientrato a Firenze e s'appresta a fare atto di sottomissione a papa Clemente IV. Poeta della cronaca municipale, Rustico usa un linguaggio popolaresco, vive della sua passione, fredda e amara, di toscano.
sicuramente potete tornare;
da eh 'e' ci è dirizzata la ventura,
ormai potete guerra inconinzare.
E più non vi bisogna stare a dura,
da che non è chi vi scomunicare;
ma ben lo vi tenete 'n isciagura,
che non avete più casgion, che dare.
Ma so bene, se Carlo fosse morto,
che voi ci trovereste ancor casgione;
però del papa non ho gran conforto.
Ma i' non voglio con voi stare a tenzone,
ca lungo temp'è, ch'io ne fui accorto
che '1 ghibellino aveste per garzone.
Numero versi: 14
Schema rimico: A B A B A B A B C D C D C D
Siete fuggiti per paura - scrive -; ora potete tornare a far guerra.
Manca a Rustico, il distacco: l'ira è la sua forza, sorniona e allusiva; schernisce l'arroganza di chi è rientrato a Firenze e s'appresta a fare atto di sottomissione a papa Clemente IV. Poeta della cronaca municipale, Rustico usa un linguaggio popolaresco, vive della sua passione, fredda e amara, di toscano.
Testo:
A voi, che ve ne andaste per paura:sicuramente potete tornare;
da eh 'e' ci è dirizzata la ventura,
ormai potete guerra inconinzare.
E più non vi bisogna stare a dura,
da che non è chi vi scomunicare;
ma ben lo vi tenete 'n isciagura,
che non avete più casgion, che dare.
Ma so bene, se Carlo fosse morto,
che voi ci trovereste ancor casgione;
però del papa non ho gran conforto.
Ma i' non voglio con voi stare a tenzone,
ca lungo temp'è, ch'io ne fui accorto
che '1 ghibellino aveste per garzone.
Parafrasi
Voi, che ve ne siete fuggiti per paura
tornate pure sicuri;
dal momento che la mala sorte si è rivolta contro di noi,
potete cominciare a combattere con coraggio.
E non avete più bisogno di stare sulla difensiva,
perché non c'è nessuno da poter scomunicare;
ma voi siete capaci di ritenere anche questo una disgrazia,
perché non avete più nessuno da tormentare.
E io so bene che, se Carlo [Carlo d'Angiò] fosse morto,
voi trovereste il modo di accusare anche lui,
e non sono tanto sicuro neppure per il papa.
Ma io non voglio stare a discutere con voi
perché so da lungo che considerate i Ghibellini niente più che i vostri servitori.
Analisi del testo
Versificazione: sonettoNumero versi: 14
Schema rimico: A B A B A B A B C D C D C D