Winckelmann non vide mai un originale greco ma solo copie del tardo ellenismo romano, tuttavia su queste fondò le sue interpretazioni dell'arte greca. Nel 1755 scrive "I pensieri sull'imitazione dell'arte greca" dove sostiene che il buon gusto nasce in Grecia e per essere grandi artisti si deve imitare gli antichi. Winckelmann consiglia di imitare le copie romane: l'Antinoo del Belvedere del greco Prassitele, l'Apollo del Belvedere del greco Leochares, il Gruppo del Lacoonte che caratterizza i capolavori greci e cioè una nobile semplicità e una quieta grandezza (posizione di riposa, prima o dopo un'azione tragica). Riconosce come valori anche la bellezza dei corpi, più precisamente il contorno e il drappeggio, da cui il gusto al disegno ben definito sull'esempio di Raffaello.
Fonte: Mapper-Mapper