“Così è se vi pare” è un dramma che ha inizio dai pettegolezzi degli abitanti di una cittadella riguardanti i nuovi arrivati in città. La Signora Amalia e la figlia Dina discutono proprio su queste ultime notizie del paese: il Signor Ponza sembra rinchiudere in casa la propria moglie e non le permette di parlare di persona con la madre. Lamberto Laudisi, fratello della Signora Amalia, afferma che devono esserci spiegazioni a questo comportamento, spiegazioni che sono fuori dalla loro portata.
Il Signor Ponza è il subordinato del Consigliere Agazzi, marito della Signora Amalia, per cui la Signora Cini, il Signore e la Signora Sirelli giungono presso la residenza Agazzi per saperne di più. Gli ospiti sono già molto informati, ancor di più di Amalia e Dina, sanno addirittura i dettagli della situazione: la suocera del Signor Ponza, la Signora Frola, deve suonare un campanello affinché la figlia si esponga sul terrazzo del proprio appartamento il quale è situato a parecchi piani dal suolo.
Il Signor Sirelli è il più curioso di tutti e infatti sembra saperne più di tutti: egli afferma che il motivo di tale comportamento sia la gelosia del Signor Ponza nei confronti della sua donna. Durante i dialoghi dei suddetti, il Signor Agazzi va a dichiarare questi fatti al Prefetto chiedendogli di metter luce su questi fatti; dopodiché torna a casa.
Giunge sul luogo la Signora Frola, suocera del Signor Ponza e vicina di casa della Signora Amalia. Ella è stata invitata per soddisfare la curiosità dei presenti.
La Signora Frola, dopo i dovuti saluti, viene sottoposta ad un interrogatorio: ella risponde indugiando ed afferma che il suo genero vuole molto bene alla propria figlia, ma poiché ella è di salute cagionevole e lui è lievemente possessivo, a quest’ultima non è consentito di uscire di casa; tuttavia la suocera è contenta di poter scambiare lettere con la figlia. L’anziana signora giustifica tutti i comportamenti del genero affermando che dopo la tragedia successo nel loro paese natale, nel quale morirono tutti i parenti eccetto loro due, nulla fu mai più come prima. Dopo aver chiarito –seppur in modo ambiguo– la questione riguardante il Signor Ponza, essa torna a casa.
Arriva affannoso in casa Agazzi il Signor Ponza il quale spiega a tutti i presenti che la suocera è pazza. La cosa inizialmente mette in confusione tutti quanti poiché la Signora Frolla non mostrava segni di pazzia, ma pian piano le cose sembrano quadrare dopo il racconto del genero. Egli racconta che la suocera impazzì dopo la tragedia accaduta nel paese natale in cui perse l’amata figlia, ma quando vide la seconda moglie di lui, la mente dell’anziana, ingannando se stessa, assunse questa come sua figlia: da quando pensa di aver ritrovato la figlia, la Signora Frolla non sembra avere più problemi di schizofrenia. Tuttavia il Signor Ponza spiega che la moglie è sì caritevole nei confronti dell’anziana ma non può sopportare l’idea di essere accarezzata e abbracciata da una signora che non conosce. La moglie addirittura ha paura di uscire di casa a causa di questo sconveniente ed è questo il motivo per cui ella è segregata in casa. Tutti i presenti comprendono la situazione del Signor Ponza e lo compatiscono, dunque egli parte per tornare a casa.
Ritorna la Signora Frola presso la residenza Agazzi e dagli sguardi timorosi intuisce cosa il Signor Ponza disse. Ella allora dice di voler ammettere la verità: suo genero è pazzo. Anche questa nuova versione dei fatti esposta dalla signora calza appieno a tutto l’accaduto. La Signora Frola afferma che l’affanno che il genero presenta è un sintomo della sua schizofrenia, malattia che non ha del tutto pervaso il giovanotto: infatti la signora afferma che egli sa svolgere il proprio lavoro in modo eccellente. La donna accusa il genero di avere una psiche complessa anche nella vita precedente, quando già rinchiudeva la figlia a casa. Questa era realmente cagionevole e per cui aveva bisogno di ricevere a casa un medico o di andare in ospedale, ma la gelosia causata da un amore troppo forte da parte del Signor Ponza impediva entrambe le soluzioni. Data la situazione, i parenti decisero di sottrargli la moglie in sua assenza e portarla in ospedale: quest’azione causò la disperazione dell’uomo. Quando la moglie finì la riabilitazione lui la rifiutò affermando che non era la stessa persona. I parenti furono costretti a ripresentare la donna con un altro nome e a falsificare il documento di secondo matrimonio. L’uomo ora tiene segregata la moglie in casa e per giustificarsi davanti agli altri è costretto a dire che la suocera è pazza. Dopo tale dichiarazione la signora si ritira e i rimanenti rimangono senza parole.
Il secondo atto si svolge nello studio in casa del signor Agazzi, dove il cancelliere chiama il commissario Centauri per cercare dei documenti che possano testimoniare a favore del Signor Ponza o della Signora Frola. Il commissario riferisce che ogni documento è andato distrutto durante il terremoto di tempo addietro.
La compagnia decide dunque di formulare un piano che riesca a metter le due persone nella stessa stanza e chiarirsi in modo definitivo. Il Signor Agazzi fingerà di aver lasciato dei documenti nello studio e si condurrà dietro il proprio subordinato mentre le donne inviteranno la Signora Frola per un incontro tra donne. Il piano sembra riuscire: la suocera è in salotto a suonare il pianoforte e il genero è nello studio. Ora i due sono costretti a parlarsi faccia a faccia con tutti gli altri attorno che assistono alla scena. Il Signor Ponza alza la voce e ordina alla donna di non suonare le melodie che un tempo la figlia suonava al piano. Egli urla con impeto eccessivo tale da far piangere la suocera e mandarla a casa. Proprio quando tutti avevano iniziato a pensare che il pazzo fosse il Signor Ponza, quest’ultimo confessa che gli è necessario simulare di esser pazzo affinché l’altra possa rimanere convinta della propria versione dei fatti e riuscendo dunque a proteggere la propria psiche.
Nel terzo atto il commissario Centuri ha svolto un’indagine e ha trovato testimonianze le quali affermano che la signora è stata in una casa di cura, tuttavia la documentazione non garantisce se la signora di cui si tratta sia la Signora Ponza o la Signora Frolla: le testimonianze sono dunque infruttuose.
Giunge il Prefetto in casa Agazzi poiché il cancelliere ha esposto denuncia di questo fatto. Lamberto Laudisi suggerisce un’idea: con il potere in possesso del Prefetto si può costringere il Signor Ponza ad aprire la porta di casa e lasciar testimoniare la moglie, ormai l’unica che possa dar luce ai fatti. Il Prefetto chiede dunque al Signor Ponza di portare la moglie davanti a lui per poter testimoniare contro o a favore di una delle due parti. L’uomo si oppone, ma viene costretto dal proprio superiore, così egli si fa promettere che nessuno avrebbe portato presso lo stesso luogo la Signora Frolla. La suocera tuttavia si reca da sola sul posto e alla vista della supposta figlia si avvinghia a lei. Il Signor Ponza accorre e accusa i presenti per non aver mantenuto la promessa, infine riporta a casa la suocera: entrambi sembrano esausti e si allontanano l’uno accanto all'altra in modo affettuoso. I rimanenti approfittano per chiedere alla Signora Ponza chi lei fosse: ella risponde che è la figlia della Signora Frolla ma anche la seconda moglie del Signor Ponza, elle è chiunque glia altri la credono.
Il Signor Ponza è il subordinato del Consigliere Agazzi, marito della Signora Amalia, per cui la Signora Cini, il Signore e la Signora Sirelli giungono presso la residenza Agazzi per saperne di più. Gli ospiti sono già molto informati, ancor di più di Amalia e Dina, sanno addirittura i dettagli della situazione: la suocera del Signor Ponza, la Signora Frola, deve suonare un campanello affinché la figlia si esponga sul terrazzo del proprio appartamento il quale è situato a parecchi piani dal suolo.
Il Signor Sirelli è il più curioso di tutti e infatti sembra saperne più di tutti: egli afferma che il motivo di tale comportamento sia la gelosia del Signor Ponza nei confronti della sua donna. Durante i dialoghi dei suddetti, il Signor Agazzi va a dichiarare questi fatti al Prefetto chiedendogli di metter luce su questi fatti; dopodiché torna a casa.
Giunge sul luogo la Signora Frola, suocera del Signor Ponza e vicina di casa della Signora Amalia. Ella è stata invitata per soddisfare la curiosità dei presenti.
La Signora Frola, dopo i dovuti saluti, viene sottoposta ad un interrogatorio: ella risponde indugiando ed afferma che il suo genero vuole molto bene alla propria figlia, ma poiché ella è di salute cagionevole e lui è lievemente possessivo, a quest’ultima non è consentito di uscire di casa; tuttavia la suocera è contenta di poter scambiare lettere con la figlia. L’anziana signora giustifica tutti i comportamenti del genero affermando che dopo la tragedia successo nel loro paese natale, nel quale morirono tutti i parenti eccetto loro due, nulla fu mai più come prima. Dopo aver chiarito –seppur in modo ambiguo– la questione riguardante il Signor Ponza, essa torna a casa.
Arriva affannoso in casa Agazzi il Signor Ponza il quale spiega a tutti i presenti che la suocera è pazza. La cosa inizialmente mette in confusione tutti quanti poiché la Signora Frolla non mostrava segni di pazzia, ma pian piano le cose sembrano quadrare dopo il racconto del genero. Egli racconta che la suocera impazzì dopo la tragedia accaduta nel paese natale in cui perse l’amata figlia, ma quando vide la seconda moglie di lui, la mente dell’anziana, ingannando se stessa, assunse questa come sua figlia: da quando pensa di aver ritrovato la figlia, la Signora Frolla non sembra avere più problemi di schizofrenia. Tuttavia il Signor Ponza spiega che la moglie è sì caritevole nei confronti dell’anziana ma non può sopportare l’idea di essere accarezzata e abbracciata da una signora che non conosce. La moglie addirittura ha paura di uscire di casa a causa di questo sconveniente ed è questo il motivo per cui ella è segregata in casa. Tutti i presenti comprendono la situazione del Signor Ponza e lo compatiscono, dunque egli parte per tornare a casa.
Ritorna la Signora Frola presso la residenza Agazzi e dagli sguardi timorosi intuisce cosa il Signor Ponza disse. Ella allora dice di voler ammettere la verità: suo genero è pazzo. Anche questa nuova versione dei fatti esposta dalla signora calza appieno a tutto l’accaduto. La Signora Frola afferma che l’affanno che il genero presenta è un sintomo della sua schizofrenia, malattia che non ha del tutto pervaso il giovanotto: infatti la signora afferma che egli sa svolgere il proprio lavoro in modo eccellente. La donna accusa il genero di avere una psiche complessa anche nella vita precedente, quando già rinchiudeva la figlia a casa. Questa era realmente cagionevole e per cui aveva bisogno di ricevere a casa un medico o di andare in ospedale, ma la gelosia causata da un amore troppo forte da parte del Signor Ponza impediva entrambe le soluzioni. Data la situazione, i parenti decisero di sottrargli la moglie in sua assenza e portarla in ospedale: quest’azione causò la disperazione dell’uomo. Quando la moglie finì la riabilitazione lui la rifiutò affermando che non era la stessa persona. I parenti furono costretti a ripresentare la donna con un altro nome e a falsificare il documento di secondo matrimonio. L’uomo ora tiene segregata la moglie in casa e per giustificarsi davanti agli altri è costretto a dire che la suocera è pazza. Dopo tale dichiarazione la signora si ritira e i rimanenti rimangono senza parole.
Il secondo atto si svolge nello studio in casa del signor Agazzi, dove il cancelliere chiama il commissario Centauri per cercare dei documenti che possano testimoniare a favore del Signor Ponza o della Signora Frola. Il commissario riferisce che ogni documento è andato distrutto durante il terremoto di tempo addietro.
La compagnia decide dunque di formulare un piano che riesca a metter le due persone nella stessa stanza e chiarirsi in modo definitivo. Il Signor Agazzi fingerà di aver lasciato dei documenti nello studio e si condurrà dietro il proprio subordinato mentre le donne inviteranno la Signora Frola per un incontro tra donne. Il piano sembra riuscire: la suocera è in salotto a suonare il pianoforte e il genero è nello studio. Ora i due sono costretti a parlarsi faccia a faccia con tutti gli altri attorno che assistono alla scena. Il Signor Ponza alza la voce e ordina alla donna di non suonare le melodie che un tempo la figlia suonava al piano. Egli urla con impeto eccessivo tale da far piangere la suocera e mandarla a casa. Proprio quando tutti avevano iniziato a pensare che il pazzo fosse il Signor Ponza, quest’ultimo confessa che gli è necessario simulare di esser pazzo affinché l’altra possa rimanere convinta della propria versione dei fatti e riuscendo dunque a proteggere la propria psiche.
Nel terzo atto il commissario Centuri ha svolto un’indagine e ha trovato testimonianze le quali affermano che la signora è stata in una casa di cura, tuttavia la documentazione non garantisce se la signora di cui si tratta sia la Signora Ponza o la Signora Frolla: le testimonianze sono dunque infruttuose.
Giunge il Prefetto in casa Agazzi poiché il cancelliere ha esposto denuncia di questo fatto. Lamberto Laudisi suggerisce un’idea: con il potere in possesso del Prefetto si può costringere il Signor Ponza ad aprire la porta di casa e lasciar testimoniare la moglie, ormai l’unica che possa dar luce ai fatti. Il Prefetto chiede dunque al Signor Ponza di portare la moglie davanti a lui per poter testimoniare contro o a favore di una delle due parti. L’uomo si oppone, ma viene costretto dal proprio superiore, così egli si fa promettere che nessuno avrebbe portato presso lo stesso luogo la Signora Frolla. La suocera tuttavia si reca da sola sul posto e alla vista della supposta figlia si avvinghia a lei. Il Signor Ponza accorre e accusa i presenti per non aver mantenuto la promessa, infine riporta a casa la suocera: entrambi sembrano esausti e si allontanano l’uno accanto all'altra in modo affettuoso. I rimanenti approfittano per chiedere alla Signora Ponza chi lei fosse: ella risponde che è la figlia della Signora Frolla ma anche la seconda moglie del Signor Ponza, elle è chiunque glia altri la credono.