Temi Svolti: In passato l’anziano era rispettato e considerato depositario del sapere. Oggi, seppur emarginato, è sempre in grado, grazie alla sua esperienza, di fornire preziosi consigli ai giovani.
C’erano una volta gli anziani, quelli che avevano diverse proprietà terriere, quelli che avevano tanti figli e tanti nipoti e che non permettevano a loro di muovere una foglia senza il loro permesso.
Adesso la saggezza degli anziani serve ben poco sembra quasi che siano diventati un peso mal sopportabile. Eppure il numero di anziani è in continuo aumento e ciò comporta che aumenterà il numero di pensionati e quindi mancheranno le persone attive nel mondo del lavoro.
L’anziano che ha finito di lavorare e si sta gustando la sua pensione viene emarginato dalla società perché lo si considera un buono a nulla che passa il suo tempo a vagabondare nelle piazze, davanti ai bar o a fare le partite a carte con gli amici.
Quindi quello che doveva essere il suo meritato riposa si trasforma per l’anziano come un accumulo di sofferenza, angoscia e solitudine fino alla morte. Ciò non avviene per fortuna a chi ha una famiglia difatti può condividere la vecchiaia con la propria moglie, e passare più tempo coi propri figli che certamente hanno bisogno di aiuti in particolar modo se hanno già dei figli, e quindi se l’anziano è già nonno può comportarsi come un baby-sitter a portare a spasso i propri nipotini.
L’anziano anche se non più nel ruolo di capo famiglia non deve essere visto come un peso perché pur non essere una forza attiva nel mondo del lavoro è sempre utile per dare consigli basate sulle sue esperienze di vita, basti ricordare che sul web tra le cose più cercate vi sono parole come “i consigli della nonna, come si cucina questo, come si stira quello” ecc.. Sono tutti consigli che persone anziane saprebbero rispondere in tempo reale.
Infine, ma non per questi cosa meno importante, si deve dare la possibilità agli anziani di scegliere liberamente come trascorrere l’ultimo periodo della loro esistenza. C’è chi decide volontariamente di abitare in una casa di riposo per la terza età, perché vive da solo o male con figli e parenti: con un po’ di fantasia e fortuna, può vivere bene come in un albergo (quando la struttura che lo ospita, non certo gratuitamente, lo permette), accudito dal personale e sempre in compagnia di persone che condividono la sua stessa situazione. C’è anche chi è autosufficiente e accetta volentieri l’idea di starsene tranquillamente in solitudine, magari sperando (e non sarebbe un caso unico) di rincontrare l’amore.
C’è invece chi non può fare a meno dei familiari, dell’affetto dei nipoti, dei films o delle partite in televisione da vedere e commentare con i parenti. Chi si annoia in casa, può scegliere, quando la salute ed il clima lo permettono, di passare molte ore in giro per le strade del paese o della città, di leggere il giornale seduto sulla panchina di un parco, di giocare a carte con gli amici nei circoli o in osteria in compagnia di un buon bicchiere di vino.
In conclusione, pur restando grave la condizione di molti anziani emarginati, abbandonati ed in condizioni gravi di salute essi rimangono degli esseri umani e che continuano ad avere gli stessi diritti di vita di quando erano giovani; le famiglie più strette (in fatto di parentela) devono prendere seriamente la condizione che egli possa abitare insieme a loro anche a costo di fare sacrifici. E comunque è raro che l’anziano non abbia figli o fratelli e sorelle ancora in vita, se questi questi sono in ottimo stato di salute potrebbero tenerselo in casa anche a turno per alleviare la fatica di badare ad un anziano che solitamente è in grado di autogestirsi.
C’erano una volta gli anziani, quelli che avevano diverse proprietà terriere, quelli che avevano tanti figli e tanti nipoti e che non permettevano a loro di muovere una foglia senza il loro permesso.
Adesso la saggezza degli anziani serve ben poco sembra quasi che siano diventati un peso mal sopportabile. Eppure il numero di anziani è in continuo aumento e ciò comporta che aumenterà il numero di pensionati e quindi mancheranno le persone attive nel mondo del lavoro.
L’anziano che ha finito di lavorare e si sta gustando la sua pensione viene emarginato dalla società perché lo si considera un buono a nulla che passa il suo tempo a vagabondare nelle piazze, davanti ai bar o a fare le partite a carte con gli amici.
Quindi quello che doveva essere il suo meritato riposa si trasforma per l’anziano come un accumulo di sofferenza, angoscia e solitudine fino alla morte. Ciò non avviene per fortuna a chi ha una famiglia difatti può condividere la vecchiaia con la propria moglie, e passare più tempo coi propri figli che certamente hanno bisogno di aiuti in particolar modo se hanno già dei figli, e quindi se l’anziano è già nonno può comportarsi come un baby-sitter a portare a spasso i propri nipotini.
L’anziano anche se non più nel ruolo di capo famiglia non deve essere visto come un peso perché pur non essere una forza attiva nel mondo del lavoro è sempre utile per dare consigli basate sulle sue esperienze di vita, basti ricordare che sul web tra le cose più cercate vi sono parole come “i consigli della nonna, come si cucina questo, come si stira quello” ecc.. Sono tutti consigli che persone anziane saprebbero rispondere in tempo reale.
Infine, ma non per questi cosa meno importante, si deve dare la possibilità agli anziani di scegliere liberamente come trascorrere l’ultimo periodo della loro esistenza. C’è chi decide volontariamente di abitare in una casa di riposo per la terza età, perché vive da solo o male con figli e parenti: con un po’ di fantasia e fortuna, può vivere bene come in un albergo (quando la struttura che lo ospita, non certo gratuitamente, lo permette), accudito dal personale e sempre in compagnia di persone che condividono la sua stessa situazione. C’è anche chi è autosufficiente e accetta volentieri l’idea di starsene tranquillamente in solitudine, magari sperando (e non sarebbe un caso unico) di rincontrare l’amore.
C’è invece chi non può fare a meno dei familiari, dell’affetto dei nipoti, dei films o delle partite in televisione da vedere e commentare con i parenti. Chi si annoia in casa, può scegliere, quando la salute ed il clima lo permettono, di passare molte ore in giro per le strade del paese o della città, di leggere il giornale seduto sulla panchina di un parco, di giocare a carte con gli amici nei circoli o in osteria in compagnia di un buon bicchiere di vino.
In conclusione, pur restando grave la condizione di molti anziani emarginati, abbandonati ed in condizioni gravi di salute essi rimangono degli esseri umani e che continuano ad avere gli stessi diritti di vita di quando erano giovani; le famiglie più strette (in fatto di parentela) devono prendere seriamente la condizione che egli possa abitare insieme a loro anche a costo di fare sacrifici. E comunque è raro che l’anziano non abbia figli o fratelli e sorelle ancora in vita, se questi questi sono in ottimo stato di salute potrebbero tenerselo in casa anche a turno per alleviare la fatica di badare ad un anziano che solitamente è in grado di autogestirsi.