Scuolissima.com - Logo

Che cos'è un Testo

Cos'è?
Nella comunicazione quotidiana usiamo frequentemente la parola testo: diciamo che il testo di una conferenza è troppo lungo e noioso, che il testo di un articolo è molto polemico.
Inoltre possiamo copiare il testo di una lettera per fare domanda di assunzione o dettare per telefono il testo di un telegramma. Prodotti molto diversi tra loro, come si vede, eppure qualcosa, ci permette di dire che in ogni caso si tratta di testi.
Il testo (dal latino textum = tessuto, trama, intreccio) è un prodotto linguistico, orale o scritto, di lunghezza variabile, che comunica un messaggio.
Può essere costituito da una sola parola-frase come Silenzio! oppure dai cento canti della Divina Commedia.

Tra lingua orale e lingua scritta c'è una notevole differenza. Anzi, potremmo dire che sono due lingue diverse, perché diversi sono i mezzi espressivi, diverse le situazioni in cui si usano.
  1. La prima serve quotidianamente e a tutti (anche agli analfabeti) ed è alla base della comunicazione tra gli uomini per conversare e parlare in pubblico;
  2. la seconda, usata più raramente, serve per scrivere documenti, giornali, lettere, libri ecc.

Mentre la lingua scritta ha un suo codice fatto di regole abbastanza precise, la lingua parlata è molto più libera e ammette costruzione grammaticali e sintattiche non sempre accettate per la lingua scritta.
Vediamo le caratteristiche più comuni della lingua orale; di fianco agli esempi riportiamo una traduzione nella lingua scritta per osservare le differenze:

Linguaggio familiare e figurato di carattere popolare

Frasi generalmente brevi e scarsa subordinazione
  1. Fa un freddo cane! Mettiti su quel golf!
  2. Dato che fa molto freddo ti consiglio di indossare la maglia pesante.

Frequenti ripetizioni, uso di parole generiche e di riferimenti spaziali
  1. Prendi quella cosa lì, quella lì, e mettila là, sopra, su là.
  2. Prendi la pentola che si trova sul tavolo e mettila sul fornello.

Uso improprio dei pronomi
  1. Io per me sono stufo... che intanto lui se ne sta in giro... a me non mi piace.
  2. Io sono stanco di lavorare mentre lui va a spasso; non mi piace questa situazione.

Esitazione, pause, chiarimenti, formule interlocutorio
  1. Insomma... cioè... hai capito?... sai... non so, credo di sì.
  2. In conclusione spero che tu abbia capito che sono molto incerto.

Costruzioni sintattiche sospese; uso dell'indicativo al posto del congiuntivo e del condizionale
  1. Non pensare che... d'accordo, però, se me lo dicevi, lo facevo.
  2. Non pensare che io non sia d'accordo con te; se me lo avessi detto, l'avrei fatto.

Tutto questo è possibile perché la lingua parlata possiede tanti altri mezzi espressivi che la lingua scritta non ha: la mimica facciale, i gesti, l'atteggiamento di chi ascolta ecc.
A voce io posso dire, accennando a un libro, <<Questo è mio, lascialo lì>>; scrivendo devo spiegare la situazione: devo cioè far capire che sto parlando di un libro, anzi di quel libro che è nel tal posto e che deve rimanere lì.
Nella lingua parlata l'intonazione, l'altezza e la cadenza della voce ci dicono se la frase <<Vieni domani>> è un invito, un comando, un dubbio, una paura, una supplica; 
nella lingua scritta dobbiamo far uso di segni di interpunzione (Vieni domani, Vieni domani! Vieni domani? Vieni domani?! ecc.) e spiegare molto bene l'intenzione del discorso.
La lingua scritta è più controllata perché, quando scriviamo, abbiamo più tempo per scegliere le parole, per collocarle nella frase, per coordinare le idee, per rileggere, lo scritto, rivederlo e correggerlo, per togliere ambiguità e incertezze.
Per questo, la lingua scritta è particolarmente adatta a leggi, avvisi, contratti, relazioni, cronache e documenti di ogni genere destinati a durare nel tempo e ad avere anche un valore ufficiale.
Mentre, infatti, una dichiarazione orale può essere facilmente negata o ritrattata o deformata, uno scritto generalmente costituisce un documento più difficilmente contestabile.
In particolare, la lingua scritta serve anche per comunicare con persone assenti o lontane.
Per oltre duemila anni si è ritenuta la lingua parlata dipendente dalla lingua scritta che era considerata "la lingua buona", la lingua della gente colta. I linguistici contemporanei rivalutano invece la lingua parlata che è nata prima di quella scritta ed è di gran lunga più diffusa.
La gente comune, anche quella di media cultura, limita l'uso della lingua scritta a pochissime operazioni: fare una domanda, compilare un modulo, scrivere qualche lettera o cartolina. Poche ore all'anno rispetto alle migliaia di ore di parlato.
Lo scritto infatti non è altro che la rappresentazione grafica del parlato. Esistono però anche comunicazioni orali più strutturate che richiedono una preparazione da parte del parlante: le lezioni dell'insegnante, le interrogazioni, le conferenze, le interviste, i comizi politici, gli interventi alle assemblee e ai dibattiti, le presentazioni di un libro o di un film.
In questi casi il testo orale è molto più costruito, preciso, formale: nella maggior parte dei casi si basa su un testo scritto (talora in forma abbreviata come appunti o scaletta), quindi presenta caratteristiche molto vicine a quelle del testo scritto.



🧞 Continua a leggere su Scuolissima.com
Cerca appunti o informazioni su uno specifico argomento. Il nostro genio li troverà per te.




© Scuolissima.com - appunti di scuola online! © 2012 - 2024, diritti riservati di Andrea Sapuppo
P. IVA 05219230876

Policy Privacy - Cambia Impostazioni Cookies