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Riassunto vita: Ignazio Silone

Riassunto:
Ignazio Silone, pseudonimo di Secondo Tranquilli, nacque nel 1900 a Pescina dei Marsi, in provincia dell'Aquila. Il paesaggio e l'ambiente sociale delle montagne abruzzesi ritorneranno sempre nella sua opera. A quindici anni rimase orfano in seguito a un terremoto che colpì la regione. Da allora, interrotti gli studi liceali, dovette lavorare per vivere.
Sin dalla prima giovinezza fu impegnato attivamente in campo sociale e politico, partecipando, con spirito socialista e cristiano insieme, alle leghe dei contadini abruzzesi.
Durante la Prima guerra mondiale lavorò al settimanale della gioventù socialista L'Avanguardia. Divenuto amico di Antonio Gramsci, partecipò con lui alla fondazione del Partito comunista italiano (Livorno, 1921), che entrò nella clandestinità con l'avvento del fascismo. Silone era uno dei principali dirigenti del partito, che nel 1927 lo inviò a Mosca assieme a Palmiro Togliatti; fu indotto a distaccarsene nel 1931, dall'esperienza della feroce politica staliniana. Ricercato dalla polizia fascista, rimase in esilio in Svizzera e poté rientrare in Italia solo nel 1944.
Nel dopoguerra il distacco dal Pci rese assai difficile la sua posizione di intellettuale indipendente. Il romanzo Fontamara, apprezzato all'estero, fu stampato in Italia solo nel 1947. In prima edizione tedesca uscirono anche Pane e vino (1937, in italiano nel 1955 con il titolo di Vino e pane), Il seme sotto la neve (1941, tradotto in Italia nel 1945), i dialoghi della Scuola dei dittatori (1938, in Italia nel 1962). Per qualche tempo Silone lavorò nel giornale l'Avanti! e nel Partito socialista. Dopo il 1948 si dedicò solo all'attività di scrittore e organizzatore culturale. Raccolse diversi saggi e articoli politici in Uscita di sicurezza (1965). Interessante L'avventura di un povero cristiano (1968), un romanzo storico su Celestino V e sulla sua scelta di lasciare il papato. Morì a Ginevra nel 1978.
Le polemiche su Silone non si sono placate: storici recenti lo incolpano di essere stato fin dal 1919 una spia al servizio del fascismo, ma verosimilmente sono accuse infondate; in realtà Fontamara rappresentò un durissimo atto di denuncia contro il regime, colpevole di aver abolito la libertà e d'infierire contro un popolo di contadini sfruttati.



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