di Umberto Saba
Analisi del testo:
Il primo periodo (vv. 1-4) si riferisce a una situazione domestica familiare, ma introduce già nel racconto alcune importanti considerazioni.
Il secondo periodo (vv. 5-7) introduce la riflessione del poeta.
Il terzo periodo (vv. 8-13) si risolve in una serie di immagini: Saba, come spesso ama fare, procede per similitudini.
Un ruolo importante spessa, nel testo, al colore azzurro, che è simbolo, per Saba, di rigenerazione spirituale.
L’ultimo verso rivesta particolare importanza perché da esso Saba ha tratto il titolo per una serie di poesie (Cose leggere e vaganti) pubblicata nel 1920 e poi inserita nel Canzoniere.
In questo che può sembrare un componimento disimpegnato, il poeta individua in realtà alcune precise qualità morali della sua bambina.
Secondo il critico Giacomo Debenedetti quella di Saba è una scrittura dove trovi più di purità che di splendore.
Analisi Linguistica
La poesia è strutturata, come evidenza l’analisi sintattica.
L’uso di versi endecasillabi non rimati permette a Saba di alternare con libertà tono prosastico e tono lirico.
In particolare nel periodo che comincia al v. 8 si incontrano diversi costrutti iterativi (cioè ripetitivi).
L’argomento della poesia potrebbe suggerire un uso infantile del linguaggio. In effetti il dialogo iniziale, con il discorso diretto tra padre e figlia, risponde a un tono parlato basso.
In altri punti, però, vocabolario e sintassi si allontanano dall’uso quotidiano.
Schema metrico: una strofa di tredici endecasillabi sciolti, senza legami di rima, a eccezione di cielo (al v. 2 e al v.12).
Temi: i teneri affetti familiari, l’innocenza e la genuinità ritratte nella piccola Linuccia, la poesia come testimonianza dell’intimità domestica.
Anno: 1920.
Legenda:
Analisi del testo:
Il primo periodo (vv. 1-4) si riferisce a una situazione domestica familiare, ma introduce già nel racconto alcune importanti considerazioni.
Il secondo periodo (vv. 5-7) introduce la riflessione del poeta.
Il terzo periodo (vv. 8-13) si risolve in una serie di immagini: Saba, come spesso ama fare, procede per similitudini.
Un ruolo importante spessa, nel testo, al colore azzurro, che è simbolo, per Saba, di rigenerazione spirituale.
L’ultimo verso rivesta particolare importanza perché da esso Saba ha tratto il titolo per una serie di poesie (Cose leggere e vaganti) pubblicata nel 1920 e poi inserita nel Canzoniere.
In questo che può sembrare un componimento disimpegnato, il poeta individua in realtà alcune precise qualità morali della sua bambina.
Secondo il critico Giacomo Debenedetti quella di Saba è una scrittura dove trovi più di purità che di splendore.
Analisi Linguistica
La poesia è strutturata, come evidenza l’analisi sintattica.
L’uso di versi endecasillabi non rimati permette a Saba di alternare con libertà tono prosastico e tono lirico.
In particolare nel periodo che comincia al v. 8 si incontrano diversi costrutti iterativi (cioè ripetitivi).
L’argomento della poesia potrebbe suggerire un uso infantile del linguaggio. In effetti il dialogo iniziale, con il discorso diretto tra padre e figlia, risponde a un tono parlato basso.
In altri punti, però, vocabolario e sintassi si allontanano dall’uso quotidiano.
Schema metrico: una strofa di tredici endecasillabi sciolti, senza legami di rima, a eccezione di cielo (al v. 2 e al v.12).
Temi: i teneri affetti familiari, l’innocenza e la genuinità ritratte nella piccola Linuccia, la poesia come testimonianza dell’intimità domestica.
Anno: 1920.
Legenda:
- Parvenze: aspetti della vita e della realtà.
- Assomigliare: paragonare.
- A quella scia… sperde: al fumo leggero che esce dai camini e che il vento disperde (sperde) facilmente.
- Anche: e posso paragonare la mia bambina anche ecc.
- Si fanno e disfanno: come la schiuma del mare e il fumo, anche le nubi appaiono subito scompaiono.
- Cose leggere e vaganti: il verso ha dato il titolo a una sezione intera del Canzoniere, uscita separatamente nel 1920.