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Testo teatrale

Cos'è
Il testo teatrale è un testo letterario destinato a essere rappresentato ed è realizzato secondo regole particolari. A differenza di un testo narrativo non può essere considerato del tutto autonomo, ma come parte dello spettacolo drammatico. Nella rappresentazione, che dà vita al testo teatrale, la vicenda non è raccontata da un narratore, ma i fatti accadono sotto gli occhi degli spettatori come se avvenissero in quel momento e i personaggi comunicano tra loro nello stesso tempo in cui comunicano col pubblico.
Il testo teatrale è fatto per essere reinterpretato tutte le volte che degli attori lo mettono in scena.
Un testo teatrale si suddivide in atti, e questi a loro volta in scene (o quadri), ed è costituito dalle didascalie e dal dialogo.

Le didascalie
(dal greco didaskalìa = istruzioni) sono le indicazioni date dall'autore, destinate al regista, all'attore, destinate al regista, all'attore o al lettore; sono generalmente scritte in corsivo e, se inserite nelle battute, sono poste tra parentesi servono a:
  • dare indicazioni sul luogo e sul epoca dell'azione;
  • definire abbigliamento e carattere dei personaggi;
  • indicare le entrate e le uscite di scena degli attori e il tono con cui pronunciare le battute;
  • suggerire l'uso di luci e suoni.

Il dialogo
E' una parte più importante del testo teatrale. E' costituito dalle battute che si scambiano tra loro i personaggi. Serve a:
  • raccontare la vicenda,
  • caratterizzare i personaggi,
  • informare lo spettatore su avvenimenti precedenti o che accadono fuori scena.
A seconda del numero di persone che pronunciano le battute di dialogo e del modo in cui queste sono pronunciate, abbiamo, per esempio:
  • il soliloquio, quando il personaggio, solo in scena, pensa a voce alta;
  • il monologo, quando il personaggio, pur essendo sulla scena con altri, si apparta ed esprime le sue riflessioni rivolgendosi direttamente al pubblico;
  • l'a parte, quando un personaggio, estraniandosi dagli altri, stabilisce un rapporto di confidenza con gli spettatori, mettendoli al corrente di riflessioni, sentimenti o fatti, che alcuni personaggi devono ignorare;
  • il fuori campo, quando una voce narrante, generalmente da dietro le quinte, descrive l'azione senza prendervi parte.

La rappresentazione teatrale
Ecco ora una breve definizione dei termini più comuni implicati nella messa in scena di un testo teatrale:
  1. Attore: (dal latino actor derivato a sua volta dal verbo agere che significa "fare") è colui che interpreta una parte in uno spettacolo, colui che dà vita a un personaggio con la sua voce, i suoi gesti, le espressioni del viso e gli atteggiamenti del corpo. Può identificarsi con il personaggio modellandolo su di sé, cioè prestandogli le proprie caratteristiche fisiche, o annullando se stesso nel personaggio, cioè assumendone le caratteristiche con l'aiuto del trucco e del costume. Senza di lui non esisterebbe la rappresentazione teatrale, ma per secoli il suo ruolo è stato disprezzato al punto che gli attori venivano sepolti in terra sconsacrata. oggi i grandi attori godono, invece di stima e di popolarità.
  2. Palcoscenico: (dal longobardo balk che significa "trave") è il settore del'edificio teatrale su cui si svolge l'azione drammatica. Solo con il Medioevo agli attori viene riservata una pedana costruita in legno, per lo più provvisoriamente, sui sagrati delle chiese o nelle piazze, data la necessità di montarla e smontarla in occasione delle rappresentazioni sacre e profane. Nei secoli successivi si trasforma in una struttura fissa di un edificio teatrale creato appositamente per ospitare attori e pubblico.
  3. Battuta: (dal latino batuere che significa "battere") è l'insieme delle parole pronunciate di volta in volta dagli attori.
  4. Copione: è la copia del testo teatrale da rappresentare, usata dagli attori, dal regista e dai tecnici durante le prove di uno spettacolo.
  5. Spettatore: (dal latino spectare che significa "osservare") è colui che assiste a uno spettacolo.
  6. Platea: (dal latino platea che significa "piazza", a sua volta dal greco platys che significa "largo, vasto") è il settore piano e più basso della sala teatrale posto davanti al palcoscenico e riservato al pubblico.
  7. Quinta: è un elemento scenico composto da un telaio alto e stretto posto spesso a coppie sui lati del palcoscenico.
  8. Regista: (da "regia", dal francese régie che significa "amministrazione, direzione") è il responsabile dell'allestimento, del coordinamento e del risultato artistico di uno spettacolo. A lui spetta decidere come deve essere interpretato il testo: se darne, cioè, una trascrizione scenica che rispetti pienamente il testo dell'autore o manipolarlo in vario modo per farne emergere aspetti particolari.
  9. Scena: (dal greco Skené che significa "tenda, scena") nell'antico greco costituiva la piattaforma su cui recitano gli attori e le parete che le faceva da sfondo. Per estensione ogni scena significa "palcoscenico" e insieme degli elementi scenografici fissi o montati sullo stesso.
  10. Scenografia: (dal greco skené = scena e graphia = grafia) è l'insieme degli elementi costruiti o dipinti che compongono sul palcoscenico il luogo nel quale si svolge l'azione drammatica.
  11. Scenografo: è colui che disegna i bozzetti delle scene, ne cura la realizzazione e provvede all'arredamento. Collabora con il costumista e con i tecnici delle luci e dei suoni dando loro indicazioni sull'illuminazione e sul sottofondo musicale.
  12. Fondale: (dal latino fundus che significa "parte bassa") è il grande telone che fa da sfondo a una scena e che caratterizza l'ambiente scenico.
  13. Sipario: (dal latino siparium che significa "vela") è il tendaggio, generalmente di velluto, che separa il palcoscenico dalla sala del teatro dove stanno gli spettatori. Il sipario viene calato alla fine di ogni atto.
  14. Ribalta: è la lunga tavola di legno fissata con cerniere al proscenio, cioè alla parte anteriore del palcoscenico sporgente verso la sala e lasciata scoperta dal sipario. Se ribaltata, impediva alle luci di proscenio di illuminare la scena.
  15. Interprete: (dal latino interpres che significa "mediatore d'affari") è chi sostiene un ruolo in un'opera teatrale e fa da tramite tra l'autore e il pubblico; è, dunque, un altro modo per definire l'attore.
  16. Fiasco: è l'insuccesso, il fallimento di uno spettacolo. L'espressione sembra derivare dal caso toccato all'arlecchino bolognese Domenico Bianconelli, il quale, improvvisando un monologo intorno a un fiasco che portava in mano, poiché il pubblico non aveva riso alle sue parole, disse al fiasco: E' colpa tua, se questa sera sono una bestia!, e se lo buttò dietro le spalle.



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