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Svevo: Una Vita Capitolo 8

Gabbiani e pesci da una vita, capitolo VIII
Una gita in barca nel golfo di Trieste diviene, nel contesto del romanzo, un episodio significativo per rivelare il carattere di sognatore di Alfonso (Svevo, altrove, lo chiama teorista), messo qui a confronto con il ben più pragmatico Macario.

Temi: l’inettitudine del protagonista, il senso di superiorità e la capacità d’agire del rivale, le vittime (come i pesci) e i predatori (come i gabbiani) nella lotta per la vita.
Anno: 1892.

Analisi del testo
Il brano offre la prima raffigurazione di una fondamentale struttura che regge l’opera sveviana, ovvero il confronto/scontro tra il protagonista (l’inetto) e l’antagonista (colui che è adatto a vivere): è proprio la lotta contro il rivale a nutrire l’immaginario dei protagonisti dei tre romanzi di Svevo (Alfonso contro Macario in Una vita, Emilio contro Stefano Balli in Senilità, Zeno contro Guido nella Coscienza di Zeno).
Nel testo risalta l’inettitudine di Alfonso, paragonata alle doti di Macario, l’individuo perfettamente adeguato alle esigenze della vita. Il confronto si svolge durante una gita in barca a vela, un ambito adatto a far emergere i tratti peculiari dei contrapposti caratteri. La gita dimostra all’impacciato passeggero, Alfonso, la sicurezza e abilità del velista, Macario.
Quest’ultimo appare perfettamente conscio delle sue possibilità e della sua abilità nel governare il cutter; invece Alfonso è completamente passivo, in balia degli altri e delle onde.
Il rapporto che s’instaura fra i personaggi è molto complesso. I due sembrano infatti dipendere l’uno dall’altro, sia pure per motivi opposti:

  • Alfonso ammira Macario perché è sicuro di sé, perché lo vede debole e spaventato: Alfonso, quindi, gli risulta indispensabile per far emergere la propria superiorità.
  • Il senso del brano viene riassunto, nel finale, in una similitudine: una sorta di parabola, che raffigura la lotta tra gabbiani e pesci. Macario fa osservare ad Alfonso la grande efficacia del volo dei gabbiani, capaci di gettarsi nel modo più rapido e infallibile sulla preda: come se il piccolo cervello di quegli uccelli fosse progettato solo a quello scopo. Alfonso (come la gita in barca a vela ha appena dimostrato) possiede invece le qualità opposte a quelle dei gabbiani: il suo cervello, nutrito di studi e letture, gli è d’impaccio, anziché d’utilità, nella lotta per la vita. I soli voli a cui è adatto, come ironicamente commenta Macario, sono quelli poetici, voli, cioè, del tutto inutili.



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