Fondato dallo scrittore francese ANdré Breton (1896-1966) con il Manifesto del Surrealismo, pubblicato nel 1924, il Surrealismo rappresenta, nella vita delle avanguardie, un momento successivo. Chiusa infatti la fase della dissacrazione e del rifiuto di ogni forma, Breton raccogleva la sfida della modernità e cercò di dare vita a un'arte capace di cambiare vita, in chiave libertaria. Il Surrealismo si fondava su due presupposti: l'ideologia rivoluzionaria del consumismo e l'inesplorata energia psichica dell'inconscio, che offriva i nuovi temi: il lapsus, la magia, incubi, angosce e pulsioni sessuali.
Questa attenzione per i fenomeni psichici differenziava nettamente il SUrrealismo da precedenti avanguardie, come il Futurismo e il Dadaismo.
Al movimento di Breton aderirono:
Questa attenzione per i fenomeni psichici differenziava nettamente il SUrrealismo da precedenti avanguardie, come il Futurismo e il Dadaismo.
Al movimento di Breton aderirono:
- Pittori: Alberto Savinio (1891-1952), Marx Ernst (1891-1976), Joan Mirò (1893-1983), René Magritte (1898-1967) e Salvador Dalì (1904-89);
- Poeti: Paul Eluard (1895-1952) e Louis Clair (1898-1981) e Luis Bunuel (1900-83);
- Registi cinematografici: René Clair (1898-1948), con il suo teatro della crudeltà.
Il Surrealismo è rimasto l'avanguardia storica più duratura in Europa: esso giungerà a ispirare, dopo il 1945, i giochi di lingua dello scrittore francese Raymond Queneau (1903-76) e il teatro dell'assurdo di Eugene Ionesco (1912-94).
Per quanto riguarda gli scrittori italiani, si può rintracciare una vena surreale in alcune esperienze degli anni trenta e quaranta: tra questi
- il realismo magico di Massimo Bontempelli;
- la narrativa del fantastico di Dino Buzzati e Tommaso Landolfi;
- la poesia accesa e sensuale di un ermetico come Alfonso Gatto.