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Biografia: Marino Moretti

Biografia:
Nato a Cesenatico nel 1885 da una madre maestra e un padre impresario di pesca, dopo gli studi ginnasiali Moretti fu per qualche tempo a Firenze, allora il centro più importante della cultura italiana. Vi si frequentò la Regia Scuola di recitazione di Luigi Rasi ed ebbe come compagno di corso Palazzeschi.
A Firenze fiorì la sua stagione di poeta crepuscolare: dopo l'esordio con Fraternità (1905), vennero le raccolte Sentimento (1907), Poesie scritte col lapis (1910), Poesie di tutti i giorni (1911) e Il giardino dei frutti (1916). Incontrò intanto Corazzini e Govoni, e iniziò una corrispondenza epistolare con Gozzano, oltre a collaborare all'importante rivista letteraria La Riviera Ligure. Nel 1917 pubblicò il romanzo Il sole del sabato (già apparso nel 1913 nell'appendice letteraria del Giornale d'Italia), con successo di pubblico e di critica.
Partecipò alla Prima guerra mondiale nei servizi della Croce Rossa. Nel 1922 cominciò la sua collaborazione trentennale con la pagina letteraria del Corriere della Sera. Nel 1925 firmò il manifesto antifascista di Croce e per questo si vide rifiutare da Mussolini, nel 1932, il Premio dell'Accademia d'Italia. Dopo una lunga carriera letteraria si spense a Cesenatico nel 1979.
Moretti scrisse quasi sempre a Cesenatico, con qualche viaggio nei paesi europei. Scrisse numerose raccolte di racconti e romanzi, che ritraggono semplici protagonisti e vicende provinciali, con attenzione al dettaglio d'ambiente e un tono di sorridente malinconia. Fra i titoli più noti: La voce di Dio (1920); I puri di cuore (1923); Il segno della Croce (1925); Andreana (1935); La vedova Fioravanti (1941); quest'ultimo è l'opera migliore); I coniugi Allori (1946); La camera degli sposi (1958). 
Negli ultimi anni tornò alla poesia, con l'ultima estate (1969), Tre anni e un giorno (1971), Le poverazze. Diario a due voci (1973).


Poesie di tutti i giorni
La raccolta fu pubblicata nel 1911 e fu la prima di Moretti a suscitare interesse nella critica. È uno dei libri emblematici della condizione crepuscolare (come l'ha definita il critico Natale Tedesco), per il clima familiare e paesano, per il colore grigio della quotidianità che avvolge emozioni, ricordi, personaggi e vicende quotidiane.



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