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La Questione Omerica - Riassunto

Riassunto:
Secondo la tradizione, l'autore dell'Iliade e dell'Odissea sarebbe il poeta greco Omero, vissuto nell'VIII secolo a.C.; un cantore cieco, nato a Chio o a Samo, sempre in viaggio da una città all'altra della Grecia e dell'Asia Minore cantando antiche gesta di eroi; ma l'esistenza di Omero non è mai stata storicamente accertata. Da sempre interesse e mistero circondano la figura di questo poeta.
La questione omerica, che riguarda non solo il problema dell'esistenza di Omero, ma anche quello della paternità dell'Iliade e dell'Odissea, fu posta fin dai tempi antichi e la discussione sull'argomento dura tuttora. Alcuni studiosi, osservate le rassomiglianze ma anche le sostanziali differenze tra i due poemi, sostennero che Omero (o, comunque, il poeta a cui la tradizione dà questo nome) fosse l'autore delle due opere. L'Iliade, in cui predomina uno spirito più giovanile e battagliero, sarebbe stata composta nella giovinezza, mentre l'Odissea, per la maggior conoscenza del mondo e degli uomini che rivela, sarebbe stata scritta nelle maturità.
Altri critici attribuirono le due opere ad autore diversi, vissuti in epoche diverse; altri ancora videro in Omero il raccoglitore di canti composti da diversi aedi (poeti cantori) in epoche precedenti.

La questione omerica oggi
Il parere dello studioso
Il più recente capitolo sulla questione omerica è stato scritto dallo studioso di letteratura greca Vincenzo di Benedetto: questi sostiene che Omero non è l'aedo che rielabora canti di altri tramandati oralmente, ma è un poeta consapevole delle proprie capacità di invenzione ed è autore dell'Iliade.
Ecco alcune affermazioni dello studioso:
<<Omero visse intorno alla metà dell'VIII secolo a.C. nella Ionia, cioè in quella parte dell'Asia Minore colonizzata dai Greci (o nelle isole prospicienti).
Componeva poesia che doveva essere recitata in occasione di feste.
Escluderei che Omero fosse cieco: era un tale osservatore della realtà da descriverla in tutte le sue sfumature. La tradizione del poeta cieco si collega semmai al nesso tra minoranza fisica e ispirazione divina tipico delle culture primitive.
Era un poeta che scriveva: i testi di Omero risultano, infatti, meditati, articolati. Richiedono, insomma, un tempo di composizione più lento di quella della poesia orale e improvvisata degli aedi.
Omero scrisse l'Iliade ma non l'Odissea. La convinzione nasce da molti motivi, non solo dal diverso tipo di società a cui si riferiscono i due poemi. Nell'Iliade si parla di una società di guerriglieri, nell'Odissea, invece, sono centrali la navigazione, lo scambio, i commerci. Ci sono anche differenze di lingua, di stile e di struttura.
Vi è inoltre una differenza di temi tra due poemi: l'elemento unificante dell'Iliade è la morte, il destino che accomuna tutti gli uomini, gli Achei e i Troiani, Achille e Priamo. La punizione è, invece, il tema fondamentale dell'Odissea: e la vendetta di Ulisse contro i Proci corona il poema.
In ogni caso chi scrisse l'Odissea conobbe almeno nella trama, l'Iliade.>>
<<Lo scudo di Aiace (uno dei comandanti greci dell'Iliade) è uno scudo miceneo (cioè appartenente a quella civiltà in pieno sviluppo nelle due città di Micene, fatti a forma di otto e costruiti con sette cuoia di bue.>>
<<Nessuno capiva, dalla descrizione omerica, come fosse fatto l'elmo che Ulisse chiede in prestito a Merione, finché non ne è stato ritrovato uno in una tomba micenea. E' composto da sette cerchi concentrici di zanne di elefante, cucite su un feltro e con due paraguance.>>
<<E ancora: spesso nell'Iliade i guerrieri combattono lanciandosi pesanti macigni, una tecnica che gli storici ritengono molto antica e scomparsa nell'VIII secolo.>>
<<Nell'VIII secolo il carro da guerra miceneo non si usava più, se non nelle parate. Omero quindi non sa come impiegarlo: descrive gli eroi che arrivano sul campo di battaglia come fosse un taxi, ma poi scendono e combattono a piedi.>>

Il parere dell'archeologo
Vincenzo di Benedetto colloca la composizione dell'Iliade intorno al 750 a.C. e quella dell'Odissea circa mezzo secolo dopo, non prima del 700 a.C., ma gli avvenimenti a cui Omero fa riferimento sono accaduti nel XIII secolo a.C., quando in Grecia era nel massimo splendore la civiltà micenea e i greci si spinsero verso l'Egeo settentrionale, desiderosi di impadronirsi della via di navigazione verso il mar Nero. La conferma dell'esistenza della città di Troia sconfitta e incendiata dai greci si ebbe nel 1870 quando il tedesco Heinrich Schliemann, un ricco commerciante amante della civiltà greca, scoprì sulla collina di Hissarlik, a quattro chilometri dallo stretto dei Dardanelli, i resti di un'antica città più volte distrutta e più volte ricostruita. Vennero alla luce durante gli scavi diademi, collane, bracciali e anelli d'oro che Schliemann pensò appartenessero al tesoro del re di Troia Priamo. Studi e scavi successivi hanno permesso di avere informazioni più precise sulla guerra di Troia cantata da Omero nell'Iliade. Omero ha raccontato una guerra realmente accaduta, anche se cinque secoli prima della sua nascita: lo confermano i recenti studi dell'archeologo Valerio Manfredi il quale mette in evidenza una serie di riscontri nel poema e reperti archeologici databili al XIII secolo a.C. sia a Troia sia nelle città greche di Micene e di Tirinto.
Egli afferma:
<<Senz'altro Omero aveva a disposizione dei resoconti, delle notizie su quell'antica guerra, cui attingeva per le sue composizioni>>.



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