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Gabriele D'Annunzio: Ferrara


Parafrasi, analisi e commento della poesia Ferrara di D'Annunzio.

Nella lirica che dà inizio alla raccolta Le città del silenzio, il poeta si propone di celebrare Ferrara nel fascino presente della sua malinconia e in quello del suo passato rinascimentale, nel ricordo delle sue donne e nella paca dei suoi chiostri, nelle sue vie piane e infinite e nei sogni sepolti con il suo destino.

La Metrica: tre strofe di nove versi di varia misura e rima.

Testo
O deserta bellezza di Ferrara,
ti loderò come si loda il volto
di colei che sul nostro cuor s'inclina
per aver pace di sue felicità lontane;
e loderò la chiara
sfera d'aere ed'acque
ove si chiude la mia malinconia divina
musicalmente
E loderò quella che più mi piacque
più delle altre
delle donne morte
e il tenue riso ond'ella mi delude
e l'alta immagine ond'io mi consolo
nella mia mente.
Loderò i tuoi chiostri ove tacque
l'uman dolore avvolto nelle lane
placide e cantò l'usignolo
ebro furente.


Loderò le tue vie piane,
grandi come fiumane,
che conducono all'infinito, chi va solo
col suo pensiero ardente,
e quel loro silenzio ove stanno in ascolto
e quel loro silenzio con le porte hce sembrano voler ascoltare
tutte le porte
se il fabro occulo batte su l'incude,
e il sogno di voluttà che sta sepolto
sotto le pietre nude con la tua sorte.

Parafrasi
O bellezza deserta di ferrara
ti farò gli stessi complimenti
che si fanno al volto di colei che si posa
sul nostro cuore per avere pace e ricordar ele vecchie felicità
e farò complimenti all'area
chiara e alle acque
dove finisce la mia malinconia divina
musicalmente
e farò più complimenti
alla più bella
delle tue donne morte
e il suo tenue sorriso mi delude
e la grande immagine con cui io mi consolo
presente nella mia mente
loderò i chiostri di Ferrara dove il dolore umano
cessò dentro lenzuola di lana
e dove cantò l'usignolo
ebro furente

Loderò le tue strade piane
grandi come le valli dei fiumi
che sembrano condurre verso l'infinito colui che
vi cammina da solo con il pensiero ardente
e quel loro silenzio con le porte che sembrano voler ascoltare
se il fabbro batte l'incudine al ferro
e il sogno di volontà che è sepolto
sotto le semplici pietre con il tuo destino.

Commento
Ferrara nella evocazione lirica del D'Annunzio ci appare come il magico sepolcro d'aria in cui è avvolto e dorme l'incantatore Merlino dei poemi d'Artù. Tutti vi è aereo, trasparente e musicalmente silenzioso. Il silenzio si accompagna alla nostalgia di antiche bellezze e di antichi sogni, al ricordo della pace claustrale del passato e dei melodiosi canti che vi risuonavano; il silenzio è compagno di chi per le vie infinite va con i suoi pensieri e con l'ardore delle sue fantasie.



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