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Figure retoriche: Alla sera di Ugo Foscolo

Quali figure retoriche sono presenti nel sonetto alla sera? Quanti sono gli enjambement nel sonetto? Quali sono le metafore?
alla-sera-foscolo

La sera fa pensare inevitabilmente alla morte, infatti il giorno giunge alla fine e in un certo senso "muore" perché lo stesso giorno non si può più rivivere, ma per il poeta la sera è molto di più. Ugo Foscolo sfrutta il momento della sera per meditare profondamente, dato che oltre al sole cala anche il silenzio perché i rumori di città diventano sempre meno intensi e così si calma anche la sua anima che prima di quel momento sembrava essere come un guerriero ribelle pronto a combattere.





Alla sera: figure retoriche

In questa pagina trovate tutte le figure retoriche contenute nella poesia Alla sera di Ugo Foscolo, nella quale le più frequenti sono l'allitterazione e l'enjambement, ma le più importanti sembrano essere la metafora e l'antitesi del quale c'è molto da dire. Per saperne di più vi rimandiamo alla scheda della poesia Alla sera - Foscolo.



Ossimoro

Nel v.1 è presente un ossimoro perché i due termini sono in contrasto fra loro. Il termine "fatale" è un aggettivo che solitamente viene accostato a qualcosa di distruttivo, disastroso o che porta inevitabilmente a un risultato negativo o tragico, ad esempio un "errore fatale". Invece, la "quiete" fa pensare a qualcosa di rilassante e piacevole.
fatal quiete



Metafora

Oltre ad essere un ossimoro, l'espressione presente nel v.1 è anche una metafora dal momento che la quiete non è fatale ma lo può diventare se spiegata metaforicamente, ovvero come sinonimo della morte.
fatal quiete



Allitterazione

Allitterazione della M e della N

"immago, me, vieni" (v.2)
"tenebre e lunghe all’universo meni" (v.6)
"vanno, nulla, eterno, intanto" (v. 10)

Allitterazione della S

"sempre, scendi, secrete" (v.7)

Allitterazione della R

"mentre, guardo, dorme, spirto, guerrier, entro, rugge" (vv. 13-14)



Anastrofe

L'ordine corretto nei vv. 1-2 sarebbe dovuto essere: "Tu se l'immago della fatal quiete", ovvero "Tu sei l'immagine della morte".
"della fatal quïete / Tu sei l’immago" (vv. 1-2)

L'ordine corretto nel v.2 sarebbe dovuto essere: "vieni a me sí cara", ovvero "giungi a me così gradita".
"a me sí cara vieni" (v.2)

L'ordine corretto nei vv. 5-6 sarebbe dovuto essere: "vieni a me sí cara", ovvero "giungi a me così gradita".
"inquïete tenebre e lunghe" (vv. 5-6)

L'ordine corretto nel v. 14 sarebbe dovuto essere: "che mi rugge entro", ovvero "che freme dentro di me".
"ch’entro mi rugge" (v.14)



Apostrofe

Nel v.3 possiamo notare che il poeta si stia rivolgendo alla sera, come del resto si poteva già intuire dal titolo della poesia.
O Sera!



Iterazione

Nel v.3 e nel v.5 è presente una quasi anafora, ma siccome nel v.3 è presente all'inizio del verso anche un'altra parola (O sera!), non può essere una vera e propria anafora. Abbiamo preferito identificarla come iterazione perché sembra che il poeta voglia rafforzare il concetto del "quando" come a dire che la sera è a lui gradita in qualsiasi situazione meteorologica.
E quando



Parallelismo

Nel v. è presente un parallelismo perché nella prima e nella seconda coppia di parola vi è la struttura grammaticale "soggetto + attributo".
nubi estive
zeffiri sereni



Sineddoche

Nel v.4 è presente una sineddoche perché il poeta usa il plurale "zeffiri" al posto del singolare "zeffiro". Lo zeffiro è come un particolare vento che arriva in primavera. Ma quando il poeta parla di zeffiri, lascia intendere tutti quei venti che portano tranquillità e serenità.
zeffiri



Antitesi

Nei versi 13-14 il verbo "guardo" indica attenzione, mentre il verbo "dorme" indica una situazione di riposa nel quale si abbassa la guardia.
"guardo" e "dorme"

Nei versi 13 e 14 è presente anche un'altra antitesi, dove alla pace si contrappone lo spirito guerriero, ovvero la guerra, ma in questo pace e guerra sono termini che metaforicamente stanno ad indicare l'animo del poeta.
"pace" e "spirito guerriero"



Perifrasi

Nel v.10 viene usata un espressione per indicare la morte, senza però mai nominarla direttamente anche nella restante parte del testo. Infatti, la morte è vista dal poeta come il nulla, ma è un nulla senza fine, ovvero infinito.
nulla eterno



Chiasmo

Nei versi 13 e 14 la struttura degli elementi, dal punto di vista grammaticale, è disposta ad incrociare.
"io guardo" (soggetto + verbo)
"dorme quello spirto" (verbo + soggetto)



Enjambement

Questi sono i versi che si interrompono e che poi riprendono nel verso successivo.
"inquiete / tenebre" (vv. 5-6)
"secrete / vie" (vv. 7-8)
"orme / che vanno" (vv. 9-10)
"fugge / questo reo tempo" (vv. 10-11)
"dorme / quello spirto guerrier" vv. 13-14)



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