di Giosue Carducci
Commento:
Un'intensa commozione trapela da questi versi, fra i più apprezzati del poeta: una mattina d'aprile Carducci percorre in treno l'itinerario tra Livorno e Roma, e dal finestrino osserva il paesaggio dell'amata terra della sua infanzia, la Maremma, luogo d'origine del suo percorso di vita e di poesia. Il testo risente anche di una malattia che lo aveva colpito di recente, come un preannuncio della morte, che lo induce a un bilancio conclusivo della vita.
Ritroviamo nel sonetto i motivi più propri dell'anima carducciana: l'amore per la Maremma, dove sbocciarono i sogni che allietarono la sua adolescenza, e il paesaggio la cui asprezza ha inciso sulla sua natura di uomo e di poeta. La visione di quei luoghi ben noti gli ridesta ricordi lontani: il fremito delle speranze nutrite con tanto entusiasmo e miseramente cadute ad una ad una e il vano affannarsi dietro una felicità illusoria, inseguita come una chimera per tutta la vita. Il tema dominante della lirica, infatti, è la contrapposizione tra la giovinezza tutta impeti di passione e la pensosa maturità che manifesta la sua saggezza nel momento in cui la malinconia del passato sembra diventare sofferenza. Il poeta non ama soffermarsi su considerazioni tristi, preferisce volgere lo sguardo al paesaggio sfumante nelle nebbia, che dalla verde pianura dilavata di fresco, vaporano verso le colline infondendogli nel cuore un senso sereno di pace.
Commento:
Un'intensa commozione trapela da questi versi, fra i più apprezzati del poeta: una mattina d'aprile Carducci percorre in treno l'itinerario tra Livorno e Roma, e dal finestrino osserva il paesaggio dell'amata terra della sua infanzia, la Maremma, luogo d'origine del suo percorso di vita e di poesia. Il testo risente anche di una malattia che lo aveva colpito di recente, come un preannuncio della morte, che lo induce a un bilancio conclusivo della vita.
Ritroviamo nel sonetto i motivi più propri dell'anima carducciana: l'amore per la Maremma, dove sbocciarono i sogni che allietarono la sua adolescenza, e il paesaggio la cui asprezza ha inciso sulla sua natura di uomo e di poeta. La visione di quei luoghi ben noti gli ridesta ricordi lontani: il fremito delle speranze nutrite con tanto entusiasmo e miseramente cadute ad una ad una e il vano affannarsi dietro una felicità illusoria, inseguita come una chimera per tutta la vita. Il tema dominante della lirica, infatti, è la contrapposizione tra la giovinezza tutta impeti di passione e la pensosa maturità che manifesta la sua saggezza nel momento in cui la malinconia del passato sembra diventare sofferenza. Il poeta non ama soffermarsi su considerazioni tristi, preferisce volgere lo sguardo al paesaggio sfumante nelle nebbia, che dalla verde pianura dilavata di fresco, vaporano verso le colline infondendogli nel cuore un senso sereno di pace.