di Giovanni Pascoli
Commento:
In questo celebre poemetto conviviale, Alessandro Magno è giunto alla fine di tutto ciò che poteva conquistare; ora si volge , turbato, a esaminare il significato del suo cammino e delle sue conquiste. Possedere terre e popoli non lo soddisfa, perchè nell'animo umano c0è una costante incontentabilità, un'aspirazione all'oltre, destinata a scontrarsi con i limiti imposti dalla natura, dalla storia, dalla realtà. La celebrazione dell'eroe antico diviene così, in Alexandros, una turbata interrogazione sui destini umani. Siamo al polo opposto della cultura positivistica, con la sua fiducia negli strumenti razionali di conoscenza e comunicazione; siamo agli antipodi anche del classicismo eroico delle Odi barbare di Carducci: quello di Pascoli è un classicismo molto più inquieto e moderno.
Quali i motivi chiave? L'ansia dell'ignoto, il fascino del mistero e la brama inappagata. Il poemetto Alexandros, come gli altri poemi conviviali, è ambientato nel mondo dell'antichità classica, di cui fa rivivere i personaggi e i riferimenti storici, secondo però i modi e i sentimenti del Pascoli.
Alessandro, giunto alla sua ultima conquista, ai confini della terra, ne piange l'angustia, e rimpiange il sogno che ne ampliava infinitamente la grandezza. Creatura insoddisfatta, egli sente vivo l'anelito che lo esaltava e che gli brucia ancora dentro immenso come il suo sogno infranto dalla realtà, e perciò triste e infelice:
Piange dall'occhio nero come morte; piange dall'occhio azzurro come cielo
Così è la sorte sua e quella di tutti noi: sognare e inseguire la felicità e, una volta raggiunta la meta, l'attuarsi del sogno, sentire, l'amarezza della delusione, e l'accendersi di un nuovo e più grande desiderio.
Il poemetto esprime lo stato d'animo e il pensiero filosofico del Pascoli più, allusivamente e suggestivamente , per mezzo di quadri, di immagini e di musica che non per mezzo di sentenze. E in ciò sta il suo valore poetico.
Commento:
In questo celebre poemetto conviviale, Alessandro Magno è giunto alla fine di tutto ciò che poteva conquistare; ora si volge , turbato, a esaminare il significato del suo cammino e delle sue conquiste. Possedere terre e popoli non lo soddisfa, perchè nell'animo umano c0è una costante incontentabilità, un'aspirazione all'oltre, destinata a scontrarsi con i limiti imposti dalla natura, dalla storia, dalla realtà. La celebrazione dell'eroe antico diviene così, in Alexandros, una turbata interrogazione sui destini umani. Siamo al polo opposto della cultura positivistica, con la sua fiducia negli strumenti razionali di conoscenza e comunicazione; siamo agli antipodi anche del classicismo eroico delle Odi barbare di Carducci: quello di Pascoli è un classicismo molto più inquieto e moderno.
Quali i motivi chiave? L'ansia dell'ignoto, il fascino del mistero e la brama inappagata. Il poemetto Alexandros, come gli altri poemi conviviali, è ambientato nel mondo dell'antichità classica, di cui fa rivivere i personaggi e i riferimenti storici, secondo però i modi e i sentimenti del Pascoli.
Alessandro, giunto alla sua ultima conquista, ai confini della terra, ne piange l'angustia, e rimpiange il sogno che ne ampliava infinitamente la grandezza. Creatura insoddisfatta, egli sente vivo l'anelito che lo esaltava e che gli brucia ancora dentro immenso come il suo sogno infranto dalla realtà, e perciò triste e infelice:
Piange dall'occhio nero come morte; piange dall'occhio azzurro come cielo
Così è la sorte sua e quella di tutti noi: sognare e inseguire la felicità e, una volta raggiunta la meta, l'attuarsi del sogno, sentire, l'amarezza della delusione, e l'accendersi di un nuovo e più grande desiderio.
Il poemetto esprime lo stato d'animo e il pensiero filosofico del Pascoli più, allusivamente e suggestivamente , per mezzo di quadri, di immagini e di musica che non per mezzo di sentenze. E in ciò sta il suo valore poetico.