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2° Giornata 6 Novella Decamerone

Luogo: La novella seconda si svolge in due luoghi differenti, il primo è l'isola di Ponza; il secondo è Lunigiana.
Tempo: La vicenda si svolge in un periodo di tempo molto lungo (circa venti anni).
Personaggi: Arrighetto Capece, è l'uomo di fiducia di Manfredi il figlio di Federico secondo di Svevia. Beritola Caracciola, moglie di Arrighetto Capece, è una donna di elevata classe sociale, disperata per la scomparsa dei figli e del marito. Giusfredi, figlio maggiore di madonna Beritola, è un ragazzo che si vuoi sentire libero e così vagabonderà per alcuni anni. Currado Malespini, uomo generoso e pieno di pietà, accoglierà Beritola e Giusfredi.
Antefatto: Alla cattura di Arrighetto Capece, la moglie, Beritola Caracciola con il figlio Giusfredi decide di imbarcarsi per tornare a Napoli, ma "per forza di vento il legno fu trasportato all'isola di Ponzo" dove Beritola si inselvatichirà e vivrà sola con due caprioli, mentre il figlio verrà portato via.
Modificazione: Currado Malespini arrivato all'isola di Ponza trova madonna Beritola in una caverna, e una volta sentita la sua storia decide di condurla nel suo castello in Lunigiana. Alcuni anni più tardi, dopo un lungo vagabondare arriva in Lunigiana Giusfredi, sotto il nome di Giannotto "e quivi per ventura con Currado si mise per famigliare".
Nodo narrativo: Giannotto si innamora della Spina, figlia di Currado, e quando questo lo viene a sapere decide di rinchiuderli entrambi in prigione con poco cibo e molto disagio.
Conclusione: Giannotto un giorno, mentre era in prigione, racconta chi era veramente ad una guardia, la quale riferisce tutto a Cuarrado che decide di liberarlo e di farlo rincontrare con la madre, la quale aveva perso la speranza di vederlo vivo; Currado concede il sospirato matrimonio fra Giannotto stesso e la Spina.
Commento: "Con molte lagrime da Currado e dalla sua donna, sopra la saettia montati, seco la Spina menandone, si partirono"; questa frase induce il lettore a capire come in realtà Currado fosse amareggiato per la partenza di Giusfredi e della Spina, quindi si può dedurre che li abbia veramente perdonati.



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