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Uno, nessuno e centomila: riassunto breve e commento

Appunto di letteratura sul romanzo Uno, nessuno e centomila di Luigi Pirandello contenente riassunto breve e commento.
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Uno, nessuno e centomila è un romanzo psicologico di Luigi Pirandello uscito a puntate nel 1926 all'interno della rivista "La Fiera Letteraria".





Uno, nessuno e centomila: riassunto breve

Vitangelo Moscarda, chiamato affettuosamente Gengè da amici e parenti, è un uomo benestante e istruito, proprietario di un banco dei pegni. Un giorno, mentre si specchia, sua moglie Dida gli fa notare che ha il naso storto, una cosa che lui non aveva mai notato prima!
Questo semplice commento lo porta a una grande riflessione: gli altri lo vedono in modo diverso da come lui si vede. Questa scoperta cambia completamente la sua visione della vita. Decide di rompere con il suo vecchio sé, condizionato dalla nascita, dall'educazione e dall'ambiente, e di esprimere liberamente la sua vera personalità. Vuole liberarsi dalle aspettative degli altri, a cominciare dalla moglie.
Invece di fuggire come aveva fatto in passato, decide di mostrare la sua autenticità in modo surreale, parlando solo con il suo cane e facendo gesti di altruismo e generosità. Questi atti, anziché fargli ottenere l'approvazione, lo fanno considerare pazzo da tutti. La moglie e gli amministratori cercano di dichiararlo incapace di intendere e volere per poter prendere il controllo del suo patrimonio.
L'unica persona che sembra capirlo è Anna Rosa, un'amica della moglie. Ma le sue strane idee confondono talmente Anna Rosa da farla reagire violentemente, sparandogli due colpi di pistola. Durante il processo, Anna Rosa cerca di difendersi, ma Vitangelo si assume tutte le colpe.
Come segno di pentimento, seguendo i consigli di un amico, decide di costruire un ospizio per i poveri e vi si ritira, vivendo senza nome, come un nessuno, in armonia con la natura e lontano dalle convenzioni sociali.



Commento

Il protagonista del romanzo è Vitangelo Moscarda, un uomo di mezza età che inizia a interrogarsi sulla sua identità e cerca di capire meglio l'esistenza dopo aver ricevuto un semplice commento della moglie riguardo la forma del suo naso. Le sue idee stravaganti lo portano a fare cose assurde, ma decide anche di cambiare la sua vita per non essere più visto come un semplice usuraio, cercando di aiutare gli altri. Ma i suoi tentativi falliscono e le persone intorno a lui finiscono per ritenerlo pazzo. Nonostante tutto, non rinuncia mai alle sue idee, finendo per rovinarsi la vita: la moglie lo lascia, perde il controllo della banca e si ritrova solo. La sua identità si dissolve lentamente, fino a diventare uno, nessuno, centomila.
Il libro l'ho trovato interessante perché ha analizzato bene la psicologia del protagonista e fa riflettere sulla complessità dei pensieri altrui. Tuttavia, non mi ha coinvolto come mi sarei aspettato, perché non ho trovato giusto che qualcuno rovini la propria vita e quella altrui per riflessioni riguardanti l'esistenza e le relazioni.
Il romanzo di Pirandello è stato elaborato per molto tempo e parla della scomposizione della personalità. Se il nostro "io" è quello che gli altri vedono, la nostra identità si frammenta in molte immagini. Vitangelo scopre che la moglie ama un'immagine falsa di lui, non lui stesso. La vita, per Pirandello, è un flusso continuo che non si conclude mai, è il perpetuo divenire delle cose. Solo annullandosi in esse, Vitangelo può esistere davvero, anche solo per un attimo.



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