Scuolissima.com - Logo

Riassunto: Delitto e Castigo

di Fedor Dostoevskij 
Riassunto:

Raskol’nikov, un giovane studente squattrinato, decide di uccidere una vecchia usuraia: la vecchia, in fondo, ruba ai disgraziati come lui; mentre lui, con quei soldi, potrebbe fare del bene ad altri. La sua vita familiare è triste: la sorella, Sun'ja, sta per sposare il ricco e odioso Luzin solo per aiutare Raskol' nikov, che ha dovuto abbandonare l'università, e per assicurare alla madre una vecchiaia serena.
Uccisa la vecchia, Raskol' nikov resta deluso: con il bottino troppo scarso non potrà realizzare i suoi astratti ideali di giustizia; inoltre, il rimorso che lo punge lo esclude dagli eletti, gli uomini superiori dotati di una loro morale. La polizia intanto cerca l'assassino. Raskol' nikov sente un forte bisogno di giustificare le ragioni del suo gesto; discute lungamente con il giudice istruttore Porfirij Petrovic, il quale si convince che proprio Raskol' nikov è il colpevole. Questi pensa di uccidersi. Lo dissuade l'incontro con Son'ja Marmeladova, una giovane che si prostituisce per sfamare la sua povera famiglia. Raskol' nikov, consegnatosi alla polizia, è condannato ai lavori forzati in Siberia. In carcere, il puro amore per Son'ja prepara l'espiazione: dopo due sogni purificatori, Raskol' nikov trova, o meglio, ritrova la fede religiosa della sua infanzia.
Il grande tema del romanzo è il delitto: Raskol' nikov lo teorizza come prova di superiorità, come gesto di suprema libertà, e anche come atto di giustizia, che libererà l'umanità dallo sfruttamento; poi lo progetta nei dettagli, in quanto bisogna prevedere tutto, razionalmente. Il delitto vive e rivive in lui, riempie la sua anima e il romanzo come un'ossessione invincibile. A furia di ragionare tra sé, Raskol' nikov finisce per smarrire il controllo di ragione e volontà: è ciò che rende così moderno il suo personaggio. Inoltre, quasi subito egli prova un invincibile disgusto per il suo gesto: il rimorso lo tormenta, e questo è il suo vero castigo.
L'opera si ambienta sul grigio sfondo invernale di una San Pietroburgo priva di luce, abituata da una società sordida e abietta. L'autore arricchisce il quadro narrativo con le vicende di Marmeladov, inebetito dall'alcol, di sua moglie Caterina Ivanovna e della figlia Son'ja, colei che redimerà infine Raskol' nikov. Parallelamente viene tracciato il triste destino di Dun'ja: istitutrice nella casa di Svidrigajlov, un ricco possidente terriero, Dun'ja viene circuita e infine uccisa da lui.


Commento e riflessioni:

Dopo giorni di macerazione fisica (causata dalla febbre) e psichica (l'idea del delitto si era insinuata nella sua anima come un veleno e l'aveva intossicata) Raskolnikov, il protagonista del romanzo Delitto e castigo, prende la sua decisione: Aliona Ivanovna, la vecchia usuraia, deve morire. Ha termine così l'esasperato soliloquio del giovane studente, iniziatosi giusto un mese e mezzo prima, quando, dopo una visita fattale per impegnare un anellino, egli avvertì che uno strano pensiero l'andava beccando dentro nel capo, come un pulcino per uscire dall'uovo, e lo interressava assai, assai... Egli prende un'accetta, lo nasconde sotto il soprabito e si avvia verso la casa della vecchia. In uno stato di allucinazione e di delirio che rasenta la follia, Raskolnilov, per natura buono e sensibile, si avvia a compiere un delitto, fiducioso che il danaro rubato gli permetterà di rifarsi una nuova vita. Sono pagine di realismo angoscioso, impressionante. Due motivi soprattutto fermano la nostra attenzione: la tecnica narrativa e la caratterizzazione psicologica dell'omicida, motivi che completano e accrescono la drammaticità della scena. La narrazione, infatti, è ricca di mordente e tanto più penetrante nel suo stile così limpido e piano. L'analisi psicologica, poi è acutissima. Noi seguiamo Raskolnikov non solo nelle sue azioni, ma anche, e soprattutto, nel susseguirsi dei suoi sentimenti, dei moti del suo animo, così analiticamente e veridicamente ritratti. Sono i suoi pensieri che ci hanno aiutato a capire le ragioni del delitto: da un lato una vecchiaccia stupida, insensata, di nessun conto, malata, non necessaria ad alcuno e, al contrario, nociva a tutti, che non sa lei stessa per che cosa viva e che domani, tanto, morirà da sé... Dall'altro lato delle forze giovani, fresche che si perdono invano! Cento, mille buone imprese e iniziative che si possono organizzare e rimettere in sesto coi soldi della vecchia... Da queste riflessioni scaturisce quasi meccanicamente il gesto omicida. Una volta arrivato di fronte all'usuraia, lo studente agisce come un autonoma, guidato ormai dalla ineluttuabilità della situazione. Seguiamo con ansia e orrore il procedere dei gesti sempre più febbrili, descritti con un ritmo rapido e incalzante che accresce la tensione emotiva fino all'angoscia.



🧞 Continua a leggere su Scuolissima.com
Cerca appunti o informazioni su uno specifico argomento. Il nostro genio li troverà per te.




© Scuolissima.com - appunti di scuola online! © 2012 - 2024, diritti riservati di Andrea Sapuppo
P. IVA 05219230876

Policy Privacy - Cambia Impostazioni Cookies