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Riassunto 14 capitolo I Malavoglia

Riassunto:


Quando ‘Ntoni incontrò don Michele per dargli il resto fu un brutto affare, di notte mentre diluviava, all’angolo della sciara presso il Rotolo mentre era con Rocco Spatu e Cinghialenta. Don Michele aveva detto a Mena di dirgli di non andare di notte nel Rotolo insieme ai due amici di ‘Ntoni, ma quest’ultimo era sordo e non aveva paura di lui e poi quando l’avrebbe incontrato gli avrebbe dato il resto. Avevano passato la sera all’osteria fin quando era l’ora di chiusura e per la Santuzza c’era il rischio che prendesse una multa perché non era lecito tenere il locale aperto a quell’ora. Quindi ‘Ntoni vistosi cacciare fuori col temporale aveva giurato di infilzare don Michele con il coltello. Mentre Cinghialenta cercava di calmarlo, videro don Michele che faceva avanti e indietro con la divisa, gli altri dissero a ‘Ntoni di poter rimandare quello che voleva fare perché era ubriaco e gli altri volevano andare a bere qualcosa da compare Pizzuto. Lui dapprima non voleva aprire perché era tarda notte ma siccome era implicato nella faccenda dovette farlo. Si dissero che con quel tempo era difficile sbarcare la roba e dovevano stare attenti alle guardie che volevano far pagare il dazio per forza. Vanni Pizzuto gli disse che se l’affare andava bene la roba la potevano depositare nella loro casa. Di Piedipapera non si potevano più fidare e neanche di don Silvestro e se qualcosa andava male voleva riferire tutto a don Michele. Quando se ne andarono Pizzuto raccomandò loro che se accadeva loro qualcosa non c’erano stati a casa. Mentre camminavano sotto la pioggia ‘Ntoni disse alla compagnia di stare zitti perché se passavano davanti a casa sua li avrebbero uditi. Rocco Spatu gli disse che se Mena era alla porta era perché aspettava don Michele. ‘Ntoni s’infuriò. Don Michele qualche ora prima era passato per dire a Lia che se veniva ‘Ntoni lo dovevano chiudere in casa se non volevano che andasse in prigione, però non dire che l’aveva avvisata lui. Passarono lì davanti ma i quattro non si fecero sentire, dalla sciara non si udiva altro che il brontolio del mare. Per vedere se quelli c’erano dovevano fare il verso della civetta ma con quel temporale non ce ne erano e correvano il rischio di essere scoperti dalle guardie doganali. Quindi pensarono di ritornare indietro sempre in silenzio ad un tratto sentono dire <> e cominciano a scappare. ‘Ntoni scavalcò il muro e si trovò faccia a faccia con don Michele, il quale aveva una pistola in pugno, quindi la sua pistola volò in aria perché era stato pugnalato al petto da ‘Ntoni, lui voleva fuggire ma le guardie doganali gli furono addosso e legarono lui e il figlio della Locca, invece Cinghialenta e Rocco Spatu erano riusciti a scappare. La mattina seguente la gente si affollò davanti alla bottega di Pizzuto per vedere che cosa era successo quella notte. Quando la cugina Anna disse a padron ‘Ntoni che lo avevano arrestato insieme al figlio della Locca perché aveva accoltellato a don Michele. Tutti non guardarono la casa dei Malavoglia, solo la Nunziata che andò a piangere con Mena. La Locca cercava il figlio e pretendeva che glielo dessero ma questo non era possibile. Padron’Ntoni seguitava a buttare i soldi dietro gli avvocati e mangia carte, sperando che qualora sarebbe lasciato libero sarebbe ritornato con loro come quando era ragazzo. Don Silvestro accompagnò padron ‘Ntoni dall’avvocato e gli disse che se la poteva cavare con quattro o cinque anni di galera. Mena aveva domandato al nonno che gli avesse detto l’avvocato, ma questi non ce la faceva a rispondere. Arrivò la citazione per testimonianza ad alcuni e il paese fu messo in subbuglio, e questi continuavano a dire che non sapevano niente. Ogni volta che l’avvocato andava a parlare con ‘Ntoni, don Silvestro lo accompagnava, padron ‘Ntoni voleva vederlo ma non ce la faceva ad entrare. L’avvocato gli disse che stava bene, era ingrassato ma per quelle cose ci voleva tempo. Intanto i denari della casa se ne andavano. Finalmente attivò il giorno della citazione, molti andarono a vedere ‘Ntoni dietro le sbarre. Mentre parlavano i testimoni, i giudici, c’erano molti pettegolezzi in giro e dicevano che Lia se la intendeva con don Michele e questi gli avrebbe dato la pugnalata. Tutto il paese e anche padron ‘Ntoni, voleva andarci, pure Lia ma Mena la fermò. L’avvocato cercava di difendere ‘Ntoni dicendo che lui era capitato per caso, e poi fra lui e don Michele c’erano ruggini a causa di donne e poi l’avevano visto con Lia quella sera quando era stato accoltellato e lo potevano affermare in molti. Padron ‘Ntoni si sentì male e non udì più nulla, quindi lo coricano su un tavolo nella sala dei testimoni e gli versarono l’acqua addosso. Quando rinvenne sentì dire l’avevano condannato ai ferri per 5 anni. Quando ritornò il nonno disse a Lia che era una scellerata perché al tribunale avevano detto che se la intendeva con don Michele. Il nonno si sentì male e la sera come portarono il nonno sul carro, Mena era corsa ad incontrarlo, Lia uscì dal cortile e come aveva detto prima se ne andò da quella casa e nessuno la vide più.



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