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Commento: La casa dei doganieri

di Eugenio Montale


Commento:

Qui, nella casa sul confine del mare, un giorno lontano vennero i due protagonisti. Ora il poeta è ritornato. Ma è troppo labile il legame che lo tiene ancora avvinto al passato: egli tiene ancora il ricordo, ma è un ricordo confuso (un filo s’addipana), disordinato, come il girare di una banderuola sul tetto. Il filo sta per spezzarsi; la donna, che per un attimo è venuta a visitare la sua memoria, sta per abbandonarlo. Ella appare ormai una creatura fatta di nulla, simile a uno sciame di pensieri, inafferrabile; si mostra diversa da com’era perfino nel sono del suo riso.
E’ una situazione drammatica, nei suoi due movimenti contrastanti: il ricordare ancora, da parte del poeta; il non ricordare più, da parte della donna. A lei il poeta: il tu di questa poesia non è quello, generico, di Ossi di seppia. Ma il dialogo è, in realtà, un monologo senza risposta, costruito sul tema dell’incomunicabilità.
Il dramma è acuito dagli elementi dell’inverno(il libeccio il vento che soffia senza pietà, il frangente che ripullula). C’è si qualche segno di speranza (l’orizzonte in fuga, la luce della petroliera), ma prevalgoo i segni dell’incerto: la bussola ha perduto la sua regolarità; addirittura pare che s’allontana la casa. Alla fine giunge la sconfitta, inevitabile. Il ritmo discendente della poesia porta a un risultato di fallimento: io non so chi va e chi resta.



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