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Purgatorio Canto 31 - Riassunto

Appunto di letteratura italiana contenente il riassunto del trentunesimo canto (canto XXXI) del Purgatorio dantesco
Matelda, illustrazione di Gustave Doré

Tempo: mercoledì mattina del 13 aprile 1300

Luogo: Paradiso terrestre = La foresta spessa e viva, lussureggiante di prati, fiori e alberi.

Personaggi: Beatrice, Dante, Matelda, Stazio



Sintesi

Dante ammette il suo traviamento
Beatrice chiede a Dante che confessi la sua colpa, di aver rincorso falsi beni dopo la sua morte. Sospirando e piangendo il poeta ammette il suo traviamento e Beatrice incalza, domandando quali ostacoli gli si interposero, per cui dovesse abbandonare la speranza di progredire sulla strada che conduce a Dio. Dante conferma di essersi lasciato allettare dai falsi piaceri della vita terrena.


Perdono e ammonimento di Beatrice
Beatrice, reso merito al poeta per la confessione della sua colpa, lo esorta a cessare di piangere e ad ascoltare, perché gli sia di ammonimento per il futuro, in quale modo la morte della donna amata avrebbe dovuto operare in lui. Poiché il fascino delle belle membra che accoglievano l'anima di Beatrice fu per ìl poeta quanto di più bello avesse potuto mai vedere sulla terra, dopo la sua dipartita per il cielo Dante avrebbe dovuto innalzarsi spiritualmente piuttosto che precipitare in basso, preda delle vanità. Dante abbassa gli occhi, ma Beatrice lo esorta ad alzarli, perché, guardandola, si accresca in lui il dolore della colpa. Dante allora innalza lo sguardo verso Beatrice e la vede più bella che mai, rivolta al grifone.


Svenimento di Dante e purificazione nel Letè
Pentito e addolorato per le sue colpe, cade poi svenuto e, quando rinviene, si trova immerso nel Letè. Ve lo ha trascinato Matelda, la quale lo invita a tenersi stretto a lei e, al canto di Aspergimi, lo immerge completamente nell'acqua in modo che ne possa bere e purificarsi.


Le quattro virtù cardinali e la presentazione a Beatrice
Matelda lo consegna alle quattro belle danzanti (le virtù cardinali), ancelle di Beatrice. Esse conducono il poeta alla presenza della loro signora e lo esortano quindi a sostenerne lo sguardo luminoso: Dante vede Beatrice e ne è attratto. Le altre tre donne (le virtù teologali) invitano allora Beatrice a mostrare al poeta gli occhi e il sorriso e l'amata, liberatasi dal velo sul volto, offre a Dante il suo sorriso.


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