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Purgatorio Canto 26 - Riassunto

Appunto di letteratura italiana contenente il riassunto del ventiseiesimo canto (canto XXVI) del Purgatorio dantesco.
Miniatura ritraente Arnaut Daniel

Tempo: martedì 12 aprile 1300, verso le quattro pomeridiane

Luogo: cornice VII. Dalla parete della cornice si sprigiona una fiamma che occupa quasi tutto lo spazio, lasciando solo uno stretto passaggio sul bordo.

Personaggi: Dante, Virgilio, Guido Guizzinelli, Arnaldo Daniello

Penitenti e pena: Lussuriosi. Camminano tra le fiamme e ricordano il loro peccato piangendo ed elevando a Dio l’inno Summae Deus clementïae, contenente un’invocazione contro la lussuria. Manifestano poi il loro pentimento gridando esempi di lussuria punita e di castità premiata. Sono divisi in due schiere (eterosessuali e omosessuali), e quando si incontrano si baciano fraternamente in silenzio. Il contrappasso è evidente soprattutto nel muro di fuoco, che rinnova per analogia le fiamme della smodata passione fisica.



Sintesi

Il fuoco in cui bruciano i lussuriosi
Dante, Virgilio e Stazio avanzano uno dietro l'altro lungo lo stretto margine della cornice, tenendosi distanti dal fuoco in cui bruciano le anime dei lussuriosi. Il sole sta volgendo al tramonto e i suoi raggi proiettano sulla montagna l'ombra di Dante. Un'anima, richiamata dal fenomeno, si avvicina stupita al poeta e domanda come mai, ancora vivo, si trovi in quel luogo.


Eterosessuali e omosessuali si incontrano
Mentre sta per rispondere, l'attenzione di Dante viene attratta dalla vista di una schiera di penitenti che avanzano in direzione opposta a coloro che si sono fermati. Incontrandosi, si baciano castamente e riprendono il cammino: quelli della schiera sopravvenuta gridano: Sodoma e Gomorra, gli altri: Pasife entra nella vacca perché il toro soddisfi la sua lussuria. Dante allora, svelando lo scopo del suo viaggio ultraterreno, augura che presto il loro desiderio di ascendere in Paradiso sia soddisfatto e chiede chi siano.


Guido Guinizelli: il Dolce Stil Novo
Lo spirito che già in precedenza ha parlato dice di essere Guido Guinizelli e di appartenere alla schiera dei lussuriosi che peccarono con persone dell'altro sesso, al contrario di quelli dell'altra schiera, che si macchiarono di sodomia. Sapendo di aver di fronte lo spirito di Guinizelli, Dante si accosterebbe di più ad ammirarlo se il fuoco non glielo impedisse. È Guinizelli a chiedergli perché dimostri d'averlo tanto caro e il poeta gli risponde elogiando le dolci e insuperabili poesie in volgare da lui scritte. Ma Guinizelli indica a Dante uno spirito che ritiene il miglior artefice del volgare. Guinizelli chiede a Dante di recitare, giunto in Paradiso, un Pater Noster in suo suffragio.


Arnaldo Daniello
Il poeta, avvicinandosi all'altro spirito, gli domanda chi sia ed egli, parlando provenzale, risponde di essere Arnaldo Daniello: chiede a Dante una preghiera e quindi scompare nel fuoco purificatore.


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