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Purgatorio Canto 25 - Riassunto

Appunto di letteratura italiana contenente il riassunto del venticinquesimo canto (canto XXV) del Purgatorio dantesco.
I lussuriosi, illustrazione di Gustave Doré

Tempo: martedì 12 aprile 1300, dalle due alle quattro del pomeriggio

LUOGO:
Scala alla cornice VII
Cornice VII: Dalla parete della cornice si sprigiona una fiamma che occupa quasi tutto lo spazio, lasciando solo uno stretto passaggio sul bordo.

Personaggi: Dante, Virgilio, Stazio

Penitenti e pena: Lussuriosi. Camminano tra le fiamme e ricordano il loro peccato piangendo ed elevando a Dio l’inno Summae Deus clementïae, contenente un’invocazione contro la lussuria. Manifestano poi il loro pentimento gridando esempi di lussuria punita e di castità premiata. Sono divisi in due schiere (eterosessuali e omosessuali), e quando si incontrano si baciano fraternamente in silenzio. Il contrappasso è evidente soprattutto nel muro di fuoco, che rinnova per analogia le fiamme della smodata passione fisica.



Sintesi

Salendo verso la settima cornice
I tre poeti stanno salendo in fila la scala che conduce alla settima cornice. Dante, assillato da un dubbio, è frenato nel parlare dal timore di risultare molesto ma Virgilio lo invita a esporre liberamente il suo pensiero; così, rinfrancato, egli chiede come le anime dei golosi si riducano a tale magrezza se non sono stimolate dal bisogno di nutrirsi. Dopo una breve premessa, nella quale cita il mito di Meleagro, Virgilio prega Stazio di chiarire il dubbio di Dante.


Le tre anime dell'uomo
Stazio spiega che l'uomo, all'atto del concepimento, attraverso la potenza formativa del seme, viene dotato dell'anima vegetativa e successivamente di quella sensitiva. Dio infine infonde in ognuno l'anima razionale, la quale attiva le virtù presenti nell'essere umano, dando origine a un'unica anima, che assomma in sé le facoltà vegetativa, sensitiva e intellettiva.


La morte e l'aldilà
Con la morte, l'anima si scioglie dal corpo ma conserva in potenza le tre facoltà; quindi, sia che cada alle foci dell'Acheronte sia a quelle del Tevere per essere dannata o premiata in eterno, s'irraggia nello spazio aereo che le sta intorno e, benché inconsistente, conserva tutte le sue facoltà, riproducendo gli effetti derivanti da ogni tipo di sensazione.


Nella settima cornice: tra i lussuriosi
Infine i poeti giungono alla settima cornice e piegano verso destra, rasentando il margine della montagna esposto al vuoto, per ripararsi dal fuoco che scaturisce dalla parete rocciosa e che occupa la via. Così sono costretti a procedere in fila e Dante teme da un lato il fuoco, mentre dall'altro lo atterrisce il pericolo di cadere nel baratro. In quel momento ode levarsi l'inno Dio di somma clemenza e scorge la presenza di numerose anime che, andando tra le fiamme, cantano esempi di castità e di temperanza. Si tratta dei lussuriosi, che espiano la loro colpa con il fuoco.


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