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Paradiso canto 29 - Riassunto

Appunto di letteratura italiana contenente il riassunto del ventinovesimo canto (canto XXIX) del Paradiso dantesco.
La Madonna, illustrazione di Gustave Doré

Tempo: 13 aprile 1300, mercoledì dopo Pasqua

Luogo:
CIELO NONO: PRIMO MOBILE O CRISTALLINO
È l’ultimo e più ampio dei nove cieli fisici, assolutamente trasparente (Cristallino). Tutte le sue parti sono perfettamente uniformi e ricche di quella virtù sublime, unica e indistinta, che qui discende direttamente da Dio per poi differenziarsi nei cieli inferiori sotto forma di influenze celesti. Immediatamente adiacente all’Empireo, dove Dio è presente nella propria essenza, il Primo Mobile per il desiderio di unirsi a Lui gira con la massima velocità, originando così il movimento di tutti gli altri cieli e quindi la vita dell’universo.

Intelligenze motrici: Serafini

Personaggi: Beatrice, Dante

Spiriti beati: Cori angelici.
Le nove gerarchie di angeli si presentano come nove cerchi di fuoco concentrici che ruotano, con diversa velocità e ardore, intorno a un punto centrale di luce intensissima, in cui è rappresentato Dio. I nove ordini angelici sono, dal più esterno: Angeli, Arcangeli, Principati, Potestà, Virtù, Dominazioni, Troni, Cherubini, Serafini.



Sintesi

La creazione
Dopo aver guardato fissamente per un attimo Dio, il punto luminoso che ha abbagliato Dante, Beatrice si volge sorridente verso il poeta per rispondere ad alcune sue domande inespresse. Esordisce affermando che Dio, eterno amore, volle creare il cielo e tutta la natura per la loro gioia di esistere. In un unico atto d'amore creò la pura forma (cioè le intelligenze angeliche), la pura materia (cioè quella informe degli elementi) e il composto di forma e materia strettamente collegate tra loro (i cieli).


Angeli, Cieli e materia
Contemporaneamente creò l'ordine e le qualità delle sostanze ponendo al primo posto le forme pure, gli angeli, nell'Empireo, all'ultimo la potenza pura, la materia, nel mondo sublunare e, in mezzo, la potenza con l'atto, i cieli. È falsa perciò l'affermazione di San Girolamo secondo la quale gli angeli furono creati molti secoli prima del mondo rimanente perché non sarebbe ammissibile pensare che essi siano stati per qualche tempo oziosi e perciò privi della loro perfezione.


La natura degli angeli
Beatrice narra la ribellione e la caduta dal cielo di Lucifero e dei suoi seguaci, quindi mostra gli angeli rimasti fedeli a Dio i quali furono elevati dalla grazia e dal merito individuale a contemplarlo in eterno. Per dissolvere gli equivoci umani sulla memoria degli angeli, la donna svela che questi non hanno memoria perché, contemplando continuamente Dio, dove hanno sede tutte le cose, non solo le presenti, ma anche le passate e le future, non mutano l'oggetto della loro attenzione. Inveisce poi contro i predicatori che, desiderosi di apparire dotti, stravolgono il significato delle Sacre Scritture, loda chi invece umilmente a esse si accosta e apostrofa i corrotti venditori di indulgenze. Conclude infine dicendo che il numero degli angeli del cielo è infinito e che la luce di Dio splende su tutti loro con grandezza incommensurabile.


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