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Paradiso canto 22 - Riassunto

Appunto di letteratura italiana contenente il riassunto del ventiduesimo canto (canto XXII) del Paradiso dantesco.
Raffaello Sanzio, La scala di Giacobbe, affresco nella volta della Stanza di Eliodoro, Musei vaticani

Tempo: 13 aprile 1300, mercoledì dopo Pasqua

Luogo:
CIELO SETTIMO: SATURNO
Si presenta come un cristallo nel quale scende dall’alto una scala d’oro che si eleva tanto da non vederne la cima. In questo cielo non si ode il canto sublime dei beati, e l’atmosfera è calata in un mistico silenzio.

CIELO OTTAVO: STELLE FISSE

Intelligenze motrici: Troni (Saturno) Cherubini (Stelle Fisse)

Personaggi
: Beatrice, Dante, S. Benedetto, S. Macario, S. Romualdo degli Onesti

Spiriti beati
:
Spiriti contemplativi (cielo di Saturno)
Sono le anime sante di coloro che dedicarono la vita alla meditazione e al raccoglimento in Dio.
Si presentano come splendori intensi che discendono insieme lungo la scala; giunti a un certo gradino, gli spiriti tutti si sciolgono in un volo sfavillante, poi alcuni ritornano verso l’alto, altri si fermano nuovamente sulla scala.

Spiriti trionfanti (cielo delle Stelle Fisse)
Le schiere dei beati si presentano come migliaia di lucerne illuminate intensamente dalla luce che dall’alto scende su di loro direttamente da Gesù Cristo.



Sintesi

Tra gli spiriti contemplativi
Profondamente stupito dal grido dei beati (che accompagna l'invettiva di Pier Damiani), Dante viene rassicurato da Beatrice: esso esprime la richiesta a Dio di giusta vendetta per le azioni dei corrotti. Dante si volge poi a guardare gli spiriti contemplativi che, sotto forma di brillantissime sfere, si illuminano scambievolmente.


San Benedetto
San Benedetto, la sfera più luminosa, che per primo portò la parola di Cristo tra i pagani del monte Cairo e li convertì, invita il poeta a manifestare senza timore il proprio pensiero. Incoraggiato, Dante chiede di poterlo vedere privato della luce abbagliante che lo circonda, ma tale desiderio sarà soddisfatto nell'Empireo; quindi San Benedetto mostra al poeta la scala che conduce fino all'ultimo Cielo, la quale fu vista in sogno da Giacobbe piena di angeli. Oggi gli uomini, presi dalla vanità dei beni terreni, non alzano più gli occhi verso quella scala desiderosi di salirla.


Decadimento della vita monastica
Il santo inoltre fa rilevare che nei monasteri la regola viene disattesa e che essi sono diventati luoghi in cui la devozione, la carità e la povertà sono soltanto un ricordo del passato. Le istituzioni religiose, infatti, sono diventate l'opposto di ciò che desideravano i loro fondatori.


Ascesa all'ottavo Cielo
A un cenno di Beatrice, Dante ascende in un attimo al Cielo della costellazione dei Gemelli, segno zodiacale del poeta e dispensatore di grandi virtù. Invitato da Beatrice, si volge a guardare in basso la terra, che appare piccola cosa. Dante alza allora lo sguardo verso il sole e ammira il movimento dei pianeti; torna, infine, a fissare gli occhi di Beatrice.


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