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Purgatorio Canto 20 - Riassunto

Appunto di letteratura italiana contenente il riassunto del ventesimo canto (canto XX) del Purgatorio dantesco.
Ugo Capeto, illustrazione di Gustave Doré

Tempo: martedì 12 aprile 1300, prime ore antimeridiane

Luogo: Cornice V

Personaggi: Dante, Virgilio, Ugo Capeto

Penitenti e pena: Avari e prodighi. Giacciono bocconi con il viso rivolto a terra, con le mani e i piedi legati, e piangendo recitano il versetto del Salmo 118 «L’anima mia è attaccata alla terra»: per contrappasso la posizione prona, lo sguardo rivolto in basso e le parole pronunciate dichiarano il loro colpevole attaccamento ai beni terreni. Di giorno gridano esempi di generosità e povertà, di notte esempi del loro vizio di cupidigia.



Sintesi

Invettiva contro l'avarizia
Adriano V non ha voluto sentirsi porre altre domande e Dante, nonostante abbia altro da chiedere, si allontana con Virgilio. Mentre cammina rasente la parete, attento a non inciampare nelle anime che piangono vicine al ciglio esterno della cornice, maledice l'ingorda insaziabile lupa dell'avarizia, chiedendosi quando il veltro verrà a scacciarla dal mondo.


Ugo Capeto e le sue profezie
Mentre procedono, sente una voce gridare esempi di povertà e di generosità; si avvicina quindi all'anima dalla quale sembra provenire quella voce e, promettendo di rinnovare la sua memoria presso gli uomini quando tornerà sulla terra, le chiede chi sia. Si tratta dello spirito di Ugo Capeto, capostipite della famiglia regnante in Francia, il quale predice la punizione di Dio sui suoi discendenti che si sono macchiati di innumerevoli malvagità, iniziate con l'annessione al regno di Francia della Provenza da parte di Carlo I d'Angiò.


Carlo di Valois e Filippo il Bello
Ugo predice altresì che ci sarà un altro Carlo, Carlo di Valois, che scenderà in Firenze per far conoscere la malvagità sua e della sua stirpe, munito delle armi del tradimento; ci sarà infine un terzo Carlo, Carlo II lo Zoppo, che darà in sposa la figlia Beatrice dietro compenso di denaro. Ma il misfatto più grave sarà commesso da Filippo il Bello, il quale non solo oltraggerà il papa Bonifacio VIII assalendolo nel palazzo di Anagni, ma si impossesserà anche illegalmente delle ricchezze dell'Ordine dei Templari.


Esempi di avarizia e di generosità
Ugo Capeto rivela infine a Dante che, durante la notte, le anime di quella cornice, a espiazione della propria colpa, gridano esempi di avarizia punita mentre di giorno pronunciano esempi di povertà e di generosità, con voce più o meno alta a seconda dell'intensità del sentimento che le stimola. Ripreso il cammino, la montagna comincia a tremare e si leva al cielo il Gloria a Dio nel più alto dei cieli. Rassicurato da Virgilio, Dante attende che il terremoto abbia termine, quindi riprende la strada.


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