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Inferno Canto 15 - Riassunto

Appunto di letteratura italiana contenente il riassunto del quindicesimo canto (canto XV) dell'Inferno dantesco.
L'incontro con Ser Brunetto, illustrazione di Gustave Doré


Tempo: sabato 9 aprile 1300, verso l’alba

Luogo: cerchio 7° - girone 3°: violenti contro Dio e la natura (sodomiti). Una landa circondata dalla selva dei suicidi; essa è costituita da un sabbione infuocato, su cui cadono falde di fuoco, come di neve in alpe sanza vento.

Personaggi: Virgilio, Dante, Brunetto Latini, Prisciano, Francesco d’Accorso, Andrea de’ Mozzi

Violenti contro natura: Sono costretti a camminare senza sosta, mentre la pioggia di fuoco cade impietosa e incessante. Inutile è la tresca delle misere mani per cercar riparo dalle fiamme. Sono i peccatori più numerosi del girone.



Sintesi

I sodomiti
Dante sta percorrendo uno dei due argini del ruscello di sangue bollente che deriva dal fiume Flegetonte e costeggia il sabbione infuocato. Si è ormai allontanato dalla selva dei suicidi al punto che, voltandosi indietro, non potrebbe più vederla. Durante il percorso, incontra una schiera di sodomiti che cammina sul sabbione, intenta a guardare nella sua direzione.


Brunetto Latini
Viene riconosciuto con grande meraviglia da uno di questi che, per attirare la sua attenzione, lo chiama e lo afferra per il lembo della veste. Nonostante il fuoco ne abbia modificato le sembianze, con sorpresa Dante riconosce in lui Brunetto Latini, il suo maestro. Questi chiede di poter parlare con l'antico discepolo e Dante ottiene l'assenso di Virgilio. A Brunetto Latini, però, non è permesso, come agli altri sodomiti, fermarsi neppure un istante, pena un ulteriore tormento. Così apprende le ragioni per le quali Dante si trova nell'Inferno.


La profezia di esilio per Dante
Brunetto tesse le lodi del suo ingegno e gli profetizza le sventure che prossimamente lo colpiranno a causa della cecità e dell'invidia dei fiorentini. Dante non coglie pienamente il senso delle parole del maestro e spera che la predizione gli sarà spiegata in altro luogo da Beatrice. Risponde tuttavia di essere pronto ad affrontare qualsiasi avversità, pur di rimanere sereno con la propria coscienza.


Gli altri sodomiti
Dopo aver ascoltato l'apprezzamento di Virgilio per le parole pronunciate, Dante chiede a Brunetto di conoscere il nome di qualcuno dei dannati che scontano la loro colpa in quel girone. Apprende che chierici e letterati di chiara fama pagano lì il peccato di sodomia (fra questi Francesco d'Accorso e il vescovo Andrea de' Mozzi, anche se quest'ultimo non lo nomina direttamente). Nel frattempo Brunetto vede sopraggiungere un'altra schiera di dannati e conclude il suo discorso con Dante, raccomandandogli l'opera che soprattutto gli ha dato fama presso i viventi, il suo Tesoro. Corre infine a raggiungere i dannati della sua schiera.


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