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Inferno Canto 3 - Riassunto

Appunto di letteratura italiana contenente il riassunto del terzo canto (canto III) dell'Inferno dantesco.
L'Antinferno (1499-1502), Luca Signorelli, Cappella di San Brizio, Duomo di Orvieto


Sintesi

Virgilio e Dante si trovano di fronte alla porta dell'inferno, che nella parte superiore porta incisa la famosa scritta conclusa con la sentenza "Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate". Entrambi attraversano l'uscio penetrando così nel mondo infernale. L'ambiente è buio, e si sentono subito pianti, lamenti e grida dei dannati. Quell'anticamera dell'inferno accoglie gli ignavi, coloro che vissero senza prendere mai una posizione, né buona né cattiva, inutili a sé stessi ed alla società. Tra le anime dannate si trovano anche gli angeli che nella guerra tra Dio e Lucifero non si schierarono né dall'una né dall'altra parte.
Gli ignavi si lamentano della loro sorte perché trascurati da tutti con disprezzo per non aver lasciato in vita nessun ricordo di sé. La pena degli ignavi è avvilente e spregevole: sono continuamente punzecchiati da mosconi e vespe, in un fango putrido, così da versare ora inutilmente (sono solo cibo per vermi) quelle lacrime e quel sangue che in vita non furono in grado di versare. Sono anche costretti ad inseguire una insegna che cambia rapidamente posizione in ogni momento. Tra le anime Dante riesce a vedere quella di Celestino V, colui che per vigliaccheria aveva ceduto alla carica papale lasciando il posto a Bonifacio VIII, che il poeta ritiene responsabile del male di Firenze e del suo esilio. Questo papa voleva che la chiesa avesse anche il potere temporale. Proseguendo nel loro cammino i due poeti giungono sulla riva del fiume Acheronte dove un'immensa schiera di anime è pronta per essere traghettata sull'altra sponda da Caronte.
Il nocchiero svolge il suo compito senza parlare: ordina alle anime di salire sulla barca facendo loro dei cenni, e, se qualcuna mostra di voler indugiare, la percuote col remo. Caronte, accortosi che Dante è ancora in vita, lo ammonisce a tornarsene sui suoi passi, ma Virgilio lo costringe al silenzio rivelandogli che il viaggio del suo discepolo si compie per volere del cielo. Improvvisamente la terra trema, e, mentre un lampo di luce rossa squarcia le tenebre, Dante perde i sensi.


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