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Analisi: Ecco mormorar l'onde, Tasso

di Toquato Tasso
Analisi del testo

E' un madrigale cinquecentesco, costruito con coppie di versi a rima baciata. La metrica è scandita dall'alternarsi di settenari e di endecasillabi, adatti per essere cantati - come avveniva al tempo a quasi tutte le composizioni poetiche.
Tasso concepisce la sua composizione partendo dal dato di fatto: "ecco". Insegna Dante che, dopo "ecco" od altri termini deittici, sta per succedere qualcosa di importante (ed ecco verso noi venir per nave / un vecchio... Canto III Inferno). L'importanza consiste nelle fronde?
Ci si stupisce, ma è un componimento nato in un ambiente che si sta evolvendo a ritroso, e che al posto di mirare alla qualità mira alla quantità dei versi: non a caso, Tasso sarà l'esempio della poesia barocca manierista. Il concetto non sta, però, tanto nell'onde in sé, quanto nella bravura del poeta che riesce a fondere una miriade di stilemi antichi e moderni: il concetto virgiliano espresso nelle Ecloghe e l'innumerevole produzione petrarchesca. Ad un'analisi più attenta (ho solo dato una lettura rapidissima), si scopriranno, ovviamente, numerosi passi ispirati dal Canzoniere. Io, di mio, ho solo ravvisato alcuni passi tratti dal I del Purgatorio.
Faccio notare la posizione dell'anafora "e", che inizia in tutti i versi e la ripetizione di "ecco", a dividere in due il componimento: la prima sezione descrive l'alba - che non pronunzia ma lascia intuire dall'aggettivo mattutino - dal punto di vista dei sensi dell'udito, la seconda della vista. Al fondo, introdotto da un'invocazione, è il commento del poeta: si comprende come il messaggio sia nullo. Ma non conta il messaggio: Tasso si dimostra ottimo padrone del verso e, cosa ancor più importante, capace di trovare soluzioni sempre nuove ad un soggetto tipico.


Spiegazione parole principali:
  1. Ecco: l’avverbio, ripreso in anafora al verso 7, crea un clima di improvvisa rivelazione. 
  2. Mormorar…: i verbi all’infinito danno un senso di trepi- dazione e di sospensione, amplificato dal polisindeto, dal-le rime interne e dalle allitterazioni. Si noti il costante ri-corso alle metafore. 
  3. L’aura: la figura del senhal (ripresa al v. 13), di ascendenza provenzale e petrarchesca, richiama allusivamente il te-ma amoroso: Laura è infatti la donna amata dal poeta e identificata con la brezza vivificante del mattino. 
  4. Appare…: l’uso dell’indicativo presente, in sostituzione dell’infinito, accompagna la rivelazione dell’alba in tutta la sua pienezza. 
  5. E… e… e… e: il polisindeto conferisce continuità al rit- mo e ne accresce la musicalità.
  6. L’aura… messaggera: per dichiarazione dello stesso autore, l’immagine è costruita ad imitazione di Dante il qual disse: È l’aura annunziatrice de gli albori (Purgatorio, XXIV, 144-145)

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