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Marzo, Giorgio Caproni: parafrasi e commento

Appunto di italiano sulla poesia Marzo di Giorgio Caproni: testo e spiegazione con figure retoriche e commento della poesia.
fanciulla-finestra

Marzo è una poesia che il poeta Giorgio Caproni ha scritto nel 1932 e che è contenuta nella raccolta "Come un'allegoria". Dunque, Marzo è la prima poesia che appare nella sua prima raccolta poetica.





Marzo: testo poesia

Dopo la pioggia la terra
è un frutto appena sbucciato.

Il fiato del fieno bagnato
è più acre - ma ride il sole
bianco sui prati di marzo
a una fanciulla che apre la finestra.



Marzo: parafrasi

Dopo la pioggia, la terra sembra un frutto appena raccolto. L'odore del fieno bagnato diventa più intenso, ma il sole risplende sui prati di marzo mentre una ragazza si affaccia alla finestra.



Analisi del testo e commento

Quando Giorgio Caproni scrisse la poesia Marzo aveva solo vent'anni, era quindi giovanissimo e nel mese di marzo ha inizio la primavera, che è una stagione nel quale si risveglia la natura dopo il lungo inverno. Quindi, in un certo senso, paragonava se stesso al mese di marzo, anch'esso simbolo di giovinezza. Tuttavia, marzo è noto anche per essere un mese pazzerello, infatti un popolare proverbio recita: "Marzo pazzerello, guarda il sole e prendi l'ombrello". Anche in questa poesia è evidente l'improvviso cambiamento meteorologico e in particolare viene descritta una giornata nel quale prima pioveva e poi è apparso un sole raggiante. Per certi aspetti ricorda vagamente la poesia La quiete dopo la tempesta di Giacomo Leopardi, dove però viene descritta la fine di una tempesta e gli uccelli che riprendono a cinguettare (Odo augelli far festa). Nella poesia "Marzo" è vero che piove, ma il tempo non è così brutto come quello descritto da Leopardi. Una volta smesso di piovere si iniziano a sentire i forti odori della natura: alcuni sono piacevoli, come la terra che profuma di frutto appena sbucciato, e altri sono meno piacevoli come il fieno bagnato che emana un odore pungente e sgradevole. La poesia si conclude con l'immagine di una fanciulla che apre la finestra e viene avvolta dalla luce del sole. La fanciulla che apre la finestra è Olga Franzoni, la fidanzata di Caproni, che in quel periodo abitava nella casa del poeta a Rovegno insieme alla propria madre.



Figure retoriche

  • Metafora = "la terra è un frutto appena sbucciato" (vv. 1-2).
  • Personificazione = "fiato del fieno" (v.3); "ride il sole" (v.4). 
  • Sinestesia = "il fiato del fieno bagnato è più acre" (vv. 3-4), cioè olfatto e gusto.
  • Enjambement = "la terra / è un frutto" (vv. 1-2); "Il fiato del fieno bagnato / è più acre" (vv. 3-4); "il sole bianco" (vv. 4-5).



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