Somigliare, assomigliare e rassomigliare sono tre verbi che possiedono la base etimologica uguale e non presentano differenze nemmeno per quanto riguarda il loro significato, che è quello di essere simile a qualcuno o a qualcosa nell'aspetto, nel carattere, nelle abilità, nelle conoscenze, nella voce ecc.. Tutti e tre i verbi sono intransitivi e ammettono come ausiliare sia il verbo avere che il verbo essere, e possono essere usati transitivamente con il significato di "paragonare" e "confrontare" (in ambito letterario).
Come si scrive?
Come già abbiamo osservato nell'introduzione dell'articolo, vanno bene tutte e tre le forme: sono interscambiabili, cioè l'utilizzo di uno o dell'altro non è determinato da regole imposte dalla grammatica italiana, ma è più una scelta libera di chi scrive. Di seguito siamo andati ad analizzarle una alla volta.Somigliare
Il termine somigliare deriva dal latino similiare, derivazione di simĭlis cioè "simile". Alcuni possibili sinonimi di somigliare sono: sembrare, pare ecc. Tra i tre si può considerare il verbo con il grado di intensità meno intenso, anche se nell'uso comune non si fanno queste differenze (solamente in quello formale).Somigliare: esempio
Non mi somiglia per niente!
Assomigliare
Il termine assomigliare deriva dal latino assimiliare, derivazione di simĭlis cioè "simile". A differenza del termine precedente, presenta l'aggiunta del prefisso a- che ha una funzione rafforzativa. È preferibile, ma non obbligatorio, usare questa forma in presenza del riflessivo "si" in modo da evitare l'accostamento ravvicinato delle due "s".Assomigliare: esempio
Secondo te si assomigliano?
Rassomigliare
Il termine rassomigliare deriva dal verbo assomigliare, con l'aggiunta del prefisso r-. Solitamente questo tipo di prefisso (r-) ha il significato di ripetere qualcosa (ri-tornare, rin-correre, ri-fare), invece qui ha nuovamente un valore rafforzativo ancor più che nelle altre forme.Rassomiglia: esempio
Nessuno si prende se non si rassomiglia.