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Paradiso Canto 9 - Figure retoriche

Tutte le figure retoriche presenti nel nono canto del Paradiso (Canto IX) della Divina Commedia di Dante Alighieri.

Qui di seguito trovate tutte le figure retoriche del nono canto del Paradiso. In questo canto Dante ascolta le profezione di Carlo Martello e Cunizza da Romano (sorella di Ezzelino). Inoltre Dante incontra Folchetto di Marsiglia che gli indica a Dante l'anima luminosa più luminosa del cielo, Raab. Si chiude il canto con l'invettiva di Folchetto contro Firenze e il clero. Per una migliore comprensione del testo vi consigliamo di leggere la parafrasi del Canto 9 del Paradiso.


Le figure retoriche

Carlo tuo = anastrofe (v. 1). Cioè: "il tuo Carlo".

Ricever dovea = anastrofe (v. 3). Cioè: "doveva subire".

Pianto / giusto = enjambement (vv. 5-6).

La vita di quel lume santo = perifrasi (v. 7). Cioè: "l'anima di quella santa luce", per indicare Carlo Martello.

Sol = perifrasi (v. 8). Per indicare Dio.

Ver’ me si fece = anastrofe (v. 14). Cioè: "si avvicinl a me".

Caro assenso / al mio disio = enjambement (vv. 17-18).

Seguette come a cui di ben far giova = similitudine (v. 24). Cioè: "iniziò a parlare come colui che prova gioia nel fare del bene".

Ben far = anastrofe (v. 24). Cioè: "fare del bene".

La terra prava / italica = enjambement (vv. 25-26).

Facella = perifrasi (v. 29). Cioè: "fiamma devastatrice", per indicare Ezzelino da Romano.

D’una radice nacqui e io ed ella = metafora (v. 31). Cioè: "fummo fratelli".

Cunizza fui chiamata = anastrofe (v. 32). Cioè: "mi chiamarono Cunizza".

D’esta stella = perifrasi (v. 33). Per indicare Venere.

Di questa luculenta e cara gioia del nostro cielo che più m’è propinqua = perifrasi (vv. 38-39). Per indicare Folchetto di Marsiglia.

Gioia / del nostro cielo = enjambement (vv. 38-39).

Grande fama rimase = anastrofe (v. 39). Cioè: "rimase una grande fama".

Che Vincenza bagna = anastrofe (v. 47). Cioè: "che bagna Vicenza".

L’acqua che Vincenza bagna = perifrasi (v. 47). Per indicare il fiume Bacchiglione.

Dove Sile e Cagnan s’accompagna = perifrasi (v. 49). Cioè: "dove si uniscono i fiumi Sile e Cagnano", per indicare Treviso.

Tal signoreggia e va con la testa alta = perifrasi (v. 50). Per indicare Rizzardo da Camino.

Si fa la ragna = metafora (v. 51). Cioè: "già si trama la ragnatela".

La difalta / de l’empio suo pastor = enjambement (vv. 52-53).

Conformi fieno = anastrofe (v. 60). Cioè: "saranno conformi".

Già nota / per cara cosa = enjambement (vv. 67-68).

Qual fin balasso in che lo sol percuota = similitudine (v. 69). Cioè: "come un raffinato rubinoche i raggi del sole colpiscano".

Per letiziar là sù fulgor s’acquista, sì come riso qui = similitudine (vv. 71-72). Cioè: "In Paradiso si acquista splendore quando si gioisce, come sulla Terra quando si ride".

S’abbuia / l’ombra di fuor = enjambement (vv. 71-72).

Beato spirto = anastrofe (v. 74). Cioè: "spirito beato".

Nulla / voglia = enjambement (vv. 74-75).

Voce tua = anastrofe (v. 76). Cioè: "tua voce".

‘l ciel trastulla = anastrofe (v. 76). Cioè: "rallegra il cielo".

Quei fuochi pii = perifrasi (v. 77). Cioè: "di quelle sante fiamme", per indicare i Serafini.

S’io m’intuassi, come tu t’inmii = similitudine (v. 81). Cioè: "se potessi entrare in te come tu entri nei miei pensieri".

La maggior valle in che l’acqua si spanda = perifrasi (v. 82). Per intendere il Mediterraneo.

Che fa meridiano là dove l’orizzonte pria far suole = perifrasi (vv. 86-87). Cioè: "si fa meridiano là dove prima fa orizzonte". Per indicare Gerusalemme.

Di quella valle = perifrasi (v. 88). Per indicare il Mediterraneo.

Cammin corto = anastrofe (v. 89). Cioè: "breve tratto".

Ad un occaso quasi e ad un orto = perifrasi (v. 91). Per dire che sono poste sullo stesso meridiano.

Sangue suo = anastrofe (v. 93). Cioè: "suo sangue".

Quella gente a cui / fu noto il nome mio = enjambement (vv. 94-95).

E questo cielo di me s’imprenta, com’io fe’ di lui = similitudine (vv. 95-96). Cioè: "e questo Cielo risplende della mia luce come io risplendetti della sua".

Di me s’imprenta = anastrofe (v. 96). Cioè: "trae impronta da me".

Più non arse la figlia di Belo, noiando e a Sicheo e a Creusa, di me, infin che si convenne al pelo = similitudine (vv. 97-99).

Nel core ebbe rinchiusa = anastrofe (v. 102). Cioè: "ripose gelosamente nel suo cuore".

Ch’addorna / cotanto affetto = enjambement (vv. 106-107).

Così scintilla, come raggio di sole in acqua mera = similitudine (vv. 113-114). Cioè: "che brilla tanto qui vicino a me, come un raggio di sole in un’acqua pura".

Si tranquilla / Raab = enjambement (vv. 115-116).

La prima gloria / di Iosuè = enjambement (vv. 124-125).

Al papa la memoria = anastrofe (v. 126). Cioè: "alla memoria del papa".

Di colui è pianta che pria volse le spalle al suo fattore = perifrasi (vv. 127-128). Per indicare Lucifero, che si ribellò a Dio.

Le pecore e li agni = metafora (v. 131). Per indicare il gregge dei fedeli cristiani.

L’Evangelio e i dottor magni / son derelitti = enjambement (vv. 133-134).

Solo ai Decretali / si studia = enjambement (vv. 134-135).

Dove Gabriello aperse l’ali = metonimia (v. 138). Cioè: "dove l'arcangelo Gabriele aprì le ali". L'effetto per la causa, per fare l'Annunciazione a Maria.

Elette / di Roma = enjambement (vv. 139-140).

Tosto libere fien = anastrofe (v. 142). Cioè: "saranno presto libere".



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