Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco è un popolare proverbio italiano, sebbene nessuno sappia dare un'utilità nell'atto di prendere un gatto per poi metterlo in un sacco. Ecco perché questo proverbio è da sempre stato fonte di discussioni e ne esistono diverse varianti, dove cambia il soggetto da mettere nel sacco, ma non il senso finale.
Gli inglesi sono soliti dire: "Don't count your chickens before they are hatched!". La cui traduzione è "non contare i tuoi polli prima che si siano schiuse le uova".
Significato
Il proverbio sta a significare che non bisogna gridare alla vittoria ancor prima che essa sia arrivata, oppure mai parlare troppo presto. Questo perché tante volte ci si illude di poter facilmente raggiungere un obiettivo, al punto da arrivarlo a considerare già fatto, mentre invece qualcosa potrebbe andare diversamente da come si pensava.Il protagonista di questo proverbio è il gatto: un animale agile, veloce, ma soprattutto imprevedibile. Di solito i gatti hanno scarsa fiducia nell'uomo, e anche se alcuni si lasciano accarezzare o prendere in braccio, non si fidano al punto da lasciarsi chiudere in un sacco. L'interno di un sacco è buio e anche stretto e, sentendosi in trappola, anche il gatto più addomesticato (che ubbidisce al padrone) si rifiuterebbe di entrarci... aiutandosi con le unghie e i denti.
Un proverbio dal significato simile è di immediata comprensione è "non vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso".
Perché proprio nel sacco? Evidentemente era il sistema più utilizzato ed economico per intrappolare gli animali di piccola taglia e ancora vivi. Inoltre in un sacco di tela, attraverso piccoli fori, l'animale aveva aria a sufficienza per poter respirare (seppure a fatica) e sopravvivere almeno per la durata del viaggio. Oggi, probabilmente, questa pratica è diventata illegale per una questione di igiene, per la brutalità del gesto e per la mancanza di rispetto nei confronti degli animali qualunque essi siano.
Curiosità
Quando nel 2011, Giovanni Trapattoni (calciatore e allenatore italiano), disse la famosa frase che poi è diventata il suo marchio di fabbrica "Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco", la Stampa, la TV e le Radio la considerarono una vera e propria gaffe. Il motivo? Esiste una variante più antica e, quindi, più conosciuta all'epoca, mentre la sua era stata etichettata come una storpiatura trapattoniana.In realtà, la versione pronunciata da Trapattoni era già stata riportata nel Bignami del 1967, quindi è davvero un proverbio e pertanto aveva ragione lui a usarlo come tale. Ora, senza alcun dubbio, è la versione da lui usata in diretta televisiva a essere la più diffusa.
Origine
Il proverbio da cui ha origine tutto è:Non dire quattro se non ce l'hai nel sacco.
In questo caso il "quattro" risulta essere l'abbreviazione di "quattrino", inteso come moneta; il "sacco", inteso come saccoccia, cioè in tasca. Quindi il significato è quello di non vantarsi di avere dei soldi ancor prima di averli messi nella propria tasca, cioè nel proprio portafoglio.
Un altra possibile origine del proverbio "non dire quattro se non ce l'hai nel sacco" è quella legata a una storiella popolare che vede come protagonista un contadino. Questi catturava degli uccellini e a uno a uno li metteva nel sacco, arrivato al quarto, gli volò via perché non era morto come pensava. L'amico del contadino lo prese in giro usando appunto questo proverbio. Eccovi la storiella:
Tendeva la mattina una ragna da pigliare tordi, e altri uccelli un villano di Pillercoli, e la sera se n’andava insieme con un compagno a stendere, e di mano in mano che calava giú la rete, schiacciava il capo a’ tordi, e gli metteva in un sacco, che teneva il compagno in mano, e quando poneva i tordi nel sacco, non guardava sempre alla bocca di esso, perché teneva gli occhi nel sacco. Mentre che ficcava dentro i tordi, quando aveva dato loro la stretta al capo, diceva: e uno, e due, e tre, e cosí gli andava contando a uno a uno; ma quando fu al quarto non schizzò cosí bene; onde il dire, e quattro, e ‘l volar via il tordo fu tutt’uno. Sí che il compagno disse: Non dir quattro, ché non è nel sacco.
Ludovico Passarini (Pico Luri di Vassano)
Secondo altri il proverbio "non dire gatto se non ce l'hai nel sacco" ha origini storiche. Durante l'assedio di Chioggia da parte della Repubblica di Genova che si svolse negli anni 1378-1381, la Repubblica di Genova aveva assoldato un cospicuo numero di truppe dei Fieschi, il cui simbolo araldico è il Gatto. Il grido di guerra dei Fieschi era "Gatto! Gatto! Gatto!". Ma durante l'assedio, che fu lunghissimo, si evitava di gridare "Gatto" finché la città non fosse presa, da qui il detto (notare che si dice anche "Mettere al sacco la città").
Chi invece se ne intende dei giochi da tavolo, in particolare del gioco degli scacchi, probabilmente conoscerà un'altra variante:
Non dire scacco se non ce l'hai nel saccoInfatti mettere il Re sotto scacco non è sufficiente per vincere la partita nel gioco degli scacchi, perché il Re può sempre spostarsi di una casella o essere difeso da altri pezzi degli scacchi. La vittoria nel gioco degli scacchi si ottiene con lo "scacco matto".
Come si usa?
Questo proverbio viene usato rivolto a quelle persone che pensano di avere ottenuto qualcosa ancor prima di averla ottenuta per davvero (senza aver concluso l'affare, senza ufficialità).ESEMPI:
Una squadra di calcio che è in testa alla classifica, forte dei propri mezzi e con alcuni punti di vantaggio sulla seconda classificata crede di aver già vinto il campionato perché le partite che dovrà affrontare da qui alla fine del campionato sono poche e apparentemente facili. Questo è un eccesso di sicurezza: è vero che la squadra in questione ha un vantaggio, ma non è ancora matematicamente vincitrice del proprio campionato e potrebbe anche perderlo. Ecco perché non bisogna dire gatto ancor prima di esser riusciti a metterlo nel sacco.
Un venditore di auto che pensa di aver venduto un auto molto costosa solo perché i clienti sembrano felici e soddisfatti. Questi, però, gli hanno detto che torneranno tra qualche giorno per firmare i documenti relativi all'acquisto del mezzo. Sebbene il proprietario sia ottimista, i documenti non sono ancora firmati e, quindi, se questi decidono di non ritornare nel concessionario o se nel frattempo troveranno offerte migliori in altri concessionari rivali, il proprietario sarebbe il classico individuo che dice gatto ancor prima di averlo messo nel sacco.