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Riassunto: Nicola Cusano, opere e pensiero filosofico


La concordanza cattolica
Nel ‘400 un legame fra rigenerazione cristiana e nuova visione dell’universo si manifesta nel pensiero di Nicola Cusano.
Nato nel 1401 a Kues, in Germania, riceve un’educazione ispirata alla devotio moderna e praticata dal movimento dei ”fratelli della vita comune”. Muore a Todi nel 1464.
Per Cusano il rinnovamento spirituale della chiesa deve accompagnarsi al riconoscimento dell’autonomia dei diversi organismi ecclesiastici. Egli ritiene che con la ricerca dell’armonia la chiesa potrà tornare ad essere luogo di convivenza e di promozione umana. Il desiderio di Cusano è che gli uomini sappiamo unirsi in una comune fede in Dio realizzando la “partecipazione di tutte le verità all'unica verità”.

La dotta ignoranza e sapere congetturale
Cusano rielabora gli antichi concetti della teologia mistica attraverso schemi e concetti moderni. Dio è al di là di tutto. È infinito e quindi incommensurabile e inattingibile alla mente umana. La conoscenza è proporzione, rapporto tra il noto e l’ignoto. L’incerto va valutato in base al certo; Dio è infinito e la mente è finita. Di Dio possiamo dire cosa non è, piuttosto che ciò che è. Aveva ragione Socrate a dire di “sapere di non sapere”: questo è il tipo di sapere che Cusano accetta e fa proprio in quanto è espressione di quella docta ignorantia che costituisce l’unico modo possibile di pensare Dio. Parla di docta ignorantia perché la mente umana pur senza poter mai raggiungere Dio può avvicinarsi indefinitamente a Dio alla verità nella sua assolutezza. In una sua opera De coniecturis egli afferma il carattere congetturale della conoscenza umana. Non potendo conoscere la realtà divina in se stessa e neppure l’essenza delle cose, possiamo solo formulare delle congetture, delle supposizioni.

La coincidenza degli opposti e l’infinito
La teologia negativa e il sapere congetturale conducono a un altro concetto-base di Cusano, quello di coincidentia oppositorum. In Dio vengono a coincidere tutti gli attributi e le qualità, anche quelli fra loro contrari. Di Dio diciamo che è sostanza: ma dire questo non è più vero che negarlo, in quanto trascende infinitamente ogni sostanza e perciò nello stesso tempo è e non è sostanza.
Proprio perché è infinito Dio è al di là di ogni limitazione anche di ogni opposizione concettuale. Tale coincidenza viene confermata con l’ausilio della matematica. La coincidenza degli opposti avviene solo all'infinito, cioè in Dio che è infinito e non nella realtà che è finita. Così l’infinito matematico diviene il modello dell’infinito divino. Cusano distingue la sfera della ragione che è quella in cui il principio di non contraddizione conserva il suo pieno valore; dalla sfera dell’intelletto che è quella in cui è possibile intuire la comune radice di ciò che appare opposto e nella quale, gli opposti tendono a coincidere.

Il mondo come Dio contratto
Nella metafisica di Cusano vi è una notevole vicinanza ontologica tra Dio e il mondo. Il mondo è contenuto tutto in Dio, è implicatio in Dio, che è la complicatio, l'implicazione di tutte le cose. Egli ne diviene poi la explicatio, l’esplicazione rimanendo al dì là di tutte le cose. L’universo così creato è un Dio contratto.
Cusano si preoccupa di precisare che mentre nel mondo le cose sono limitate ed opposte fra loro, in Dio tutte le cose sono compresenti: Dio è altro rispetto al mondo. Il mondo costituisce un ordine necessario nel quale tutte le cose sono nel modo migliore. Solo Dio è perfetto, non il mondo celeste, poiché ogni cosa nell’universo ha lo stesso valore. Cusano contro Aristotele nega che la sostanza celeste sia diversa da quella terrestre. L’universo è illimitato.



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