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Le più belle frasi di Enzo Ferrari


Enzo Ferrari (1898-1988) è uno dei primi nomi che vengono in mente quando si parla della storia delle quattro ruote. Ha creato la Casa automobilistica più famosa del mondo e la scuderia di F1 più vincente di sempre. Molti furono gli appellativi con cui Enzo Ferrari venne denominato sulla stampa e nell'ambiente sportivo, durante la sua lunga carriera, come "Il Cavaliere", "Il Commendatore", "L'Ingegnere", "Il Mago", "Il Patriarca" , "Il Grande Vecchio" o "Il Drake". Quest'ultimo gli venne attribuito dai team avversari inglesi nel secondo dopoguerra, lo reputavano un implacabile corsaro delle piste come sir Francis Drake lo era stato dei mari all'epoca del glorioso regno di Elisabetta I, con un misto di accusa e di ammirazione, per la dimostrata capacità e determinazione di Ferrari nel perseguire e cogliere risultati sportivi di portata assai superiore alla sua piccola azienda, operando una gestione "dittatoriale" del suo team e, a volte, ponendosi border line rispetto ai limiti imposti dai regolamenti tecnici.

In questa pagina trovate una raccolta delle frasi più celebri di Enzo Ferrari, che trattato temi importanti della sua vita, come le sconfitte e le delusioni, il successo e il mito che si è creato, la competizione, la perdita di persone care, l'orgoglio e l'importanza di saper fare squadra.

1) Date a un bambino un foglio di carta, dei colori e chiedetegli di disegnare un'automobile, sicuramente la farà rossa.

2) Un pilota perde un secondo a ogni figlio che gli nasce.

3) La miglior Ferrari che sia mai stata costruita è la prossima.

4) I motori sono come le donne, bisogna saperli toccare nelle parti più sensibili.

5) Mi ritengo peggiore degli altri, ma non so quanti siano migliori di me.

6) I vecchi sono come i mobili antichi, meno li sposti e più durano.

7) Non fare mai del bene se non sei preparato all'ingratitudine.

8) L’automobile è un’espressione di libertà, e il rischio che stiamo correndo è quello di ammazzarci perché ce n’è troppa. Del resto, ci sono due modi classici di morire: di fame e di indigestione.

9) Ci asteniamo dal precisare il numero di cavalli che hanno i nostri motori. Quando le nostre macchine vincono vuol dire che hanno più cavalli, quando perdono vuol dire che ne hanno di meno.

10) L'azienda è composta primo dagli uomini che ci lavorano, poi dai macchinari ed infine dai muri.

11) Se un'anima c'è, è molto più probabile che ce l'abbia un motore piuttosto che un essere umano.

12) C’è chi valutava Gilles Villeneuve uno svitato, ma con il suo ardimento, e con la capacità distruttiva che aveva nel pilotare auto macinando semiassi, cambi e freni ci ha insegnato cosa fare. È stato campione di combattività e ha regalato tanta notorietà alla Ferrari. Io gli volevo bene.

13) Io non ho mai fatto un viaggio turistico non sono mai andato una volta in vita mia in vacanza; per me le più belle ferie sono quelle di restare nella mia officina quando vi sono rimasti pochi collaboratori; è il momento in cui ci si può concentrare in programmi di studi e modifiche.

14) Non si può descrivere la passione, la si può solo vivere.

15) Metto le lenti scure perché non voglio dare agli altri la sensazione di come sono fatto dentro.

16) Finché ho potuto ho dato. È dal 1929 che do qualcosa.

17) L'aerodinamica è il risarcimento per chi non sa spremere cavalli dal motore.

18) Non sono mai stato né progettista né calcolatore. Sono sempre stato un agitatore di uomini e di talenti.

19) L'uomo è una bestia con uno spirito di adattamento formidabile.

20) Mi ha deluso l'impotenza a difendere la vita di mio figlio, che mi è stato strappato, giorno dopo giorno, per 24 anni.

21) Un giorno io non ci sarò più. Spero che le rosse vetture che portano il mio nome continueranno ad esserci anche dopo di me ed a farsi onore su tutti i circuiti del mondo.

22) Giù le mani dalla Ferrari: di me dite quello che volete.

23) Preferisco essere chiamato semplicemente Ferrari ed è quello che ho ottenuto entrando ogni mattina dal mio barbiere.

24) Sono l'espressione vivente della fantasia dei giornalisti.

25) Non abbiamo petrolio e miniere ma possiamo primeggiare nel mondo con la fantasia.

26) Fra cent'anni diranno che sono uno che ha scoperto l'acqua calda.

27) Il secondo è il primo degli ultimi.

28) Sono i sogni a far vivere l'uomo. Il destino è in buona parte nelle nostre mani, sempre che sappiamo chiaramente quel che vogliamo e siamo decisi ad ottenerlo.

29) No amore io non ti tradisco con le altre, sono io che tradisco le altre per stare con te.

30) Amo pensare che la Ferrari può costruire piloti quanto macchine. Alcuni dicono che Gilles Villeneuve sia pazzo. Ma io dico: lasciate che provi.

31) La macchina da corsa perfetta è quella che si rompe un attimo dopo il traguardo.

32) Le vere domande che mi scombussolano non sono quelle dei giornalisti, ma quelle che continuo a farmi io.

33) Con tanti riconoscimenti, mi è venuto il dubbio di essere qualcuno.

34) Ho trovato uomini che indubbiamente amavano come me l'automobile. Ma forse non ne ho trovati altri con la mia ostinazione, animati da questa passione dominante nella vita che a me ha tolto il tempo e il gusto per quasi ogni altra cosa. Io non ho alcun diverso interesse dalla macchina da corsa.

35) Mio padre mi diceva sempre: i coglioni sono cari ad ogni prezzo. Così io cerco di stare con chi coglione non è.

36) Quando l’uomo ha mete da raggiungere non può invecchiare.

37) Non accetto e non dimentico che mi hanno chiamato Saturno ammodernato che mette al mondo i figli e poi li divora.

38) Ho imparato che è inutile protestare. Bisogna fare come i cani quando hanno una ferita.

39) Sul famoso stile di guida di Tazio Nuvolari se ne sono dette di tutti i colori. Succede del resto sempre così, quando un uomo arriva ai limiti dell'impossibile: si impadronisce di lui il mito e, allora, se faceva il pugile, si racconta che sapeva uccidere un toro con un pugno, e se faceva il pilota, che percorreva le curve su due ruote.

40) Su un letto dell'ospitale canonica gli dissi: "Coraggio Tazio, sarà per il prossimo anno". Mi rispose: "Ferrari, giornate come questa, alla nostra età, non ne tornano molte; ricordalo e cerca di gustarle fino in fondo, se ci riesci". In queste parole, che forse erano una umile confessione, era nascosto il dramma di quell'uomo fatto d' un sol fascio di nervi, il dramma di un padre che aveva visto morire entrambi i suoi figli adorati e che invano sperava con tutto il cuore di non dover attendere la morte in un letto. Era un solitario, un uomo amareggiato per la crudeltà con cui il destino lo aveva colpito negli affetti più profondi, tuttavia, e non suoni irriverente questa mia osservazione, non cessò mai di essere un sagace regista di se stesso. Pochi come lui conobbero la folla, capirono quello che la folla voleva, seppero alimentare il proprio mito. Ogni suo atto, ogni suo gesto era previsto e calcolato, pur negli spasimi di una vita di atleta lanciato agli estremi rischi.

41) [A proposito di Tazio Nuvolari] Non appena mi giunse la notizia della sua fine partii per Mantova. Era un caldo pomeriggio: l’11 agosto 1953. Nella fretta mi persi in un dedalo di stradine della vecchia Mantova. Scesi di macchina, domandai a un negozio di stagnino la via per villa Nuvolari. Ne uscì un anziano operaio, che prima di rispondermi fece un giro intorno alla mia macchina per leggere la targa. Capì, mi prese una mano e la strinse con calore, si commosse. "Grazie d’essere venuto – mi bisbigliò – come quello là non ne nasceranno più".

42) Una macchina è come una figlia, quando vince una corsa mi sento come il padre che sa che la propria figlia ha preso un bel voto a scuola.

43) Se lo puoi sognare, lo puoi fare.

44) Quando le mie macchine vincono solcando il traguardo, mi assale un grande orgoglio nell’essere italiano.

45) La passione permette di sopportare amarezze e rinunce che l’ambizione non giustificherebbe in alcun modo.

46) La mia adolescenza ha conosciuto tre passioni dominanti, tre grandi sogni: tenore d’operetta, giornalista sportivo, corridore d’automobile. Il primo sogno sfumò per mancanza di voce, il secondo resistette, ma in forma velleitaria; il terzo ebbe il suo corso, la sua evoluzione. E’ sempre bene avere dei sogni di riserva.

47) Io sono uno che ha sognato di essere Enzo Ferrari.

48) Sono tranquillo, anche se non sereno, anche se così terribilmente imperfetto. Non mi sono mai pentito. Rammaricato, spesso, pentito mai, perché ripeterei le stesse azioni, comportandomi però in modo completamente diverso. Nella mia vita ho fatto quello che mi faceva piacere, non ho credito con nessuno. Mi sono limitato a fare quello che ho fatto, ma forse nell'altro Pianeta avrò più successo.

49) Nel mio lavoro, ascoltando la voce armoniosa della materia plasmata, quasi un germoglio di vita , mi sono avvicinato al mistero dell’anima, ma non sono mai riuscito a scoprire la mia.

50) Ho fatto quello che estremamente mi piaceva. [...] Soddisfare una mia ansia realizzatrice.

51) [A proposito di Tazio Nuvolari] Un prodigio insuperato dell’istinto ai limiti delle possibilità umane e delle leggi fisiche

52) Ammiro tutti coloro che hanno una passione ed hanno la sapienza e la costanza di coltivarla. Sono loro il motore del mondo.

53) Io sono indispensabile a tutti voi giornalisti, perché se non aveste avuto un Ferrari dovreste inventarlo, perché avreste meno da scrivere. Avete bisogno di Ferrari. D’altra parte quello che fate voi non mi stupisce, perché gli italiani perdonano tutto, ai ladri, agli assassini, ai sequestratori, a tutti, ma non perdonano il successo.

54) [A Ferruccio Lamborghini] Lamborghini, sarai anche capace di guidare un trattore ma non saprai mai come portare una Ferrari!

55) I nostri tifosi ci chiedono vittorie e noi lavoriamo per dargliele.

56) Piansi per la gioia. Ma le mie lacrime d’entusiasmo erano mischiate con quelle di dolore perché pensai: oggi ho ucciso mia madre. (Silverstone ‘51, la Ferrari batte le Alfa Romeo)

57) Forse il problema è nel tuo piede destro. (In risposta a Phil Hill che lamentava un problema al motore)



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