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Lassar vo' lo trovare di Becchina - Cecco Angiolieri

Nel primo dei sonetti che Cecco Angiolieri dedica a Dante, dice che vuole lasciare i canti di Becchina e scrivere d'un ufficiale angioino che è tutto apparenza e niente sostanza, che pare d'oro ed è d'ottone, sembra dolce come lo zucchero di Caffa ed è salato, e così via. Il sonetto appare anche come una parodia della poesia trovadorica.


Testo:

Lassar vo’ lo trovare di Becchina,
Dante Alighieri, e dir del mariscalco:
ch’e’ par fiorin d’or, ed è di ricalco;
par zuccar caffettin, ed è salina;
par pan di grano, ed è di saggina;
par una torre, ed è un vil balco;
ed è un nibbio, e par un girfalco;
e pare un gallo, ed è una gallina.
Sonetto mïo, vàtene a Fiorenza:
dove vedrai le donne e le donzelle,
di’ che ’l su’ fatto è solo di parvenza.
Ed eo per me ne conterò novelle
al bon re Carlo conte di Provenza,
e per sto mo’ gli fregiarò la pelle.


Parafrasi

Voglio smettere di poetare su Becchina, o Dante Alighieri, e occuparmi del mariscalco: egli pare un fiorino d'oro ed è una moneta falsa, di oricalco; sembra zuccheri di Caffa ed è sale; sembra pane di grano ed è di saggina; sembra una torre ed è un comunissimo palco; è un nibbio e sembra un falcone reale; sembra un gallo ed è una gallina. Sonetto mio, vattene a Firenze; ivi troverai donne e fanciulle: di' loro che ogni suo merito è solo apparente. E io ne parlerò al buon re Carlo II di Provenza, e lo concerò per le feste.


Analisi del testo


Versificazione: sonetto
Numero versi: 14
Schema rimico: ABBA, ABBA, CDC, DCD

Note:
Oriscalco = lega di oro e rame.



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