Testo:
D’ ottobre vi conseglio senza falloche ne [la] Falterona dimorate,
e de le frutta, che vi so’, mangiate
a riglie grand’, e non vi canti gallo.
Chiare vi son l’acque come cristallo;
or bevete, figliuoli, e restorate;
uccellar bono v’è a’ varchi, en veritate,
ché farete nel collo nervo e callo,
in quel[l]’aire ,che[d] è sot[t]ile e fina:
ben stanno en Pisa più chiari i pisani,
e ’l genovese lungo la marina.
Prendere ’l mi’ consegl’ non siate vani:
arosto vi darò mésto con strina,
che ’l sentiranno i p[i]edi con le mani.
Parafrasi
In ottobre, vi consiglio di andare ad abitare sul monte Falterona e di mangiare i frutti che ivi crescono, con grandi risse tra voi, senza che abbiate alcun motivo di allegria. Le acque vi sono chiare come cristalli: bevete dunque, figlioli e rifocillatevi; sarà piacevole andare a caccia per le vallette, finché il collo vi diventerà duro e rigido per quell'aria tanto fine e sottile; se ne stanno più sani e contenti i pisani in Pisa e il genovese in riva al mare. Ascoltate il mio consiglio, non siate sciocchi: che io vi darò dell'arrosto tutto bruciacchiato e lo si sentirà bene anche al tatto.Commento
L'ottobre, per Cenne è tempo di litigi, di cacce noiose e snervanti; si mangia arrosto bruciacchiato: le acque chiare come il cristallo non hanno nulla di sereno, sono dipinte per dispetto. Non sempre però il gioco riesce: soprattutto quando le rime mancano di mordente, come in questo sonetto.