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Niente di nuovo sul fronte occidentale, analisi del testo

Autore: Erich Maria Remarque
Breve biografia: Erich Paul Remark nasce il 22 giugno 1898 da una famiglia cattolica di origine francese emigrata in Germania al tempo della rivoluzione. Lo scrittore usa lo pseudonimo di Erich Maria Remarque ripristinando la grafia francese e per ricordo della madre. Lui deve interrompere gli studi bruscamente nel novembre del 1916 perché chiamato al servizio militare. L’anno successivo partecipa alla guerra di trincea, combattendo sul fronte occidentale presso Verdun in uno dei più aspri combattimenti. Quest’esperienza lo segnerà profondamente e lo porterà a scrivere il suo capolavoro, Niente di nuovo sul fronte occidentale, che viene pubblicato nel 1929. Proprio a causa di questo romanzo viene accusato di antipatriottismo dai nazionalsocialisti. Nel 1933 i suoi libri vengono bruciati pubblicamente sul rogo e nel 1938 perde la cittadinanza tedesca. Allora si rifugia in Svizzera, poi vive circa dieci anni in America per poi ritornare in Europa dove muore nel 1970 a Locarno. Tra le sue opere ricordiamo “ La bottega dei sogni”, “La via del ritorno”, “ Tre camerati” e “ Ombre in Paradiso”.

Editore: Arnoldo Mondadori
Genere letterario: romanzo

Personaggi:

- Paul Borner è il protagonista di questo romanzo, un ragazzo sensibile e profondo, che rimane sconvolto dalla guerra.
- Il vecchio professore Kantorek che li spinse ad arruolarsi e li incitava a combattere prima che fossero mandati in trincea.
- Katzinski Stanislao, il capo della loro squadra, nonché amico di Paul.
- Gli altri compagni di scuola, che insieme a Paul si sono ritrovati a combattere la grande guerra sul fronte occidentale: Albert Kropp, Tjaden, Muller, Detering e Haje Westhus.
- Himmelstoss, un loro superiore, molto esigente e severo.
Luogo dove si svolgono i fatti: Questo romanzo è ambientato in Germania, in particolare al confine con la Francia, sul fronte occidentale.

Epoca in cui si svolgono i fatti: Tra il 1915-1916 e 1918, durante la prima guerra mondiale.

Situazione iniziale: All’inizio del libro c’è una piccola “introduzione” dell’autore: Questo libro non vuol essere né un atto d’accusa né una confessione. Esso non è che il tentativo di raffigurare una generazione la quale – anche se sfuggì alle granate – venne distrutta dalla guerra. Già da queste frasi ci si può rendere conto dell’argomento trattato nel romanzo, quello della guerra e delle sue atrocità. Successivamente Paul,il protagonista comincia a narrare la sua vita nelle trincee e descrive alcuni degli altri soldati, la maggior parte dei quali erano suoi compagni di classe, tutti strappati dai banchi di scuola e mandati a combattere una guerra a soli diciotto – vent’anni.

Conclusione della vicenda: La storia ha una fine tragica, perché alla fine della guerra rimangono in vita solo pochi compagni, anche loro però con un’esperienza che li ha segnati per la vita e con un’adolescenza rovinata, distrutta. Lo stesso protagonista, in vista dell’armistizio, a pochi giorni dalla pace viene ucciso da una granata.

Breve trama: Paul Borner, un ragazzo appena diciottenne, viene incoraggiato insieme ai suoi compagni di scuola ad arruolarsi per la Grande Guerra da Kantorek, il loro professore. Lui, come molti altri adulti pensa che i giovani debbano combattere per difendere la Grande Germania, per ottenere successo e onore. Questi ragazzi, strappati dai banchi di scuola e subito arruolati nell’esercito, però si rendono subito conto di quanto invece la guerra sia difficile, dura, atroce e piena di sofferenze. Già dopo un mese quest’esperienza li abbrutisce, li abitua a una continua lotta per la sopravvivenza. Inoltre devono quotidianamente vedere la sofferenza dei soldati feriti, i gridi di dolore, il sangue, l’orrore di una morte lontano dalla propria famiglia. Una delle prime esperienze è vedere uno dei loro compagni, Kemmerich, a cui viene mutilata una gamba e che muore dopo poco tempo. Purtroppo non sarà l’ultimo a sacrificare la propria vita in questa guerra. Con il tempo però i ragazzi acquistano esperienza, riescono a distinguere i suoni di mitragliatrici e granate e imparono alcune tecniche per difendersi. Spesso tra di loro questi giovani riflettono sulla loro vita e la guerra. Allora Paul afferma : “Ha ragione, non siamo più giovani, non aspiriamo più a prendere il mondo d’assalto. Siamo dei profughi, fuggiamo noi stessi, la nostra vita. Avevamo diciott’anni, e cominciavamo ad amare il mondo, l’esistenza: ci hanno costretti a spararle contro. La prima granata ci ha colpiti al cuore; esclusi ormai dall’attività, dal lavoro, dal progresso, non crediamo più a nulla. Crediamo alla guerra.” Poi, combattendo in prima linea, la descrive così: “La prima linea è una specie di gabbia in cui si soffre l’attesa nervosa di ciò che sta per avvenire. Viviamo sotto la traiettoria incrociata delle granate, nella tensione dell’ignoto. Sopra di noi pende il caso. Quando un colpo arriva tutto quel che posso fare è di rannicchiarmi; dove vada a battere non posso sapere, né influirvi.” Sono solo alcune piccole descrizioni, che però hanno un significato profondo in quanto descrivono una guerra. Perfino i nemici, vengono considerati delle brave persone dall’autore perché fondo anche loro hanno avuto la sua stessa sorte e sono stati costretti a combattere per motivi che neanche conoscevano bene.
Dopo circa un anno, Paul ottiene una licenza e ritorna a casa. Ma vedere sua madre malata, la sorella, il padre e tutti i luoghi della sua infanzia lo rende ancora più triste.
Lui sa che ormai quella realtà resterà solo un vago ricordo e che non potrà mai più vivere come prima poiché non riuscirà mai a dimenticare l’esperienza della guerra. Successivamente ritorna in trincea, scopre che molti dei suoi compagni nel frattempo sono morti, lui stesso viene ferito e sta per alcune settimane in un ospedale dove viene curato. Lì si rende conto di quanto sia orribile stare a contatto con tutte quelle persone e con la loro sofferenza. Ancora una volta torna in trincea ed è l’unico dei suoi compagni di scuola che è sopravvissuto. Ormai la guerra sta per finire e si aspetta un armistizio. Proprio in questo momento, Paul riacquista la speranza e la voglia di vivere, ma viene ucciso dalle ultime granate, mentre il bollettino del comando supremo si limitava a dire: “ Niente di nuovo sul fronte occidentale”.

Narrazione di una scena particolare: In particolar modo mi ha colpito la parte del libro, in cui Paul ha ucciso direttamente un uomo. Era durante un attacco e lui si era rannicchiato in una fossa, sapendo che le granate non scoppiavano mai nello stesso luogo. Allora piombò dentro quel cratere un soldato francese. Dopo averlo guardato in faccia, Paul lo accoltellò. Il soldato non morì subito, anzi visse un’intera notte di sofferenze. Paul si portò per il resto della sua breve vita questo ricordo, di cui si sentiva colpevole pensando alla famiglia di quel pover’uomo.
Scopi del libro: Lo scopo di questo libro è di informare, di far conoscere, di descrivere la prima guerra mondiale. L’autore ci riesce particolarmente bene perché ha vissuto in prima persona quest’esperienza.

Temi affrontati nel libro: La guerra, la vita da dei giovani soldati di diciott’anni, strappati dai banchi di scuola e costretti improvvisamente a combattere e a dare la vita per difendere la propria patria.

Commento: Questo romanzo è stato uno dei più belli che ho letto, ma non di certo per la storia che viene raccontata, perché è una storia tragica, è una guerra. Mi ha colpito soprattutto come questi giovani, si ritrovavano con delle armi in mano, ma non avevano alcuna esperienza e tuttavia combattevano per sopravvivere. In particolare mi sono piaciute le riflessioni dell’autore, che anche descrivendo l'atrocità di una guerra, avevano qualche pensiero di speranza, grazie alle chiacchierate tra i soldati che facevano parte della stessa classe. Per esempio facevano degli scherzi ai loro superiori, parlavano dei vecchi tempi, imitavano il loro vecchio professore e così in qualche modo la difficile vita di trincea risultava un po’ meno dura. Le parti più tristi invece, erano quelle in cui qualche compagno veniva ferito, o moriva. Anche queste parti riescono ad avere la stessa importanza delle altre principalmente grazie alla capacità di scrivere dell’autore, che avendo vissuto in prima persona da soldato la Grande Guerra, non ha dovuto inventare niente, ma semplicemente descrivere, raffigurare questo spietato, disumano conflitto mondiale.

Titolo alternativo: Una generazione distrutta dalla guerra.



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