Per avere successo nella vita è necessario studiare? Quanto è importante adesso lo studio per trovare un lavoro?
Tema Svolto:
Non solo fra i giovani, il pensiero che la scuola non possa servire a nulla colpisce persino le persone adulte ed è brutto dirlo ma anche gli insegnanti sembrano essersi convinti che adesso lo studio non ha più lo stesso valore di un tempo. A quanto pare studiare non serve a nulla, lo sfogliare libri con pagine interminabili porta solo alla noia, le espressioni matematiche servono solo ai programmatori professionisti (mestiere per pochi) e la storia... a chi può importare dell'esistenza dei dinosauri, delle prime forme di vita o dei primi uomini sulla Terra se ha nessuno importa del presente e soprattutto del futuro, che sono appunto i giovani che frequentano la scuola e che un giorno prenderanno il posto di quelli che adesso sono i padri o le madri di famiglia?
Ma è davvero così? E' possibile che la scuola non serva a nulla?
Iniziamo col difendere la scuola, almeno per ora quella elementare che insegna ad eseguire gli elementi fondamentali e che nessuno ha mai messo in dubbio la loro importanza come leggere, scrivere e saper fare bene i conti, iniziano a venire seri dubbi riguardo l'utilità delle scuole medie e superiori.
La scuola mira all'acquisizione di conoscenze teoriche e pratiche e al conseguimento di criteri di orientamento della condotta individuale, in una serie di discipline e ambiti di vita, attraverso una trasmissione graduale del sapere, dagli ordini inferiori a quelli superiori in cui è ripartito il sistema dell’istruzione. La società riconosce l’importanza della scuola per il suo valore educativo, ma l’importanza scolastica non si limita solo alla formazione dell’individuo, influisce direttamente, anche, sul miglioramento economico della società dove è inscindibile, o almeno dovrebbe esserlo, il collegamento economia – scuola - lavoro.
Possibile causa della sottoccupazione, nonostante alti livelli di scolarità, è la stessa massificazione e democratizzazione dell’istruzione, non negativa per il coinvolgimento maggiore di persone, ma per un abbassamento dei livelli culturali. Caratteristica fondamentale della scuola è o dovrebbe essere quella di creare delle possibilità di ascesa sociale, rendendo tutti uguali, con la valorizzazione dell’individuo per quelle che sono le sue potenzialità e il suo impegno, e non in base alla provenienza sociale. Però, sia per l’esigenza del mondo lavorativo, che richiede il conseguimento di un numero maggiore di titoli di studio, anche oltre la laurea, sia per il citato abbassamento dei livelli culturali, si è osservato che le istituzioni scolastiche non diminuiscono il divario fra chi proviene da classi avvantaggiate e chi no. Non solo i primi hanno la possibilità di accedere a titoli e istituti “migliori” e/o superiori, come ulteriori qualifiche post-universitarie o master, ma anche nella frequenza delle stesse scuole questi hanno, di base, dei vantaggi di competizione e di successo scolastico maggiori dei secondi, nonché una maggiore possibilità di inserimento nel mondo del lavoro.
Purtroppo, la Scuola oggi è completamente degradata, risultando agli ultimi posti in Europa, producendo una miriade di promossi che non hanno i requisiti e che, una volta posti nel mondo del lavoro, data la precarietà di questo, non hanno le conoscenze, competenze e abilità per realizzarsi e trovare un’occupazione.
Malgrado ciò la scuola è lo strumento principale per aspettative di vita migliori e per superare la disuguaglianza indicata bisognerebbe tendere a un continuo perfezionamento dell’istruzione.
Per questo cresce l’importanza del lavoro dei docenti, considerando, anche, la disoccupazione e la globalizzazione, che concorrono a una maggiore responsabilità legata alla funzione civile-educativa degli insegnanti nei confronti dei giovani e della società.
Non è irrilevante che il miglioramento economico del paese, ma anche delle autonomie locali, possa avvenire per mezzo del miglioramento del sistema scolastico, oltre al maggior investimento nella ricerca, attraverso un incremento dei livelli culturali e una maggiore interazione con il mondo lavorativo.
Ovviamente non può essere solo una riforma della Scuola a garantirne il miglioramento, ma devono essere gli stessi docenti ad impegnarsi personalmente per impartire più cultura e più strumenti per un’analisi critica della realtà, per cui diventa inevitabile una maggiore preparazione degli stessi, sia nell’ambito specifico delle loro materie d’insegnamento che in quello tendente ad una preparazione generale necessaria per sapersi muovere fuori dalla scuola quando un giorno questa finirà.
In conclusione si può dire che lo studio è un diritto di tutti perché permette non solo di avere una certa cultura con cui confrontarsi col mondo, ma permette un'elasticità mentale che si applica tutti i giorni. L'ignoranza comprende anche l'ignoranza dei propri diritti, e un popolo ignorante è più facile da sottomettere e comandare. Lo studio dovrebbe essere un diritto che poi di fatto non lo è perché a molti non è concesso e chi ha la fortuna di poter studiare ha il dovere di farlo se non altro per chi non ha la possibilità. Studiare infatti è un dovere di tutti gli alunni per diplomarsi e poi potersi proiettare nel mondo del lavoro specialmente in questi tempi dove è difficile trovarlo e mantenerlo.
Tema Svolto:
Non solo fra i giovani, il pensiero che la scuola non possa servire a nulla colpisce persino le persone adulte ed è brutto dirlo ma anche gli insegnanti sembrano essersi convinti che adesso lo studio non ha più lo stesso valore di un tempo. A quanto pare studiare non serve a nulla, lo sfogliare libri con pagine interminabili porta solo alla noia, le espressioni matematiche servono solo ai programmatori professionisti (mestiere per pochi) e la storia... a chi può importare dell'esistenza dei dinosauri, delle prime forme di vita o dei primi uomini sulla Terra se ha nessuno importa del presente e soprattutto del futuro, che sono appunto i giovani che frequentano la scuola e che un giorno prenderanno il posto di quelli che adesso sono i padri o le madri di famiglia?
Ma è davvero così? E' possibile che la scuola non serva a nulla?
Iniziamo col difendere la scuola, almeno per ora quella elementare che insegna ad eseguire gli elementi fondamentali e che nessuno ha mai messo in dubbio la loro importanza come leggere, scrivere e saper fare bene i conti, iniziano a venire seri dubbi riguardo l'utilità delle scuole medie e superiori.
La scuola mira all'acquisizione di conoscenze teoriche e pratiche e al conseguimento di criteri di orientamento della condotta individuale, in una serie di discipline e ambiti di vita, attraverso una trasmissione graduale del sapere, dagli ordini inferiori a quelli superiori in cui è ripartito il sistema dell’istruzione. La società riconosce l’importanza della scuola per il suo valore educativo, ma l’importanza scolastica non si limita solo alla formazione dell’individuo, influisce direttamente, anche, sul miglioramento economico della società dove è inscindibile, o almeno dovrebbe esserlo, il collegamento economia – scuola - lavoro.
Possibile causa della sottoccupazione, nonostante alti livelli di scolarità, è la stessa massificazione e democratizzazione dell’istruzione, non negativa per il coinvolgimento maggiore di persone, ma per un abbassamento dei livelli culturali. Caratteristica fondamentale della scuola è o dovrebbe essere quella di creare delle possibilità di ascesa sociale, rendendo tutti uguali, con la valorizzazione dell’individuo per quelle che sono le sue potenzialità e il suo impegno, e non in base alla provenienza sociale. Però, sia per l’esigenza del mondo lavorativo, che richiede il conseguimento di un numero maggiore di titoli di studio, anche oltre la laurea, sia per il citato abbassamento dei livelli culturali, si è osservato che le istituzioni scolastiche non diminuiscono il divario fra chi proviene da classi avvantaggiate e chi no. Non solo i primi hanno la possibilità di accedere a titoli e istituti “migliori” e/o superiori, come ulteriori qualifiche post-universitarie o master, ma anche nella frequenza delle stesse scuole questi hanno, di base, dei vantaggi di competizione e di successo scolastico maggiori dei secondi, nonché una maggiore possibilità di inserimento nel mondo del lavoro.
Purtroppo, la Scuola oggi è completamente degradata, risultando agli ultimi posti in Europa, producendo una miriade di promossi che non hanno i requisiti e che, una volta posti nel mondo del lavoro, data la precarietà di questo, non hanno le conoscenze, competenze e abilità per realizzarsi e trovare un’occupazione.
Malgrado ciò la scuola è lo strumento principale per aspettative di vita migliori e per superare la disuguaglianza indicata bisognerebbe tendere a un continuo perfezionamento dell’istruzione.
Per questo cresce l’importanza del lavoro dei docenti, considerando, anche, la disoccupazione e la globalizzazione, che concorrono a una maggiore responsabilità legata alla funzione civile-educativa degli insegnanti nei confronti dei giovani e della società.
Non è irrilevante che il miglioramento economico del paese, ma anche delle autonomie locali, possa avvenire per mezzo del miglioramento del sistema scolastico, oltre al maggior investimento nella ricerca, attraverso un incremento dei livelli culturali e una maggiore interazione con il mondo lavorativo.
Ovviamente non può essere solo una riforma della Scuola a garantirne il miglioramento, ma devono essere gli stessi docenti ad impegnarsi personalmente per impartire più cultura e più strumenti per un’analisi critica della realtà, per cui diventa inevitabile una maggiore preparazione degli stessi, sia nell’ambito specifico delle loro materie d’insegnamento che in quello tendente ad una preparazione generale necessaria per sapersi muovere fuori dalla scuola quando un giorno questa finirà.
In conclusione si può dire che lo studio è un diritto di tutti perché permette non solo di avere una certa cultura con cui confrontarsi col mondo, ma permette un'elasticità mentale che si applica tutti i giorni. L'ignoranza comprende anche l'ignoranza dei propri diritti, e un popolo ignorante è più facile da sottomettere e comandare. Lo studio dovrebbe essere un diritto che poi di fatto non lo è perché a molti non è concesso e chi ha la fortuna di poter studiare ha il dovere di farlo se non altro per chi non ha la possibilità. Studiare infatti è un dovere di tutti gli alunni per diplomarsi e poi potersi proiettare nel mondo del lavoro specialmente in questi tempi dove è difficile trovarlo e mantenerlo.