Sintesi:
Il Paradiso rappresenta l'ultima ascesa di Dante verso Dio. Dopo la purificazione attraverso le atroci pene infernali e quelle non meno gravi del purgatorio, dopo l'incontro con Beatrice e la conferma dello scopo provvidenziale del suo viaggio, dopo aver bevuto alle acque del Lete e dell'Eunoé ricavandone l'oblio delle colpe e il ricordo delle opere buone, il poeta può finalmente attingere la meta del suo viaggio.
Può finalmente rendersi conto dell'infinita gioia che regna in cielo. Può intuire i due più alti misteri del Cristianesimo, la Trinità e l'Incarnazione, ed inabissarsi nella contemplazione di Dio.
Fin dal primo canto il poeta propone i due grandi temi che l'ispirano e lo condizionano. Da un lato l'esaltazione dell'ordine universale che è in Dio ed è Dio; dall'altro la consapevolezza del proprio limite umano, della propria incapacità di riferire anche quel poco che ricorda della sua visione.
La grandezza di Dante si commisura proprio in questa coscienza di un limite umano, che non è mistica rinuncia dinanzi all'invalicabilità di esso, ma sprona verso un impegno totale.
Né si può dire che la struttura preesiste alla poesia, a condizionarla. La terza cantica presenta un'impronta più accentuatamente religiosa ma la ricerca di Dio è stata ed è uno dei grandi temi della poesia che non si può ignorare.